di Agnese Malatesta – Buone pratiche contro lo spreco alimentare. E’ l’obiettivo del Manifesto di Food PRIDE, pochi ma solidi principi alla base di alcune azioni che fanno la differenza nel recupero delle eccedenze alimentari e favoriscono, allo stesso tempo, solidarietà e relazioni.
Del resto, il cibo è un elemento che ha una funzione non solo nutritiva ma anche culturale, alimenta saperi e rapporti sociali: il cibo è un bene comune.

Il Manifesto – rilanciato in rete in occasione della Giornata Nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, celebrata lo scorso 5 febbraio – è promosso da ‘Food PRIDE’, una rete di enti ed associazioni che si è costituita nel 2019 a Torino, con il sostegno della Compagnia di San Paolo, per unire le forze e dare una risposta concreta allo spreco alimentare. Ultimi arrivati alla rete Food PRIDE, i Centri di servizio del volontariato della Lombardia.
La rete Food pride è attiva in vari modi; opera prima di tutto nel recupero delle eccedenze alimentari e dei prodotti invenduti nei mercati di Torino e dintorni, ma anche nei negozi come panetterie, ortofrutta, minimarket.
Realizza poi laboratori di cucina con soggetti svantaggiati mirati all’utilizzo consapevole e più efficiente del cibo recuperato e alla diffusione di tematiche sulla prevenzione alimentare. Le associazioni che costituiscono la rete, svolgono inoltre attività didattiche nelle scuole incentrate intorno allo spreco alimentare, così come eventi di sensibilizzazione sul contrasto al food waste.

Ecco alcuni principi del Manifesto del Food PRIDE.
- PARTECIPAZIONE: garantire l’accesso ad un cibo di qualità attraverso la creazione di comunità tra pari mosse da logiche volte al contrasto della povertà alimentare.
- RECUPERO: impegno per la creazione di modelli di sistemi alimentari più sostenibili dove la produzione di eccedenze alimentari “fisiologiche” sia minimizzata.
- INCLUSIONE: attraverso il cibo si può costruire una comunità per mezzo di valori condivisi quali solidarietà, giustizia ed equità. La Comunità del Cibo è inclusiva quando è consapevole del valore del cibo come bene comune e primario, e non solo in quanto merce.
- DISTRIBUZIONE: è un diritto di tutti avere accesso ad un cibo sano, fresco, nutriente e appropriato così come è un dovere di tutti sottrarre il cibo ad un epilogo che troppo rapidamente lo declassa da risorsa a rifiuto.
- EDUCAZIONE: gli sprechi sono il risultato di una mancanza di consapevolezza rispetto al cibo come prodotto di una filiera che esprime i valori delle risorse ambientali e del lavoro dell’uomo. Educare vuol dire trasmettere sentimenti positivi e incoraggianti sulla dignità di ogni gesto e di ogni pratica che contrasta lo spreco alimentare.