di Emanuela Arabito – Uno degli ultimi animali salvato è stato Leopoldo, un’aquila reale trovata avvelenata, che non riusciva più a volare: la sua storia la raccontiamo in questo bellissimo video.
I loro “cantieri aperti” si chiamano “Progetto SCIMPANZÉ”, “Progetto LUPO”, “Progetto FELINI”. La loro missione è restituire dignità agli animali: lupi, istrici, pappagalli, leoni, scimpanzé, fauna esotica maltrattata o sequestrata dalle autorità giudiziarie, fauna autoctona trovata ferita o in difficoltà.
Nei 26 ettari del Centro Tutela e Ricerca Fauna Esotica e Selvatica Monte Adone autorizzato dalla regione Emilia Romagna e convenzionato con il Ministero dell’Ambiente, sono almeno una dozzina al giorno i volontari, italiani e stranieri aiutati da professionisti, biologi, naturalisti, veterinari.
Con un impegno comune: la ricerca di un equilibrio sostenibile tra TUTTE le creature che abitano il nostro pianeta, per un ecosistema più “giusto” possibile.

Il primo ospite esotico di Monte Adone fu, nel 1989, un cucciolo di leone. Una femmina di pochi mesi che venne chiamata Cleo – perché tutti gli ospiti fissi del Centro, ricevono un nome. Era stata sequestrata sulla spiaggia di Rimini, dove veniva usata per fare foto ai bagnanti.
In poco tempo, arrivarono altri animali, con analoghe storie di maltrattamento. Come Sultan nel ’94, cucciolo di tigre, anche lui di “base” sulla riviera romagnola e malnutrito: pesava 8 chili! Adesso la presenza e l’assistenza, al centro, sono garantite h. 24, Natale e Capodanno compresi, come quella volta che a San Silvestro arrivò una chiamata per salvare un cervo intrappolato in un filo telefonico dismesso.
Fra le cause dei ritrovamenti: incidenti stradali, intossicazioni e avvelenamenti, ferite d’arma da fuoco.
Una volta curata e guarita, la fauna selvatica ritrova la libertà.
Lupi, volpi, tassi, caprioli. Quella esotica resta al Centro: leoni, tigri e scimpanzé diventano quasi sempre ospiti fissi. A essere recuperati, soprattutto i cervidi: cervi, daini e caprioli. Solo di caprioli, arrivano circa 200 esemplari ogni anno. Poi ci sono i lupi e le volpi, ma anche i tassi, gli istrici, le lepri, ghiri, ricci, scoiattoli e… pipistrelli.
Uccelli (il 30% degli animali in difficoltà). E rapaci, diurni e notturni.
Ascolta “Il podcast di B-HOP Magazine” su Spreaker.
Alcuni ospiti sono diventati quasi “leggenda”: Lilith la lupa o gli scimpanzé Cico, Jimmy, Lulù, Piero, Baby e Bamby. Un circo li aveva catturati in Africa e importati illegalmente, per essere addestrati ad esibirsi negli spettacoli.
Vivevano da anni chiusi in gabbie di 1 m. x 1 m. x 1.20, su strutture fatiscenti a seguito del circo, finchè non furono confiscati dall’autorità giudiziaria.

O il “mitico” Isidoro arrivato nel ’97, una lince di quasi un anno. Il proprietario lo teneva rinchiuso assieme ai suoi cani, ma Isidoro decise di farla finita e scappò. Essendo stato sempre in cattività, quando si ritrovò da solo nei boschi, non seppe cacciare. Solo dopo vari appostamenti, gli agenti del Corpo Forestale riuscirono a catturarlo offrendogli del cibo. Era magrissimo e con gravi problemi respiratori. I volontari e medici veterinari del Centro Monte Adone seppero restituirgli non solo la forza, l’energia e la salute, ma anche la dignità di cui era stato privato.
Non è una struttura aperta al pubblico, tuttavia in estate – per sensibilizzare la popolazione (privati, scuole, famiglie, etc) – il Centro apre a visite guidate gratuite prenotabili in piccoli gruppi.
In quanto associazione di volontariato, apre anche a molteplici iniziative per sostenere la sua attività, impegnativa da tutti i punti di vista, non ultimo quello finanziario. Come le adozioni a distanza dei vari animali ospitati. Le donazioni e il sostegno ai vari progetti. I regali solidali. I calendari, come questo.
I costi da affrontare sono elevati: dalle strutture per animali tanto diversi fra loro alla loro corretta alimentazione, dalle cure veterinarie agli interventi chirurgici, necessari per salvare animali spesso in condizioni disperate.

“Gli animali di cui ci occupiamo ogni giorno sono per noi maestri di vita e quando ci lasciano creano un grande vuoto” dicono a Monte Adone. “Curarli e assisterli è per noi un gran privilegio.”
Io adotto. E voi?