di Massimo Lavena – Come può l’iperbolica storia esistenziale di lady Anne Lister, alias Gentleman Jack, trasformarsi in un successo televisivo e online in mezzo mondo? Cosa può interessare di una vicenda che si svolge tutta in poco più di 9 anni, e che rende leggendaria la vita della donna più fuori dagli schemi che sia mai apparsa nel pomposo, paludato ed ombroso impero britannico?

Nata nel 1791 a Halifax e morta nel 1840 a Kutaisi in Georgia, Anne Lister incarna lo spirito illuminista della ricerca che la renderà golosa di tutte le cose del mondo che allora erano precluse alle donne: viaggiare, fumare, vestire i pantaloni e non le gonne a trine e volanti, bere gin e rum nelle bettole giocando a carte e viaggiare per l’Europa, tra Paesi e lande per il gusto di respirare e vivere.
Lesbica gaudente e cacciatrice di un amore che non fosse solo congiunzione carnale ma affetto a lei vietato, perché donna e quindi sottoposta alle decisioni di famiglia ed eventualmente costretta ad impalmare un nobilotto di basse capacità intellettive, Anne Lister visse i suoi 49 anni tra contrasti e scelte dure senza compromessi, imponendo la sua forza esplosiva del fare, anche negli affari, ma al contempo soffrendo per l’impossibilità di essere libera di mostrarsi al mondo come lei voleva.
Dobbiamo alla serie televisiva “Gentleman Jack“, scritta dall’autrice e drammaturga Sally Wainwright, prodotta dalla BBC con HBO, se
la fantasmagorica vita di Anne Lister è diventata quel patrimonio universale che meritava:
la serie, prodotta nel 2019 e in corso di trasmissione in Italia su La F e in vari siti on demand, ci racconta con la cura della veridicità dei fatti e precisione narrativa il tragico personaggio teso in una storia d’amore travolgente e straordinaria quanto difficile.
Ambientato nel 1832 nel West Yorkshire, in Inghilterra, le 8 puntate partono dal tentativo di Anne Lister (interpretata da una formidabile Suranne Jones) di rimettere in ordine l’azienda, i terreni e la casa che ha ereditato, Shibden Hall.
Halifax, culla della rivoluzione industriale, fa da contraltare alle vicende d’amore di Anne, come pure la chiusa società nella quale le donne dovevano solo esser mogli e fattrici.
Anne invece fa di conto, esige gli affitti, si scontra con rozzi proprietari minerari esigendo che fosse rispettata la sua proprietà. Ma lei combatte, ricerca l’amore, la speranza di avere una moglie, lei che mette insieme il destino della sua famiglia e la sua sete di emancipazione totale.

Anne Lister guidava il calesse, vestiva da uomo, si scontrava con gli uomini trattandoli alla pari e questo urtava la bigotta e chiusa società campagnola che tanto le stava stretta. Viveva la sua omosessualità lievemente celata ma non si nascondeva. Anzi, il far cose da maschio, l’essere proprietaria terriera, imprenditrice, viaggiatrice e alpinista, renderà nella sua storia la ricerca dell’amore una sfida ancora più tenace.
Sarà la prima donna a sposare una persona del suo stesso sesso nel Regno Unito, con un gesto di donazione reciproca:
quel tenersi la mano con l’ereditiera Ann Walker, alla comunione, durante la messa di Pasqua nella chiesa anglicana dell’Holy Trinity Church, il 30 marzo 1834, sancì, anche se non riconosciuto legalmente, il loro matrimonio.
Durò 6 anni, sino alla morte di Anne Lister, durante un lungo viaggio iniziato nel 1938 e che le portò dalla Francia alla Danimarca, passando per la Svizzera e la Russia. Navigarono il Volga e giunsero nel Caucaso georgiano dove Anne morì. Imbalsamato il corpo Ann Walker rientrò a Shibden Hall.

La storia di Gentleman Jack ce l’ha tramandata la stessa Anne Lister, con una monumentale collana di diari composti da 7.720 pagine in 40 quaderni, composti da ritagli di carta, appunti, lettere, riflessioni sulla sua vita, sulle sue passioni e la sua omosessualità, redatti a partire dal 1809.
Raccontano molto della società del tempo, con appunti economici, dati agricoli e meteorologici, e proclamati dall’Unesco Memoria del mondo nel 2011. Oltre un sesto del contenuto fu scritto da Anne Lister con un complesso sistema crittografato in lettere greche, simboli algebrici e zodiacali e punti.
Tutto ciò rende “Gentleman Jack”
una serie che rende lo spettatore goloso e voluttuoso, attendendo la prosecuzione della vicenda e facendo, almeno lo scrivente lo ha fatto, un tifo sfegatato per la nostra eroina.
Bella e forte, sensuale e possessiva ma dolce e fragile nel timore di non riuscire a trovare l’amore: questi aspetti hanno reso il personaggio interpretato magistralmente da Suranne Jones un vero capolavoro.
Dosate azioni di macchina da presa, scenografie e allestimenti eccezionali secondo puro stile BBC e HBO, una regia puntuale e didascalica al punto giusto, una colonna sonora suadente e avvolgente con richiami alla tradizione musicale popolare inglese e una perfetta amalgama di co-protagonisti (tra tutti l’amata Anne Walker di Sophie Rundle e la fastidiosissima sorella Marian Lister, interpretata da Gemma Whelan) hanno reso “Gentleman Jack” un successo mondiale.
Solo la pandemia del Covid-19 ha ritardato la realizzazione della seconda serie – già prevista – la cui lavorazione dovrebbe terminare per il prossimo novembre, per una programmazione da attendere per la fine del 2021 o gli inizi del 2022.
Lo sguardo penetrante e sfrontato di Suranne Jones quando guarda in macchina per interagire con lo spettatore, chiamandolo a giudice, a complice, a consigliere, è una firma dell’Anne Lister televisiva quanto il bavero rialzato, il cilindro, ed il passo marziale e cadenzato che non nasconde però la volubilità di un animo alla ricerca dell’amore per la vita, con qualche lacrima e qualche sconfitta difficile da accettare.
La sceneggiatrice Sally Wainwright l’ha definita uno dei personaggi «più eccitanti, appassionanti e brillanti della storia britannica»: Anne Lister, Gentleman Jack, ci attendono per la seconda serie. Saremo pronti a sentirci interrogati dal suo sguardo?