di Margherita Vetrano – Pubblicato nel 1995 “La storia di Ulisse ed Argo” è il romanzo di Mino Milani che narra le gesta di due icone della mitologia greca.
Guglielmo Milani, detto Mino, classe 1928, giornalista, scrittore, fumettista e storico italiano fu definito da Gianni Rodari
“uno scrittore d’oggi, contemporaneo del cinematografo e della TV,
due invenzioni con le quali ha fatto da un pezzo i suoi conti, traducendo in una tecnica moderna la loro grande lezione: narrare per immagini ritmando velocemente l’azione».
Sono queste le caratteristiche che si ritrovano nel piccolo romanzo considerato un classico contemporaneo.
Se il cuore della vicenda ripercorre le gesta di Ulisse, dall’Iliade all’Odissea, la novità della narrazione sta nel punto di vista scelto.
Uno sguardo sulla relazione cane-padrone in cui entrambi i protagonisti si esprimono attraverso i propri pensieri.
Pensieri che esprimono emozioni profonde in un percorso di crescita e di amicizia binomiale.
Esso affonda le radici nell’infanzia di Ulisse quando riceve in dono il cane Argo. Il piccolo principe ha paura dei cani ma viene conquistato dal cucciolo.
Insieme matureranno diventando valorosi combattenti e cacciatori.
L’evoluzione in simbiosi si interrompe nel giorno in cui Ulisse parte per la guerra di Troia ed Argo resta a guardia del regno.
Lo attenderà con fiducia alla “punta del mattino”, suo luogo di avvistamento preferito. Dopo vent’anni Ulisse torna sotto mentite spoglie.
Nessuno lo riconosce tranne Argo, vecchio e smagrito, abbandonato in quanto cane di un re scomparso.
“Non aveva udito nemmeno una parola. Immobile, stava fissando verso la grande porta della reggia. Aveva visto Argo”.
Con queste parole Mino Milani accende la magia delle ultime dieci pagine dense di emozione.
L’eroe lascia il posto all’uomo e la descrizione dell’incontro è quanto di più delicato si possa immaginare.
Come “un occhio di bue” la vicenda si concentra su sguardi, sensazioni ed emozioni, scambiate con uno sguardo.
C’è tutto il magnetismo dell’emozione del ritrovarsi, commossi, sopravvissuti alla storia.
Cane e padrone, logorati dalla vita, sono travolti da un flusso inarrestabile, sotterraneo e viscerale. Si “sentono” si riconoscono.
Ulisse dimentica circospezione e strategie alla vista del suo amico più fidato. Argo prova una gioia più potente della morte.
Mino Milani ne umanizza il pensiero.
Ci fa sentire con il suo cuore di cane, le emozioni e quel “crick” che lo risveglia.
La profonda gioia di Argo e la sorpresa di Ulisse testimoniano un legame che va oltre la razionalità, il tempo e lo spazio.
Un legame simbolo di fedeltà e lealtà descritto in un tourbillon di emozioni che rendono visibile la scena.
Un lungo addio pietoso che conquista e commuove anche chi non ha mai posseduto un amico canino.
Edito da Einaudi Ragazzi, “La storia di Ulisse e Argo” non è solo un classico per ragazzi ma un romanzo consigliato a chiunque ami i buoni sentimenti.