di Margherita Vetrano – “Le madri non dormono mai” è l’ultimo romanzo di Lorenzo Marone.
Uscito nella primavera 2022, “Le madri non dormono mai” è un romanzo-verità sull’Icam di Lauro, l’Istituto a custodia attenuata per madri, in provincia di Avellino.
Dopo i successi di “Magari domani resto” e “La tentazione di essere felici” Lorenzo Marone torna alla scrittura con un racconto duro che fa luce su una realtà difficile.
Edito da Einaudi, “Le madri non dormono mai” racconta di Miriam, Diego, Miki, Greta e dei personaggi che ruotano intorno alla vita del carcere: prigioniere, guardie e bambini.
Miriam e suo figlio Diego arrivano in Icam: la prima, contro tutti, il bambino, con la sua gioia di vivere, incurante del contesto.
Ad accoglierli, la guardia Miki, all’apparenza imperturbabile, colpito dal fascino selvaggio di Miriam e la psicologa Greta, fragile e controversa.
Ognuno, un nodo da sciogliere, ognuno un’ancora per l’altro.
Sullo sfondo, tra i racconti e i ricordi, la città col suo degrado, la difficoltà di sopravvivere ad un destino e la voglia di ricominciare.
Lorenzo Marone scrive un libro sui vinti. Apre le porte del carcere e delle vite di chi le abita.
Articolato nell’intreccio delle storie dei personaggi in cui ognuno è protagonista centrale, “Le madri non dormono mai” ci cala in una realtà concreta.
La ripetitività dei giorni tutti uguali, eppure diversi per impercettibili sfumature che portano ogni protagonista incontro al suo destino, è ingrediente di grande fascino.
La discriminante è lo stato d’animo che flette e cambia ad ogni alito di vento.
E’ la puntuale descrizione che muta il lettore in attore, facendogli sentire le emozioni narrate.
La rabbia, la disperazione, la convinzione che il destino cucito addosso da un passato, non possa essere cambiato.

In questo panorama di delinquenza e disfattismo, Marone inserisce l’elemento chiave: i bambini.
Lo fa a pennellate leggere e colorate dai loro sorrisi, i giochi e le risate che nemmeno il carcere può spegnere.
E’ la loro spensieratezza che allevia la pena delle madri detenute e lentamente, la loro percezione delle cose cambia.
La gabbia può essere accogliente; si può desiderare di sopravvivere e aver cura di un figlio e capire che anche le mura del carcere possono diventare un rifugio nel quale costruire la propria rinascita.
Sotto gli occhi del lettore, pagina dopo pagina, la vita diventa semplice anche in Icam, dove i bambini preparano l’albero di Natale, si mascherano a Carnevale e vanno a scuola.
Le sbarre scompaiono dalle finestre e il cortile diventa un giardino a cielo aperto dove le madri possono chiacchierare e i bambini giocare.
Ma poiché un carcere resta un carcere, con le sue regole e i suoi tempi, ogni detenuta dovrà seguire la sua strada.
Lorenzo Marone descrive un valzer senza musica, in cui i personaggi trovano il loro posto nel mondo.
Il suo sguardo dolce-amaro punta i riflettori su un mondo sconosciuto ma vicinissimo.
“Le madri non dormono mai” è un racconto dolente di vite a metà e di voglia di ricominciare.
“L’unico modo di sfuggire alla condizione di prigioniero è capire com’è fatta la prigione”
Italo Calvino