di Marianna Mandato – Sono in vacanza e mi viene un’idea: vado alla ricerca di belle notizie, così faccio una scorpacciata di bellezza e quando torno alle cose che solitamente si definiscono ‘di tutti i giorni’ mi aiuterà ad avere più forza.
Sono a Tortoreto lido, in Abruzzo, sull’Adriatico. È sempre una cosa meravigliosa essere in vacanza, fa sentire tendenzialmente liberi e bendisposti verso la vita. Con la voglia di allontanare problematiche grandi e piccole e di buttarsi a capofitto in tutto il positivo che ci può essere in giro qui e lì.
“Qui sicuramente ne troverò tantissime”, penso, “dovrò solo scegliere a quale dare maggior risalto per poterla condividere per prima”.
La mattina seguente inizio a chiedere. Guardo due baristi molto giovani mentre bevo un caffè e gli dico “buongiorno ragazzi! Mi sapete dire che cosa è successo di bello in quest’ultimo periodo in zona? Avete qualche bella o buona notizia da darmi? Voglio scrivere qualcosa su quel che accade di bello”.
I ragazzi sono perplessi, si guardano un pochino increduli. Poi la più intrepida dei due prende la parola e “no”, dice, loro proprio non sono a conoscenza di buone notizie. Pare che in questo posto “non capiti granché”. Io insisto, forse non hanno capito bene la mia richiesta. Forse mi sono spiegata male. Uno dei due si spegne. L’altra, allora, con un bel sorriso che le illumina il volto esclama: “va bene, io non ne ho di belle notizie, ma ora chiedo in giro ai miei amici!”. Benissimo.
Continuo il mio tour alla ricerca di buone notizie. Vado dal panettiere, in altri stabilimenti balneari, in spiaggia, in farmacia, in un negozio di abbigliamento, in gelateria, in una parafarmacia.
Ma ogni volta, incredibile a dirsi, la risposta è simile a quella precedente, “eh, ma quest’anno non è stato proprio il massimo”. “Ma che genere di buona notizia cerca?”, “eh, che vuole che le dica… quest’anno poi…”, “mah, sa, è stato un anno difficile”, “eh, sa, c’è la pandemia, c’è la guerra”, “no, qui nulla di nuovo, è un posto un po’ così…”. Qualcuno, più lungimirante, mi chiede il numero di telefono per poterci pensare con calma e chiamarmi magari in un secondo momento. Una gelataia, tutta felice perché crede che possa essermi d’aiuto, mi chiede il numero ed esclama come fosse stata illuminata “conosco una persona al Comune, sa, vedrà che lei la chiamerà. Se vede un numero di uno sconosciuto, risponda. Sa tutto del territorio!”
Non mi arrendo ma inizio a pensare che forse non è ben chiaro in generale che cosa voglia dire “bella notizia”. Sono però contentissima che si sia attivata una catena di persone che se ne vanno in giro a chiedere se è successo qualcosa di bello perché c’è una tipa che lo vorrebbe sapere. Il ché mi sembra meraviglioso e sicuramente una notizia positiva che rientra nel concetto di bello a tutti gli effetti.
Prendo la mia bicicletta e mi metto a passeggiare sulle due ruote, a catturare immagini e situazioni.
Un cartello non troppo grande rapisce la mia attenzione. C’è ancora! Una piccola oasi del WWF, sì, una piccola area proprio in mezzo a stabilimenti e bagnanti protegge un uccellino che tutti gli anni torna sempre lì a nidificare. Si tratta del fratino eurasiatico. Lo vedo, è proprio lì! Lui anche mi vede e inizia la sua danza di protezione attorno alla piccola rete verde dove sta covando le sue uova, in una buchetta nella sabbia. Non voglio che si agiti, perciò lo fotografo e vado via felice. Evidentemente al fratino questo posto non deve sembrare poi così male. Ci torna. Sa che gli uomini qui lo proteggono. Mi informo, e in effetti scopro che l’uccellino che ho appena visto è il protagonista del Progetto salvafratino per la salvaguardia della specie in via d’estinzione. Anche i bambini delle scuole sono stati coinvolti nel progetto, e hanno decorato il recinto dell’area di nidificazione e il cartello che avverte le persone della loro presenza. Non credo che quel piccolo uccellino abbia mai potuto pensare “quel posto in effetti, non è granché”.
Continuo la mia passeggiata e arrivo ad un ponte di legno molto affascinante che si inerpica fra le dune di sabbia e attraversa un fiume. Le ruote girano in salita, sul legno, lasciando una scia di suono piacevolissimo. Come d’altri tempi, a bordo di carrozze trainate dai cavalli. Sembra di entrare in una nuova dimensione. Vago col pensiero finché qualcos’altro rapisce nuovamente la mia attenzione. Ci sono i fenicotteri! Anche quest’anno sono tornati. Sono lì, su un isolotto che si appoggia su un fiume che si tufferà nel mare.
Li indico e arriva una manciata di persone che si mettono a guardare contente ed estasiate. Hanno il sorriso sul volto. E a me sembra positivissimo e bello che qui ci sia ancora il fiume e che ci siano di nuovo anche i fenicotteri. Ignari del fatto che, soltanto con la loro presenza, donano il sorriso a tutte le manciate di persone che si fermano a guardarli. Riesco a fotografarne uno, che pare voler fare sfoggio del suo lungo ciuffo che si muove sinuoso al vento. Evidentemente anche ai fenicotteri questo posto non deve sembrare poi così male. Non credo abbiano mai potuto pensare “in effetti questo posto è un po’ così….”. Peccato non poterli intervistare.
Riprendo il mio tour e vedo in mezzo alla sabbia illuminata dal sole del tardo pomeriggio, proprio vicino all’oasi del WWF, delle strane forme bianche che paiono cera ma che prima mi erano sfuggite. Mi avvicino. Incredibile, non è sparito come si pensava. Uno splendido giglio di mare! È lì a farsi ammirare. Tanta bellezza in posa che regala sorrisi in cambio di uno sguardo. Mi sembra una notizia splendida. Fotografo anche lui.
Torno in spiaggia. Per oggi mi sento soddisfatta. Ma proprio mentre mi crogiolo sulla sabbia tiepida a fissare il cielo, mi dicono una cosa che migliorerà ancora la mia giornata di ricerca: “ma lo sai che Andrea qualche giorno fa, mentre era in spiaggia, ha visto un delfino?”. Bocca spalancata per l’incredulità. Andrea, un amico che è venuto in vacanza nello stesso posto, pochi giorni prima di me, ha visto un delfino. Qui, proprio qui, nell’Adriatico. Allora lo chiamo. Mi dice con voce emozionata e ancora commossa, “sì! Ero sul lettino a prendere il sole, il mare era magnifico e piatto.
Erano circa le quattordici, quando qui spariscono tutti perché il pranzo è sacro. All’improvviso vedo delle strane ondine che increspano l’acqua. Poi una macchia scura. Mi incuriosisco. Allora afferro il telefonino e mi precipito verso l’acqua. Proprio mentre corro, vedo un delfino spiccare un salto davanti a me. Era grandissimo. Non si poteva equivocare, era proprio lui, un delfino… con la sua forma da delfino! Non lo avevo mai visto prima. Più volte sono stato anche in barca a vela in posti dove normalmente si avvistano, ma niente. Non ho avuto la prontezza di riprenderlo. Di fare una fotografia. È stato un attimo. Mi sono tuffato, ma lui in pochissimo si è allontanato”. A sentirlo mi viene la pelle d’oca e un’emozione che sa di incanto. “Ha voluto proprio ringraziarti che tu fossi lì in quel momento, attento a quello che stava succedendo. Era uno spettacolo esclusivo per te”. E mi par di dedurre che questo posto non è poi così male neanche per il delfino. È anche lui una notizia bellissima.
Per tutti coloro che ancora non avessero capito, le notizie buone sono dappertutto. Bisogna soltanto saperle vedere. Ascoltare. D’altra parte ce lo dice la parola stessa. È positivo tutto ciò che è reale, che è posto lì per noi. Sì, è posto lì, a portata di mano, di sguardo. Ma anche di olfatto, gusto e udito. Aspetta solo che noi lo notiamo. La notizia è proprio ciò che rendiamo noto. Ciò che decidiamo di rendere noto. Un’informazione su qualcosa o qualcuno che vogliamo si conosca. Insomma, basta guardarsi un pochino intorno e non si saprà più da dove partire per raccontare belle notizie… per renderle note, conosciute.
E così come diceva la mia simpatica e saggia professoressa di filosofia al Liceo, continua ad essere vero che “ad ogni pessimismo è di gran lunga preferibile un sano realismo”.
Buone vacanze a tutti!