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Home B.I.N. - Bellezza Interna Netta

Branduardi canta per Amatrice

In concerto nel nuovo Auditorium della Laga donato dalla Croce Rossa

di Massimo Lavena
27 Settembre 2021
in B.I.N. - Bellezza Interna Netta
Tempo di Lettura: 3 mins read
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di Massimo Lavena – Il 25 settembre è stata intitolata la “giornata mondiale dei sogni“. Una di quelle invenzioni che dovrebbero spingere a riflettere l’umanità sulle cose più disparate, dai problemi sociali, a quelli del creato, passando per la giornata mondiale del putipù a quella dello gnocco fritto.

Questa proliferazione di dedicazioni, però, ogni tanto rende giustizia a una giornata in particolare, nella quale, il proprio significato si sublima e materializza.

foto Massimo Lavena 2021

Questo è quanto è successo sabato 25 settembre 2021. Il luogo è Amatrice, con le ferite del terremoto del 2016 ancora visibili  a cielo aperto, con le casette della new town ingentilite dalla forza degli abitanti e con una volontà di non fermarsi che rende onore alla popolazione.

La Croce Rossa Italiana ha donato alla città ferita un luogo di cultura, un nuovo auditorium, con ampia cavea esterna e una bella sala moderna più intima: l’Auditorium della Laga, sarà una nota di vita, un richiamo per i turisti, per gli artisti che vorranno ridare voce alle loro esecuzioni musicali e teatrali in un territorio oltraggiato e ferito dal dramma del terremoto e che sta cercando di reagire.

Leggere i cartelli che chiedono, con delicatezza , di non fotografare le rovine ancora massicciamente presenti, in rispettosa preghiera dei morti e di chi ancora soffre, fa capire quanto l’Auditorium donato dalla Croce Rossa sia la realizzazione di un sogno per tutta Amatrice.

foto: Massimo Lavena 2021

Il personaggio: Angelo Branduardi. Lui ha ufficialmente inaugurato con un concerto all’aperto il nuovo Auditorium. In verità il concerto doveva svolgersi il 1° agosto scorso, ma un allarme Covid-19, a prove già effettuate, fece immediatamente annullare la data ma non la disponibilità dell’artista. Che alla prima occasione si è recato nella cittadina tra Lazio e Abruzzo, per ottemperare all’invito ricevuto.

Giunto a 71 anni, con 50 album pubblicati, colonne sonore, riscoperte delle fonti antiche, scelte coraggiose come musicare William Butler Yeats, San Francesco e Santa Hildegard von Bingen, continua a mettersi in gioco. Che sia con il suo gruppo di fedelissimi o in duo con il geniale polistrumentista Fabio Valdemarin sente il richiamo del palco, del rapporto con il suo pubblico come se fosse ogni volta una prima.

foto: Massimo Lavena 2021

E l’emozione si percepiva forte mentre le note branduardesche coloravano la notte di Amatrice: e tra le parole in musica delle diciotto canzoni cantate era una festa vedere le tute rosse dei volontari della Croce Rossa mischiarsi alle magliette rosse dei fan di Branduardi della “Locanda del Malandrino“, un gruppo di fedelissimi del cantautore di tutta Italia e diffusi anche in tutto il mondo,  che gli assicura sempre il suo calore. In una notte fredda, poi, come quella amatriciana, sarà stato certamente ben gradito. 

foto: Massimo Lavena 2021

Branduardi non si è risparmiato con il funambolico Valdemarin: ha cantato, raccontato, scherzato con il pubblico: ha onorato con il suo violino e le sue chitarre il “sogno” di Amatrice di tornare a vivere normalmente, un sogno grande, un sogno possibile.

“La musica non può ricostruire le case – ha detto Branduardi – però dà la serenità, è altamente terapeutica, perché è rapimento, come diceva Dante Alighieri.

C’è il Canto XI del Paradiso di Dante Alighieri che io ho musicato: secondo me la figura di San Francesco, la figura di Dante e la canzone di sé per sé, possono essere assolutamente centrali in un concerto particolare come questo”.

foto: Massimo Lavena 2021

Il concerto è stato molto intimo, con una selezione  di canzoni che hanno attraversato tutta la carriera di Branduardi: il finale ha visto il pubblico chiamato a partecipare all’esecuzione de “Alla fiera dell’Est”, quella canzone come suol dire sempre Branduardi, che gli ha regalato “Un po’ di immortalità”. Un gioco allegro in una notte stellata di sogni e di speranza.

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Massimo Lavena

Massimo Lavena

Cagliaritano, nato il giorno della befana del 1966. Io b-hop perché ho sempre amato mangiare e cucinare, la musica, lo sport, il cinema. Sogno un giorno di andare in Namibia, o nella Terra del Fuoco, o nello Saskhatchewan, o in Nuova Zelanda. Sognavo anche di andare nelle Isole Svalbard, ma adesso è vietato, troppi orsi bianchi! E non essendocene in Sardegna non saprei come comportarmi.

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