di Marta Lops – Dall’ambizione di condividere bellezza e dare forza e visibilità all’arte contemporanea italiana è nato Artxit, un portale che permette a chiunque di acquistare da remoto opere di artisti selezionati, provenienti da diverse regioni, in esclusiva sulla piattaforma.
Ne parliamo con Eugenio Cannarsa che in questo desiderio ci ha creduto e per realizzarlo sta investendo passione e dedizione.

Vive a Sydney da dodici anni ma è nato in Italia, un Paese che ha nel cuore. Figlio di due artisti, pur avendo fatto altro nella vita, in mezzo all’arte ci è cresciuto.
Un anno e mezzo fa, con un piccolo gruppo di collaboratori, ha avviato questo progetto, “la prima galleria d’arte italiana online”,
racconta a B-Hop, “un portale in cui si possono acquistare opere di artisti italiani contemporanei”.
L’idea nasce dall’aver osservato da un lato “che moltissime opere restavano negli studi, non erano esposte e non vedevano la luce del sole” e dall’altro
“che l’arte viene considerata come qualcosa di esclusivo” mentre, “anche quella di un certo livello, non deve essere costosa e inaccessibile”.
Cannarsa parla di sé come una di quelle persone che ha avuto “la fortuna di lavorare molto da giovanissimo” per poi avere l’occasione di reinvestire nell’arte, uno dei punti di forza dell’Italia, ma anche un settore sottovalutato per anni”.
“Dimentichiamo troppo spesso che l’arte italiana è quella che ogni trent’anni riscrive la storia delle tendenze globali”.
Per lui non si riduce tutto a vendere quadri, sculture o foto, l’obiettivo è anche quello di “educare l’acquirente alla storia dell’artista”.
Che il cliente sia a New York, a Mosca o a Singapore, “vogliamo farlo entrare in contatto con questo, farlo arrivare fin dentro il suo studio”.
Gli artisti sono selezionati su invito di un comitato indipendente, non ci sono candidature spontanee, “investiamo su di loro con un approccio inedito rispetto alle altre piattaforme perché al professionista non costa nulla”. Li scelgono per le loro capacità, nell’intento di dare vita a una sorta di “economia circolare, qualcosa che nel mondo dell’arte non era ancora stato fatto”.
“Senza entrare in competizione con le gallerie, vogliamo dare all’artista un veicolo nuovo per trovare acquirenti e per farsi conoscere in tutto il mondo
sottolinea Cannarsa. Avendo tutto digitalizzato, Artxit funge da archivio dell’artista, offrendo costantemente online ogni opera, di ogni periodo, rendendola acquistabile al di fuori dei canali ordinari, è questo che la differenzia.

Ed è qui che si inserisce uno strumento fondamentale: i video, una chiave di comunicazione essenziale, soprattutto all’estero.
Il primo, di Graziano Spinosi ha “lanciato” la piattaforma, che immediatamente ha ottenuto un buon numero di visualizzazioni, confermando che “la comunicazione video è tutto oggigiorno”.
Le riprese sono servite ad Artxit come “una sorte di lente di ingrandimento su realtà attuali che non avevano ancora visto la luce”. La loro esigenza è quella di promuovere gli artisti facendo anche scoprire il loro background, le loro radici, la loro quotidianità.
Tramite il video si entra a casa dell’artista, si comprende dove svolge la sua ricerca, dove la sua arte prende forma.
Stanno realizzando così “un reportage sull’arte contemporanea italiana, filmando gli artisti nei loro studi e nei loro atelier”.

In pochi minuti ci si proietta nella magia delle xilografie a colori di Umberto Giovannini, dei soggetti unici o nella ricerca instancabile di Massimo Pulini, la cui arte è intrecciata con la storia e la memoria della pittura. I paesaggi di Mauro Pipani fanno irruzione nel cuore e negli occhi e la cura con cui Graziano Spinosi esplora nuovi spazi e si muove tra pennelli e attrezzi, dando alle piccole cose il valore che meritano, è poesia pura. Insieme alle affascinanti foto (vere opere d’arte) di Patrizia Zelano.
Artxit è in grande espansione. A fine aprile hanno avviato una partnership con una start up francese, Convelio, che si occupa delle spedizioni e gli artisti sulla piattaforma stanno crescendo di numero. La società è nuova e ha progetti a lungo raggio, col fine di “far conoscere l’arte contemporanea italiana a livello internazionale e dar modo alle persone di comprarla direttamente dall’interessato”.
I video pubblicati ad oggi sono quattro, due usciranno a breve e altri quattro sono in produzione.

“Il progetto ha dato speranza agli artisti” conclude Cannarsa, in un anno di pandemia in cui si sono trovati in casa a produrre molte più opere e a comunicare con l’esterno attraverso il digitale. Un’impresa non semplice per alcuni e alla quale si sono dovuti adeguare pian piano. Investire in un piano simile, in un anno come questo, in Italia, è stato certamente un rischio, ma l’ideatore ha voluto guardare avanti, in un’ottica di ripresa non solo economica, ad un futuro in cui
“magari le persone vorranno aggiungere un po’ di colore alle loro vite e nelle proprie case”.