di Claudia Babudri – Purezza formale, tratto definito ed elegante, colori chiari e personaggi aggraziati immersi nell’armonia di immortali silenzi. Lo stile del Perugino, al secolo Pietro di Cristoforo Vannucci, torna a regalarci emozioni a ben 500 anni dalla sua morte.
Per onorare la ricorrenza, in occasione della mostra alla Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia, la Ballandi Multimedia S.p.a. in collaborazione con la Nexo digital, ha tributato all’artista il docufilm “Perugino. Rinascimento immortale”, opera diretta da Giovanni Piscaglia, al cinema dal 3 al 5 aprile 2023.
Il documentario, con la partecipazione straordinaria dell’attore Marco Bocci, racconta il divin artista partendo dal legame con la sua terra, l’Umbria, narrandone la vita, accompagnando lo spettatore nello straordinario percorso del Perugino tra Roma e Firenze, a contatto con maestri come il Verrocchio e artisti del calibro di Botticelli e Leonardo da Vinci.
Una storia narrata tra le luci del successo e le ombre di una fama affievolitasi con lo scorrere dei secoli a causa dell’ingombrante figura dell’allievo, Raffaello Sanzio, e del giudizio poco lusinghiero vergato nelle “Vite” del Vasari che il docufilm si propone di smentire, portando prove, testimonianze di esperti e l’analisi delle opere del maestro, alla ricerca di una verità diversa da quella giunta fino a noi.
Dopo le tavolette di San Bernardino a Perugia, il Vannucci realizzerà L’Adorazione dei Magi, primo capolavoro, oggi alla Galleria Nazionale dell’Umbria.
Ma la vera consacrazione ad astro nascente dell’arte italiana arriverà solo negli anni 80’ del Quattrocento con gli affreschi della Cappella Sistina, in cui ancora oggi possiamo ammirare La consegna delle chiavi.

Imprenditore di successo, dirigerà due botteghe, una delle quali a Firenze, sull’esempio del maestro Verrocchio, diventando punto di riferimento e fonte di ispirazione per contemporanei e posteri.
Richiesto dalle maggiori corti italiane, il Perugino farà scuola per la pittura armonica, l’equilibrio perfetto tra uomo e natura, realtà e ideale, le inedite composizioni e iconografie e il nuovo ideale di bellezza femminile espresso dalle sue Madonne, concependo straordinari cicli affrescati come quel del Collegio del Cambio a Perugia.
La potente aura devozionale che ammanta i capolavori del maestro pregni di un linguaggio semplice e diretto, fu il motivo per cui probabilmente la sua opera fu risparmiata ai roghi del Savonarola, costituendo un fenomeno artistico che trova precedenti nell’opera di Giotto.

Purtroppo, nonostante la grandezza artistica, agli inizi del Cinquecento, Raffaello, Leonardo e Michelangelo, oscurarono l’astro del Perugino, costretto, negli ultimi 20 anni della sua lunga vita, a ritirarsi nella terra natia, dove morirà di peste nel 1523 a Fontignano, divenendo nel tempo, preda di cattive letture ed interpretazioni.
Adorazione dei Magi, Pietro Vannucci detto il Perugino, 1475 circa, olio su tavola Galleria Nazionale dell’Umbria, PerugiaPer questo motivo, “Perugino. Rinascimento immortale” intende riequilibrare il giudizio sul Vannucci, la cui pittura è ancora in grado di trasmettere tutta la sua forza e purezza, raccontata, nel docufilm, attraverso l’allestimento della mostra alla Galleria Nazionale dell’Umbria e il restauro di alcune opere del maestro.
Il documentario, impreziosito dai contributi del direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria Marco Pierini, del direttore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze Eike Schmidt, della docente di Storia dell’architettura all’Università di Firenze Emanuela Ferretti, del Geografo all’Università di Bologna Franco Farinelli, della storica dell’arte della Galleria Nazionale dell’Umbria Veruska Picchiarelli, dello storico Franco Cardini e del coreografo e ballerino Virgilio Sieni, si propone di evidenziare il ruolo fondamentale del Perugino nella storia del Rinascimento, in un viaggio attraverso l’Italia alla scoperta dei grandi capolavori che lo hanno reso immortale.