(di Agnese Malatesta) – #unacosabellaognigiorno Saper vedere ‘cose belle’ anche se isolati a casa. E’ possibile, si può fare. Piccole cose come, cucinare qualche piatto speciale, lavorare in giardino, pulire ed innaffiare piante, aiutare i genitori nei lavori domestici, leggere un libro nuovo o ascoltare musica.
Momenti che, durante la sospensione delle normali attività scolastiche e lavorative, acquistano un significato nuovo, positivo.
Momenti immortalati da foto e video postati su Facebook che stanno impegnando un gruppo di scout dell’Agesci (Roma 128), un centinaio di piccoli e giovani (dai 5 anni in poi), sotto la guida accorta dei capi che vogliono mantenere al massimo le proprie attività, anche se online.
“Ci stiamo reinventando – sottolinea l’Akela del gruppo – Dopo la chiusura delle scuole e delle normali attività, anche quelle scout,
nelle nostre case è iniziata una nuova sfida: rimanere uniti in questo momento, ‘sorridendo e cantando anche nelle difficoltà’”.
Nasce così su un profilo Fb appositamente creato, un profilo chiuso, #unacosabellaognigiorno: ognuno è occupato a riconoscere e condividere una ‘cosa bella’ vissuta.
“Abbiamo dato sfogo alla nostra creatività multimediale: dalla sfida di #unacosabellaognigiorno alle video call di comunità dei capi, alle riunioni online con i grandi ma anche con i più piccoli del gruppo. Ci piace l’idea di continuare a fare le ‘cose normali’, per dare una prospettiva ai nostri ragazzi, a noi, e sentirci una comunità nonostante tutto”.
“Nei nostri incontri online diamo spazio al gioco, ai racconti, alle attività manuali. Riceviamo un ottimo riscontro. E positivi – prosegue Akela – sono i contributi che inviano i nostri scout sulle cose belle che fanno. In una settimana abbiamo superato i 130 post. Dal gioco coi fratelli all’aiutare il papà a fare la barba, a cucinare che va alla grande o lavorare in giardino, sono tante le attività che voglio condividere con spirito di positività”.
Purtroppo, “ci sono bambini e ragazzi che non hanno la tecnologia a casa, non è un aspetto banale. Ci sono famiglie, spesso di immigrati, che non hanno i mezzi per potersi collegare. Ci stiamo attrezzando cercando di poter venire incontro anche a queste famiglie”.
“L’importante è sottolineare cose positive che ci sono anche in questa fase della nostra vita”.
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