Sapete che si può vivere bene e con tutti i comfort in vere e proprie case di paglia? E’ possibile grazie ai giovani progettisti de “Il filo di paglia” (http://www.filodipaglia.com/), Sara Bartolini, Francesca Romaniello, Andrea Gilardi e Matteo Pierattini, quattro professionisti dai curriculum diversi ma uniti dal voler seguire un percorso di architettura sostenibile.
Nasce così l’esperienza di questo Studio Associato che, oltre a progettare per il cliente, si impegna a fornire tutti gli strumenti per il miglior inserimento nell’ambiente della costruzione, la ricerca dei materiali in zona, seguire le varie fasi costruttive finanche insegnando agli stessi committenti come autocostruire la loro abitazione.
Non facciamoci ingannare: le case di paglia (ma anche canapa, legno, calce, pietra e dove serve cemento e ferro) sono solide, durature, belle e con tutti i comfort che possiamo immaginare. L’uso di materiali di zona naturali, a basso impatto ambientale, è solo una delle molte peculiarità che le caratterizzano. A livello strutturale non hanno nulla da invidiare rispetto a quelle “tradizionali”, garantiscono un ottimo isolamento e permettono una regolazione naturale della temperatura, oltre che proteggere dai rumori.
“Io e Matteo – dice a b-hop Sara Bartolini – abbiamo conosciuto Francesca ed Andrea nel 2012 e deciso di unire le nostre esperienze. Attualmente operiamo in Toscana, Umbria e Marche, dove già possiamo realizzare direttamente con imprese di costruzione qualificate”.
“L’interesse per materiali alternativi – prosegue – è nato con un progetto richiesto da un’azienda agricola. A partire da quello abbiamo accresciuto le nostre conoscenze in materia con corsi sia in Italia sia in Francia, dove l’uso della paglia e di altri materiali naturali è già molto diffuso”.
Oltre alla paglia i progettisti hanno realizzato “murature con canapa, che opportunamente miscelata con acqua e calce formano un mix perfetto per prestazioni di isolamento termico ottimali. La terra cruda degli intonaci garantisce una naturale regolazione dell’umidità interna, assorbendo quando in eccesso, rilasciandola quando è molto secco. Basta associare queste prestazioni ad un’adeguata distribuzione degli ambienti, alla creazione di ‘camini termici’ naturali con lucernari posti in copertura. In questo modo si azzera la necessità di climatizzazione estiva, oltre ad abbattere notevolmente le necessità termiche di riscaldamento invernale”.
“Le costruzioni realizzate con questa tecnologia – precisa Sara – hanno una durabilità paragonabile alle tradizionali in pietra, necessitano solo di una manutenzione ordinaria e di un controllo maggiore degli intonaci e dei tetti, visto che l’unico loro nemico possono essere le infiltrazioni di acqua. Si inseriscono bene nel territorio, sfruttano materiali ‘poveri’ reperibili in zona, hanno costi di costruzione inferiori almeno del 25% rispetto alle tradizionali. Un risparmio che, associato ai minori costi di gestione, regalano una sostenibilità sociale migliore da tanti punti di vista, soprattutto se si sfruttano tutti gli impianti eco-friendly che vi si possono implementare, dai pannelli fotovoltaici alle stufe a pellet, dal recupero delle acque piovane per irrigazione fino ad impianti di filtro-depurazione naturali”.
Oltre ad occuparsi degli adempimenti burocratici, della progettazione, scelta dei materiali in zona e della costruzione lo studio associato organizza periodicamente dei workshop negli stessi cantieri in fase di realizzazione, per illustrare le varie tecniche, indirizzate sia a privati, per l’autocostruzione, sia ad imprese che vogliono conoscere queste tecnologie. “Stiamo riscontrando sempre maggiore interesse da parte di imprese maggiori: superata una prima fase di scetticismo sono in costante aumento le richieste che riceviamo”.
Una filosofia nel costruire che abbatte il concetto del “dentro” e “fuori”, creando una complementarietà, un’osmosi tra le case e l’ambiente esterno, che può donare un nuovo equilibrio, all’ambiente, a noi e… perché no… al nostro portafoglio.