“Roma Sposa”, il Salone Internazionale della Sposa, si è tenuto a Roma dal 3 al 6 ottobre 2019.
(di Margherita Vetrano) – Arriverà un momento in cui la vostra unica figlia femmina, alle soglie dell’adolescenza, vi chiederà con occhi stellati di trascorrere del tempo insieme a voi; e sarà proprio in quel preciso momento che dovrete essere disposte a portarla anche nel luogo in cui non siete mai state…nemmeno quando la sposa eravate voi.
L’iniziativa sarà senz’altro piacevole, sia che siate un’appassionata del genere o che siate refrattarie al fashion e a tutto ciò che faccia rima con consumismo; in questo caso, il segreto sarà approcciare l’evento come se fosse una mostra d’arte o la visita ad un museo.
Quest’anno la location sotto la nuvola di Fuksas all’EUR ha garantito un impatto visivo di qualità. In qualche modo la vostra osservazione potrà soddisfare un interesse di tipo antropologico, approfittando per studiare dei comportamenti surreali, tipici di chi pianifica un matrimonio.
L’osservazione parte dall’utenza, che può spaziare dalle coppie in cerca di un’idea originale, entusiasti e tonici, a quelle in cui il futuro sposo si trascina da uno stand all’altro, rianimandosi solo in vista delle modelle in vestaglia che attraversano gli stand.

La formazione tipo è: sposa, madre della sposa e sposo in seconda fila, carico di buste e depliant, interpellato solo se in “modalità assertiva e confirmatoria” in cerca di una via d’uscita il più rapidamente possibile.

Il carosello di abiti da sposa è senz’altro una gioia per gli occhi e in men che non si dica vi troverete a commentare con termini da stilista consumato anche la peggior pacchianata.
Le sfilate pianificate a ritmo serrato catturano l’attenzione e riservano un momento di vera magia, merito delle modelle, altere ed eleganti, che difficilmente trovano una corrispondenza nella platea che osserva attenta.

La speranza è che la scelta dell’abito sia adeguata alla silhouette delle sposine, non sempre filiformi. Si può notare con piacere che alcuni stand dedicano spazio agli abiti curvy…non tanto spazio in realtà ma è già un inizio.

La macchina commerciale è imponente e i venditori catturano letteralmente i passanti che serpeggiano nei corridoi. Il loro percorso è obbligato, non possono sfuggire.
Mi sono trovata a chiedere tariffe di servizi fotografici, farmi prendere le misure e favoleggiare di un’ipotetica data dell’evento, per non contrariare i vari espositori che mi sottoponevano cataloghi e tessuti esigendo un mio parere.
La visita si è comunque dimostrata molto istruttiva, considerando che:
- Al giorno d’oggi nessun servizio fotografico può essere considerato tale se non si dispone almeno di un “drone”;
- Puoi scegliere una location in villa o borgo ma il ristorante no, è terribilmente out, a meno che durante il matrimonio non decidiate di festeggiare anche battesimo e prima comunione dei vari figli avuti nei matrimoni precedenti;
- La sposa deve avere un’auto adeguata, selezionata tra Lamborghini o Rolls Royce…ma anche un Quad può andar bene, se vorrete realmente sorprendere i vostri ospiti.
Il merito di una visita “senza impegno” vi regalerà la gioia di osservare ed apprezzare gli abiti da sposa e di inorridire davanti a marsine barocche
La visita completa la sua interattività invitando al voto di una competizione tra stilisti emergenti, presenti e prodighi di spiegazioni delle loro creazioni…ecco, siate sinceri nel voto ma non nel confronto vis-à-vis, se potete, alcuni giovani meritano fiducia per l’entusiasmo più che per il gusto. Il tempo di certo li aiuterà ad affinare la tecnica.
Gli stand dedicati ai viaggi di nozze possono interessare anche chi, come noi, era fuori contesto, scoprendo nuovi itinerari ed angoli di paradiso nascosti.
Lasciare la folla e rilassarsi nel vicino prato accanto al laghetto, vi darà il piacere di aver assistito a qualcosa di diverso. Forse sarete presto bersagliati da e-mail e messaggi promozionali ma avrete la gioia di poter commentare e condividere con vostra figlia qualcosa che vi riporti indietro nel tempo.
Potrete spiegarle di come non si tratti di un punto d’arrivo ma di un evento che può far parte della vita di ognuno di noi oppure no.
Aiutatela a riflettere sulla gioia di programmare un matrimonio intimo, personale ed indipendente, senza wedding planners né diktat modaioli, affinchè possa esser un giorno di festa che coinvolga tutti.
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