Possono bastare 5 minuti per trasmettere empatia e (speriamo) smontare qualche pregiudizio. 5 minuti è la durata del corto di animazione Funkino, un progetto innovativo che coinvolgerà 15 richiedenti asilo e rifugiati accolti a Palermo e un virtuoso team di giovani creativi che usano l’arte per creare integrazione.
Ad idearlo è l’associazione culturale di Palermo Zabbara, che dal 2014 promuove la produzione audiovisiva e le arti visive “come strumenti potenti per il cambiamento sociale, la pace e il dialogo tra le diverse comunità dell’area mediterranea e dell’Europa”.
Con la brutta aria che tira in Europa – chiusura delle frontiere, respingimento forzato dei migranti, nuove derive nazionaliste, paura del terrorismo – Funkino è un progetto partecipativo e formativo che punta alla creazione di lavoro, la via privilegiata per l’incontro fruttuoso tra culture diverse e l’inserimento nella società italiana.
In un laboratorio i 15 richiedenti asilo e rifugiati si interfacceranno con professionisti del mondo dell’animazione, del teatro, del cinema e dell’illustrazione per dare vita, insieme, ad una storia originale, una fiaba moderna.
I creativi di Funkino non hanno timore di affrontare i pregiudizi con l’arte del disegno e dell’ironia. Anche se il cammino è lungo e difficile sono convinti che per “creare nuovi possibili scenari bisogni prima di tutto immaginarli e magari – perché no? – disegnarli e animarli”.
Ecco svelati a b-hop alcuni particolari del progetto, per il quale è aperto un crowdfunding. Ce ne parla l’ideatore Daniele Saguto, musicista e sociologo, e l’animatore Andrea Oberosler.
Il mondo del lavoro visto dai migranti: cosa volete far emergere innanzitutto?
Attraverso il crowdfunding vogliamo raccogliere i fondi per poter avviare la sperimentazione di un approccio partecipativo alla produzione culturale basato sul coinvolgimento attivo di richiedenti asilo e beneficiari di protezione internazionale nel processo produttivo e stimolare un dibattito pubblico in Italia sul ruolo del lavoro nei percorsi di inclusione.
Perché è così urgente decostruire la narrazione su migranti e mondo del lavoro?
L’accoglienza e l’integrazione dei migranti è una questione di vitale importanza per l’Italia di oggi. La via che si oppone alla chiusura delle frontiere, al respingimento forzato dei migranti e all’emergere di nuove derive nazionaliste deve necessariamente far fronte ad un’esigenza concreta: la possibilità di creare lavoro, sfruttando le possibilità che l’incontro di culture diverse può offrire. L’ambito culturale diviene così fondamentale perché può diventare, al contempo, vettore di crescita territoriale e motore di una trasformazione dell’immaginario negativo dominante riguardo al fenomeno migratorio.
Smontare il pregiudizio “ci rubano il lavoro” sarà dura: avete già idea di quale argomentazioni porterete?
Attraverso il laboratorio di scrittura partecipativa del soggetto del corto di animazione verrò dato nelle mani dei partecipanti un potente strumento narrativo e comunicativo, in grado di veicolare un punto di vista inedito e interessante sul mondo del lavoro in Italia oggi.
Rompere gli stereotipi non è semplice, il cammino è lungo, pieno di ostacoli e resistenze palesi e latenti. Siamo però convinti che per scardinare il pregiudizio e per creare nuovi possibili scenari bisogni prima di tutto immaginarli e magari – perché no? – disegnarli e animarli.
FunKino sarà una piccola goccia colorata e vitale di questo cammino. Speriamo prossimo ad un cambiamento di vedute. Anche se i segnali politici di tutta Europa al momento sono preoccupanti e vanno in tutt’altra direzione.
Avete già iniziato a Palermo gli incontri conoscitivi con i richiedenti asilo. Uno di loro potrà vincere una borsa lavoro. In cosa consiste?
Il vincitore della borsa lavoro verrà selezionato tramite un concorso di idee, che verrà lanciato al termine del laboratorio di FunKino e gli darà la possibilità di continuare la sua esperienza in ambito cinematografico tramite un periodo formativo retribuito partecipando ai progetti di Zabbara, associazione di Palermo che ha dato vita al progetto.
Come si svolgerà, in concreto, il processo creativo che coinvolgerà i richiedenti asilo? Cosa farete insieme?
Verrà tenuto un laboratorio in cui i 15 partecipanti si interfacceranno con professionisti del mondo dell’animazione, del teatro, del cinema e dell’illustrazione ed insieme creeremo una storia originale, una fiaba moderna.
Dopo il momento della scrittura vi sarà la creazione dello storyboard e infine Andrea Oberosler e Letizia Depedri (rispettivamente animatore e illustratrice trentini) realizzeranno e animeranno il cortometraggio.
Sarà un modo per i ragazzi per approcciarsi alla produzione cinematografica sfruttando l’universalità del linguaggio cinematografico.
Perché la scelta dell’animazione, quanto durerà il corto e in quali canali pensate di farlo girare?
Il cortometraggio durerà circa 5 minuti. Abbiamo deciso di sfruttare il mezzo dell’animazione perché lascia ampio spazio e libertà narrativa, permette di giocare moltissimo con la creatività e dà al contempo la possibilità di emozionare lo spettatore.
Usando un linguaggio che massimizza l’aspetto creativo, inoltre, puntiamo a favorire un avvicinamento del pubblico al tema trattato. L’animazione crea empatia, permette l’interiorizzazione della materia narrata e può anche dare spazio all’ironia, arma quanto mai potente per smascherare false argomentazioni e pregiudizi.
Il cortometraggio, una volta completato, sarà inviato a numerosi festival nazionali e internazionali oltre a diventare spunto per progetti educativi nelle scuole e strumento educativo per enti e associazioni.
