A Roma una pista ciclabile diviene spinta per la metamorfosi di un tessuto sociale. E’ quello che sta accadendo in questo periodo in seguito all’inaugurazione della pista ciclo pedonabile che parte dal Parco del S. Maria di Pietà a Monte Ciocci. Cinque chilometri di percorso costati 5 milioni di euro che collegano la zona Nord di Roma con il centro, unendo la collina di Torrevecchia con quella di Balduina.
Il percorso, molto suggestivo, si snoda lungo l’antica ferrovia dei Papi, la Viterbo-Roma, che nel 1998 fu sostituita con l’attuale Fr3 ed incrocia quattro stazioni metropolitane. Quindi si può salire sulla metro o sul treno (con una bici pieghevole) alle fermate di Monte Mario, Gemelli, Balduina, Appiano, Valle Aurelia e scegliere di andare in centro per lo shopping o, al contrario, uscire da Roma verso Viterbo per una gita nel verde. Ma soprattutto può essere utilizzata per raggiungere il proprio posto di lavoro, anche combinando il percorso con altre ciclabili o l’utilizzo del bus. A questo proposito dal 1° agosto 2014 l’Atac, l’azienda municipalizzata per il trasporto romano, consente l’accesso a bordo con le biciclette su 17 linee di superficie, riconoscibili dal pittogramma di una bicicletta rossa su fondo bianco.
Comunque è senza ombra di dubbio, almeno per i piccoli spostamenti, un sistema di mobilità alternativo alla propria autovettura. L’area, a disposizione di ciclisti e pedoni, è ottimamente attrezzata con rastrelliere per parcheggiare la bici, cento panchine per ospitare ciclisti affannati, anziani in cerca di comodo riposo o mamme a guardia dei loro piccoli; tre aree giochi per far scatenare i bambini; una pista di pattinaggio e le necessarie fontanelle per rinfrescare gli sportivi e non solo.
La pista, inoltre, è completamente illuminata da oltre 300 punti luce con tecnologia a led, a basso consumo energetico ed alto livello di resa. Questa importante ed ecologica illuminazione dovrebbe permettere, in un prossimo futuro, di lasciare aperta l’area per l’intero arco della giornata, mentre per il momento ci si dovrà accontentare di utilizzarla dal sorgere del sole fino alla sua scomparsa serale. A tal proposito il Comune si è posto un problema di sicurezza, che a loro dire dovrebbe essere garantita dalla presenza degli stessi cittadini impegnati nelle diverse attività.
Ma l’effetto dirompente che “la sottile linea verde” sta determinando è il cambiamento di abitudini dei cittadini coinvolti. In un quartiere periferico come quello di Torrevecchia, frequentemente protagonista di fatti criminali, soffocato da un traffico folle, privo di importanti centri culturali e di aggregazione, con modesta presenza di impianti sportivi pubblici, la ciclabile produce l’effetto di stanare i cittadini dalle proprie case-dormitorio, di riappropriarsi del territorio.
I bambini abbandonano la solitudine dei videogiochi per tornare a giocare insieme. La massaia interrompe la sua faticosa routine quotidiana per concedersi, armata di una vecchia cigolante bici ritrovata in cantina, una facile pedalata. Comodamente seduto in panchina un anziano si dedica a profonde letture o incontra qualcuno con cui interrompere il silenzio che fa spesso sua compagnia. I vicini di casa, che nella concitazione delle loro convulse giornate spesso non riescono neanche a salutarsi, mentre rincorrono la forma fisica ormai dimenticata trovano finalmente il momento per conoscersi meglio e raccontarsi i casi della vita.
Bisogna dare atto agli amministratori locali che, almeno in questa occasione, hanno interpretato correttamente il loro ruolo e cioè quello di spendere il denaro pubblico per il benessere dei cittadini.