(di Rinaldo Felli) – Sindrome di Asperger, disturbo pervasivo dello sviluppo, autismo. Una diagnosi senza prognosi per un bambino di due anni mezzo. Si chiama Nino il bambino affetto da questo disturbo ed ora, a dieci anni da quella sciagurata diagnosi, è protagonista, insieme alla mamma, la nota attrice, regista, scrittrice Sabrina Paravicini, del film “Be Kind” ovvero di “un viaggio gentile all’interno delle diversità attraverso lo sguardo della diversità”.
Li incontriamo nella loro solare casa e Nino, nonostante sia alla sua prima intervista, è già perfettamente compenetrato nel ruolo. E’ lui a raccontarci che ha accettato di far parte del progetto per fare un dono alla mamma ma è anche pronto a correggerla quando lo identifica solo come aiuto-regista.
“No io sono il regista ed anche l’autore” afferma con orgoglio e con altrettanto orgoglio ci informa che ha già stampato tre libri di fantasy e sta per scriverne un quarto.
Peraltro uno di questi libri farà parte delle ricompense che verranno attribuite a chi sosterrà economicamente il progetto “Be Kind”.
Chiediamo a Sabrina l’origine dell’idea:
“Questo film forse è nato in me 10 anni fa, nel momento in cui abbiamo avuto la diagnosi – racconta a b-hop – e da quando, conseguentemente, abbiamo incontrato altre mamme che vivevano la nostra stessa difficile realtà. Ma solo un paio di anni fa ho trovato anche il coraggio per realizzarlo”.
“In poche ore ho contattato alcuni insegnanti, un preside, una neuropsichiatra, diverse mamme ed un videomaker. Inizialmente ho immaginato di farne un documentario poi, quando Nino un giorno è entrato nell’armadio e ne è uscito 5 minuti dopo con il costume da protagonista, ho capito che dovevo girare un vero e proprio film, un lungo viaggio per raccontare qualsiasi tipo di diversità anche quelle religiose, di razza, sessuali”.
Quali sono le storie che vi hanno particolarmente emozionato, coinvolto? Nino è pronto a rispondere, chiedendo con lo sguardo una conferma dalla mamma: “la storia di Giulia?”
Sabrina, nel confermarci la scelta di Nino, ci racconta di una ragazza affetta dalla sindrome di Williams, una rara malattia genetica caratterizzata da disturbi dello sviluppo:
“Una storia di bullismo, di compagne di scuola che le hanno nascosto soldi nello zaino per poi accusarla di rubare ma anche di una madre che non si arrende e riesce a far valere i diritti di Giulia. Ma ci ha commosso anche la storia di Fabiola, una donna ormai anziana che continua a vivere e parlare di un mondo chiuso, quello dei diversi”.
Oltre a narrare questa e tante altre storie di ordinaria diversità il film avrà anche l’obiettivo di dare informazione, di fare servizio pubblico lasciando un adeguato spazio alle opinioni degli operatori nei vari settori.
Sabrina inoltre ci tiene ad evidenziare come il progetto abbia anche lo scopo di affermare che:
“La diversità sta tutta negli occhi di chi guarda, che per una bambina con la sindrome di down gli strani siamo noi, che la diversità appartiene a tutti perché a tutti può accadere, che le qualità personali sono molto più importanti dell’aspetto fisico, dell’appartenenza ad una religione, ad un colore della pelle. Non tutto deve essere uguale e quindi diversi è meglio“.
Per alcuni mesi Sabrina e Nino continueranno ancora a girare la penisola in cerca di storie da raccontare ma questo loro desiderio di regalare gentilezza, comprensione nei confronti della diversità, potrà compiersi esclusivamente grazie all’aiuto di chi aderirà alla campagna di crowfunding da loro lanciata per finanziare il progetto.
Per Nino è arrivata l’ora di togliersi gli abiti da attore, regista, autore ed indossare quelli usuali dello studente che si deve dedicare ai compiti. Però prima di accomiatarci vogliamo toglierci una curiosità. “Nino il costume che indossi nel film, a chi s’ispira?”
Nino, raggiante, spara il suo migliore sorriso: “A Joker“. Come hai ragione caro Nino, anche Joker è un diverso, anche lui un diverso che ha bisogno di tanta gentilezza.
“ESSERE DIVERSI E’ COME ESSERE UN ELEFANTE
CON UNA PROBOSCIDE PIÙ CORTA: UNA RARITÀ”