(di Rinaldo Felli) – UN17, cosa si cela dietro questa misteriosa sigla? Un emulo di James Bond? Forse il nome dell’ultima cometa rintracciata nell’universo? O una nuova sostanza chimica? Nulla di tutto questo. Per rispondere alla domanda ci dobbiamo imbarcare in un viaggio verso il nord del mondo, per l’esattezza Danimarca, Copenaghen. E’ ad Orestad, un distretto a sud della città che, nel 2023, sorgerà UN17 Village, un eco villaggio di 35.000 mq. interamente costruito utilizzando cemento riciclato, legno e vetro.
Nella città della sirenetta, dove già a maggio di quest’anno si potrà sciare su di una pista artificiale costruita a fianco di Copenhill , termovalorizzatore costato 600 milioni di euro, si progetta un futuro all’insegna della sostenibilità ambientale.
UN17 Village è il primo progetto di costruzione nel mondo che intende rispettare tutti, sottolineiamo tutti, i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile individuati dalle Nazioni Unite. Per meglio far comprendere l’importanza e le ambizioni del progetto ci sembra utile elencarli :
- sconfiggere la povertà: porre fine alla povertà in tutte le sue forme, ovunque;
- sconfiggere la fame: porre fine alla fame, garantire la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile;
- buona salute: garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età;
- istruzione di qualità: garantire a tutti un’istruzione inclusiva e promuovere opportunità di apprendimento permanente eque e di qualità;
- parità di genere: raggiungere la parità di genere attraverso l’emancipazione delle donne e delle ragazze;
- acqua pulita e servizi igienico sanitari: garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile di acqua e servizi igienico-sanitari;
- energia rinnovabile e accessibile: assicurare la disponibilità di servizi energetici accessibili, affidabili, sostenibili e moderni per tutti;
- buona occupazione e crescita economica: promuovere una crescita economica inclusiva, sostenuta e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti;
- innovazione e infrastrutture: costruire infrastrutture solide, promuovere l’industrializzazione inclusiva e sostenibile e favorire l’innovazione;
- ridurre le diseguaglianze: ridurre le disuguaglianze all’interno e tra i paesi;
- città e comunità sostenibili:creare città sostenibili e insediamenti umani che siano inclusivi, sicuri e solidi;
- utilizzo responsabile delle risorse: garantire modelli di consumo e produzione sostenibili;
- lotta contro il cambiamento climatico: adottare misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e le sue conseguenze;
- utilizzo sostenibile del mare: conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile;
- utilizzo sostenibile della terra: proteggere, ristabilire e promuovere l’utilizzo sostenibile degli ecosistemi terrestri, gestire le foreste in modo sostenibile, combattere la desertificazione, bloccare e invertire il degrado del suolo e arrestare la perdita di biodiversità;
- pace e giustizia: promuovere lo sviluppo sostenibile; rafforzare gli strumenti di attuazione e rivitalizzare il partenariato globale per lo sviluppo sostenibile.
- rafforzare le modalità di attuazione e rilanciare il partenariato globale per lo sviluppo sostenibile.
UN17 Village considererà l’intero ciclo di vita dell’edificio, incluso l’uso dei materiali, la salute e la qualità della vita.
Si costruiranno cinque blocchi abitativi, 400 nuove case, 37 diverse tipologie abitative, con abitazioni familiari miste, spazi co-living e alloggi per anziani.
Si creeranno case per un massimo di 800 persone ed oltre 100 opportunità di lavoro. Nei 3.000 i metri quadri del complesso ci saranno spazi in comune ad uso sia dei residenti che della gente di Orestad.
Provando a fare, almeno per ora virtualmente, una passeggiata per le eco vie di UN17 potremo scoprire la presenza di
una cucina in comune, aree di lavoro, alloggi per gli ospiti, un centro ricreativo con uno stabilimento balneare, una lavanderia a gettoni alimentata con acqua piovana.
E ancora, un centro congressi per ospitare eventi incentrati sulla sostenibilità, un ristorante biologico, serre e strutture per la condivisione di cibo e per incoraggiare le persone a coltivare il proprio cibo nonché ridurre gli sprechi.
Le strutture si baseranno esclusivamente sull’energia sostenibile e quindi ogni blocco abitativo sarà sormontato da pannelli solari e ci sarà anche un giardino pensile per incoraggiare le biodiversità.
Inoltre tutti i blocchi saranno dotati di impianti di raccolta dell’acqua piovana in grado di riciclare 1,5 milioni di litri di litri di acqua ogni anno.
A questo punto una domanda è ineludibile. Ma se Copenaghen oggi si può annoverare sicuramente tra le principali città al modo che sta evolvendo verso quel modello di smart city (città intelligente) che, si stima, entro il 2050 ospiterà quasi il 70% della popolazione mondiale, Roma e, purtroppo gran parte delle città d’Italia come intendono affrontare questa epocale trasformazione? Rattoppando buche?