(di Sandro Pintus – Africa-express) – Le donne ivoriane chiamano il biocarbone “Effery Mboby”. Un combustibile che ha caratteristiche eccezionali per cucinare. Senza fumo e con un fuoco forte è un tipo di materiale prodotto dai baccelli vuoti dei semi di cacao.

L’idea della rivoluzionaria biocarbonella è dell’Associazione dei proprietari delle foreste naturali di Effery (APFNP), ong che raccoglie trentatre produttori di cacao, nel sud del Paese. Dopo mesi di ricerca e sperimentazione l’ong è giunta alla soluzione ideale che salva le foreste e permette di cucinare senza intossicarsi di fumo.
Chi è stato in Africa conosce bene il problema del combustibile utilizzato dalle donne africane per cucinare. Nell’ex colonia francese, quotidianamente, ogni famiglia usa 4 kg di legna o 2 kg di carbonella.
Questo quantitativo va moltiplicato almeno per tre milioni di famiglie. Un volume di legna che contribuisce pesantemente al disboscamento delle poche preziose foreste del Paese rimaste e generando fumo e inquinamento.
Coné Gaoussou, segretario generale dell’APFNP, ha raccontato alla testata online ivoriana EburnieToday.com come sono arrivati al biocarbone.
“Abbiamo cominciato con le bucce di banana. Venivano schiacciate e la pasta era messa a seccare ma la carbonella prodotta faceva troppo fumo. Poi abbiamo utilizzato le scorie del riso e del caffè, fino ad arrivare ai residui del cacao”.
Ma come si crea l’ecocarbone? I baccelli del cacao, di cui la Costa d’Avorio è grande produttrice, vengono chiusi in bidoni. Lì sono lasciati per otto ore, in modo da avere una combustione parziale. Quindi passano al compostaggio dove il materiale carbonizzato è unito all’amido di manioca e messo ad essiccare al sole.

Con 205 kg di bucce di caffé vengono prodotti 50 kg di carbonella e con lo stesso quantitativo di residui di riso si riescono ad avere 75 kg di biocarbone.
Invece, con 118 kg di residui dei semi del frutto del cacao si riescono a produrre 40 kg di biocarbonella di ottima qualità. Un sistema che elimina scorie inutilizzabili, salva le foreste ed evita intossicazioni da fumo, soprattutto a donne e bambini.
E visto che il progetto funziona con ottimi risultati, l’APFNP ha inventato anche degli speciali bracieri adatti all’uso di quel tipo di combustibile. Foreste, donne e bambini ringraziano.