“Fabro, melodia dei Monti Pallidi” di Francesco Vidotto è una piacevole sorpresa, ben confezionata, che vi suggeriamo di regalare insieme al tradizionale uovo di Pasqua.
Un libro perduto, per l’esattezza un manoscritto perduto. Vidotto scrive di un tempo passato, forse antico, e per farlo usa carta e penna. E così, durante un suo viaggio in treno, dalle Dolomiti (gli amati Monti Pallidi) a Salerno, nell’intento di apporre qualche correzione in sede di ultima rilettura, perde il manoscritto originale. “Perdere un libro che hai scritto è forse come perdere la memoria di un fatto. E’ una cosa che ti lascia orfano”.

La voglia di mollare tutto è forte, ma fortunatamente per i lettori, dopo qualche giorno disperato, Vidotto, ascoltando le note di un violino elettrico che si arrampicano sui crinali della Croda Longa, ritrova il desiderio di tornare a raccontarci la storia di “Fabro”.
“Si chiama Fabro”, come il mestiere che svolgerà ma con con una b soltanto, così aveva deciso il babbo, anche lui maniscalco e senza un filo di fantasia, in quella notte del 1925, rispondendo alla domanda dell’impiegato comunale.
Inizia così il lungo viaggio nella vita di “Fabro”. Dal primo vagito all’ultimo commovente respiro. E’ la storia di una vita semplice, povera, umile, la storia di un grande Amore, ambientata in quei Monti Pallidi che non fanno solo da immenso scenario ma anche e soprattutto colonna musicale del libro. Perché è la musica a cambiare la vita del protagonista. La musica incontrata per caso, sedendosi allo sgabello del vecchio armonium nella chiesa del paese e iniziata a suonare traendo ispirazione dalle sacre montagne dolomitiche che intravede dalle vetrate.
“La melodia che esce vibrando dallo strumento è il respiro del bosco, il vento che accarezza i rami, e lo pervade d’incanto”.
La musica che gli permetterà di affrontare e superare anche i giorni scuri della seconda guerra mondiale, quelli che una vita difficile gli riserverà, la musica che gli farà incontrare nuovamente il suo unico, infinito amore: Rina.
La storia, nel suo dettaglio, nei suoi afflati più intimi, ve la racconteranno meglio di chiunque i personaggi vivi, veri di questo libro. Durante la lettura ve li troverete al vostro fianco, li vedrete, vi doneranno poesia, vi sembrerà di sentirne le voci, di poter parlare con ciascuno di loro e nel contempo ascolterete, incantati, la melodia dei Monti Pallidi.
“Con la musica si dicono cose che, alle volte, non si possono dire con le parole”.