Inizia oggi e continua fino a domenica 27 settembre 2015 la prima rassegna della Biennale dell’Eresia-#EreticoFuturo. Nella cornice medievale di Orvieto, in Umbria, coordinati dal giornalista Michele Mezza, si incontrano alcuni dei più grandi pensatori italiani dell’innovazione: i “nuovi eretici” della tecnologia, della cultura e della contaminazione. Obiettivo: proporre – tra pratica e teoria – nuovi scenari futuri all’insegna della sostenibilità umana, ambientale e sociale.
Probabilmente non ci sarebbe stata nessuna evoluzione nella storia millenaria dell’umanità se, ad accompagnarla, non ci fosse stata l’eresia, cioè una dottrina contraria ad una verità fideistica, postulata da un qualche folle visionario. Tanto per ricordare alcuni folli: Ipazia, Giovanna d’Arco, Giordano Bruno, Savonarola, Thomas More, per non parlare di Galileo senza il quale forse l’uomo sarebbe ancora convinto che il Sole ruoti attorno alla Terra.
L’eresia di oggi è la “disruptive innovation” di C. Christensen: il modello trasgressivo, di fuoriuscita dagli schemi, che genera nuovi sistemi e propone soluzioni per l’emancipazione economica e culturale di comunità e generazioni.
Le disruptive innovations introducono un insieme di funzionalità completamente nuove e spesso lontane da quelle richieste e valutate dal mercato attuale. Innovazioni di questo tipo portano ad una ridefinizione del prodotto, servizio o modello di business proposto al cliente nella direzione di una maggior semplificazione e democratizzazione dell’innovazione (aumento dell’accessibilità e riduzione del costo). L’esempio classico è quello dell’industria informatica: nel giro di alcuni decenni si è passati dalla produzione di computer che occupavano interi edifici agli smartphone. La miniaturizzazione dei dispositivi, l’aumento della potenza di calcolo e ad un abbassamento dei costi ha consentito la diffusione di massa della tecnologia, la convergenza tra industria informatica e quella della telecomunicazione ed ha prodotto una radicale trasformazione nei comportamenti della società contemporanea.
#EreticoFuturo è organizzato in capitoli verticali, che declinano la complessità dei sensi umani (gusto, ragione, estetica, dialettica, relazione) su tre capisaldi di riferimento: l’eresia della Bellezza, della Decisione e della Fabbricazione. L’area Talk ospita gli incontri con alcuni dei più grandi protagonisti “eretici” della scena italiana contemporanea; mentre l’area Make, permette al visitatore di confrontarsi con i nuovi orizzonti tecnologici (dai droni alla domotica) attraverso workshop e laboratori di sperimentazione digitale, l’area Play è destinata a formare gli innovatori prossimi venturi, con iniziative rivolte ai bambini. Infine, è presente un’area Show dimostrativa e un’area Taste in cui degustare le “eresie alimentari” del territorio.
#EreticoTuturo propone tre giornate fitte di appuntamenti per dimostrare che la tecnologia e le competenze digitali sono al servizio della qualità della vita. Alcuni dei grandi ospiti: Mariana Mazzuccato, economista di grande prestigio internazionale, definita dall’Economist “la grande eretica dell’economia globale” per il suo libro “Lo Stato Innovatore”; Salvatore Majorana, Direttore Tecnology Trasfert Office IIT, esperto in robotica miniaturizzata; Giulio Giorello, filosofo della scienza; Massimo Bucciantini, docente di Rivoluzioni Scientifiche all’Università di Siena; Giovanni Lanzone, filosofo della bellezza; Davide Rampello, il realizzatore del Padiglione Zero a Milano Expo; Mario Iacomini, che dal 2000/’01 promuove sotto il nome di ‘Tradizioni e Culture in Movimento [Le Nuove Forme del Gusto / Le Evoluzioni del Tipico]’ le più audaci sperimentazioni del palato.
Importante postilla finale: ai visitatori che soffrono di stati d’ansia, l’organizzazione è lieta di comunicare che nessuna idea e nessuna persona verrà condannata al rogo.