(di Silvia Chessa) – La DanceAbility è una pratica di danza contemporanea “attraverso la quale è possibile coinvolgere persone abili e disabili nelle pratiche di improvvisazione”. Viene definita anche: “l’arte dello stare insieme”.
Si basa sui principi della Contact Improvisation e attraverso un processo individuale, si giunge a relazionarsi con un partner e con il gruppo.
La DanceAbility nasce negli Stati Uniti, ed è stata fondata da Alito Alessi nel 1999. Il suo scopo è “favorire processi d’inclusione sociale attraverso l’arte del movimento”.
Viene valorizzata l’individualità e le differenze, che entrano in contatto con altri individui, creando un gruppo coeso.
Ad oggi, Chiara Mattogno è fondatrice di DanceAbility re-stArt ed è operativa a Roma, nella sede di Centocelle. È in collaborazione con altre tre strutture nella capitale e nella sede dell’Eur. A breve è previsto un corso per bambini.
Anche se il nome potrebbe trarre in inganno, non è una danza solo per le persone disabili e non è una cura, né una terapia.
Ha il compito di creare uno spazio individuale all’interno del gruppo.
È accessibile anche alle persone “abili” ed è un modo per superare rapporti difficoltosi con il proprio corpo e con gli stereotipi di danza.
Una lezione dura circa due ore. Il riscaldamento è la prima azione per far sentire il proprio corpo, diventare consapevoli dei propri movimenti, delle proprie potenzialità.
Poi evolve in
una danza di gruppo, senza passi né movimenti prestabiliti.
È il corpo che si muove, danzando sulla musica del proprio cuore. Persone con e senza disabilità diventano una cosa unica, una fusione magnifica in cui ogni individuo è differente e bello a modo suo.

“Durante una delle mie ultime lezioni – racconta a B-hop Chiara Mattogno, insegnante di DanceAbility – c’era una donna in sedia a rotelle. Ha ritrovato una sua ex collega di lavoro. Per un po’ è scesa dalla sedia a rotelle e le due donne si sono scambiate di posto. Lei in piedi, l’altra seduta. È stato emozionante, bellissimo.”
La DanceAbility, oltre a portare giovamento e serenità, aiuta ad uscire dall’isolamento della terza età e da alcune malattie come la demenza senile. I movimenti del corpo stimolano la mente a rimanere sempre attiva.
DanceAbility re-stArt ha un gruppo coeso ed omogeneo con incontri a cadenza quindicinale. Il loro obiettivo è creare diversi gruppi in modo di poter danzare in eventi, manifestazioni, street parade e altre occasioni speciali.
“Uno dei motivi della poca popolarità della DanceAbility – prosegue Chiara – è il non conoscere questo metodo e fermarsi solo allo stereotipo che sia una danza unicamente per disabili. È una danza aperta a tutti in quanto lo scopo è inclusivo”.
“Non è detto che una persona sulla sedia a rotelle non possa saltare. Ha il suo metodo. Può saltare anche solo alzando un braccio, se lo ritiene giusto”, precisa.
La DanceAbility per essere capita e compresa ha bisogno di essere provata, vissuta ed esserne parte.
Per informazioni e curiosità:
DanceAbility re-stArt Roma (fb/Instagram)