(di Agnese Malatesta) – Mihailo è un bambino serbo, ha 7 anni. Miki, così lo chiamano tutti, ha passato l’ultimo anno a Torino dove è stato sottoposto a doppio trapianto, reni e fegato. Ora, finita la convalescenza e finito il lockdown, è tornato nella sua città, Belgrado; ha così potuto ricongiungersi con la sua famiglia e cominciare un nuovo e fiducioso corso di vita. Accanto a lui, la mamma che l’ha accompagnato nel viaggio della speranza. Insieme il rientro a casa, in bus.
La parentesi italiana della vita di Miki comincia nel maggio 2019. Quando si è trasferito in Italia per risolvere i suoi gravi problemi di salute ed è stato ospitato a CasaOz, una struttura che a Torino dà alloggio a chi ha necessità di lunghe degenze ospedaliere.
La chiamata per il trapianto dall’ospedale Regina Margherita è poi arrivata ad agosto. L’operazione inizialmente è riuscita solo in parte.
All’inizio di quest’anno, Miki ha infatti dovuto ripetere il trapianto di rene e nel frattempo è stato sottoposto a dialisi.

“La nostra vita – dice a B-hop magazine Slada, la mamma di Miki – ora cambierà.
Mio figlio ha finito le terapie e torniamo a casa dove mi aspetta l’altra figlia che non vedo da un anno ed ho tanta voglia di riabbracciare”.
E’ commossa la donna che ora guarda al futuro possibile per Miki e ringrazia CasaOz per averli accolti ‘in famiglia’.
“Fin dal primo momento in cui siamo arrivati – racconta Slada – abbiamo trovato tanta gentilezza, personale disponibile che ci ha aiutati a superare la paura di un paese straniero dove siamo venuti per tentare di risolvere il problema di salute di Miki. Da subito ci siamo sentiti a casa”.
Nel periodo di lockdown, Miki ha seguito le lezioni a distanza e ha condiviso con gli altri piccoli ospiti quanto era possibile per le esigenze del distanziamento.
Tornare a casa è stato possibile anche grazie all’associazione Collettivo Azione Pace OdV che si occupa del sostegno alle famiglie di bambini della ex Jugoslavia affetti da gravi patologie che vengono curati in Italia.
CasaOz – dal nome del mago della fiaba “in cui ciascuno mette la propria parte, il proprio talento”, per arrivare a realizzare un progetto – è nata nel 2007. A idearla e progettarla un’architetta, Enrica Baricco, a seguito di un’esperienza personale in cui si è dovuta confrontare con una grave malattia della figlia e con la difficile gestione delle distanze per seguire il percorso terapeutico.
E’ un luogo in cui bambini malati o con disabilità, e le loro famiglie, possono instaurare rapporti amicali e solidali, con l’aiuto di educatori e volontari.
Numerose le attività dell’associazione CasaOz onlus: accanto al servizio di accoglienza diurna ci sono le ResidenzeOz, 4 mini-appartamenti che ospitano bambini malati e le loro famiglie.
Dall’inizio della sua attività CasaOz ha sostenuto oltre 2.300 persone provenienti da una quarantina di paesi diversi; un centinaio i volontari che vi operano.
In due mesi di chiusura (dal 24 febbraio al 30 aprile), gli operatori di CasaOz hanno aiutato 155 famiglie, hanno fornito supporto telefonico per 1024 ore, hanno realizzato 19 laboratori su gruppi Whatsapp e 12 ore fra laboratori di letture e giochi, hanno svolto 64 ore di sostegno scolastico a distanza.
Dal 15 giugno, ricominciano le attività, in particolare quelle previste per il periodo estivo, per tornare via via ad una condizione di normalità per oltre 300 bambini, ragazzi e famiglie.
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