Chi cerca una dieta per il benessere, che promuova salute e longevità attraverso la riduzione del rischio di malattie croniche (ma anche per la prevenzione e il trattamento di alcune patologie come l’arteriosclerosi, il diabete di tipo 2, l’ipertensione, l’obesità), non può che arrendersi all’evidenza: le informazioni più evolute nel campo della nutrizione e della medicina preventiva affermano che deve essere a base di cibi vegetali, consumati il più vicino possibile al loro stato naturale. I cibi animali? In quantità limitata, se non definitivamente esclusi. E una precisazione: una dieta vegetariana equilibrata è appropriata in tutti gli stadi del ciclo vitale, inclusi gravidanza, allattamento, tutta l’infanzia e l’adolescenza.
Dieta vegetariana equilibrata. Questo è il punto. Affrontato nel libro “Il piatto veg. La nuova dieta vegetariana degli Italiani”, di Luciana Baroni. Il volume, fresco di stampa (Sonda Edizioni, 18 euro, 214 pagine), con un’introduzione di Umberto Veronesi, direttore scientifico dell’Istituto Europeo di Oncologia, è organizzato in modo da diventare una sorta di manuale pratico che fornisce, con un linguaggio chiaro, non solo le linee guida dietetiche ma integra raccomandazioni particolari, informa sulle calorie discrezionali, sottolinea l’importanza dell’attività fisica ed entra nel dettaglio del trattamento di alcune patologie, come il tumore e l’osteoporosi. E’ presente anche un menu-base tipo (con veloci esempi di esecuzione delle ricette), per essere sanamente sazi, e sono garantiti gli aggiornamenti continui grazie ad un’appendice del libro, scaricabile dal sito dell’Editore, e al sito PiattoVeg.
Tabelle riassuntive, riferimenti scientifici ed una vasta bibliografia completano questo libro ricchissimo di informazioni e consigli pratici per impostare la nostra alimentazione quotidiana.

Qual è la novità? Che, dopo anni di studi e di evidenze nella ricerca, si esce dalla “piramide alimentare” per entrare nel “piatto veg”: fondamentalmente la dieta giornaliera deve prevedere i principali gruppi alimentari (cereali, meglio se integrali; cibi proteici vegetali; verdura; frutta; grassi; frutta secca e semi oleosi), tenendo d’occhio i prodotti che contengono il calcio (sono presenti in modo trasversale nei sei gruppi precenti). Inoltre, realisticamente, è prevista anche una quota di “calorie discrezionali” rappresentate dal junk food (alimenti a calorie vuote, che la pubblicità ci invoglia ad assumere).
Dati alla mano, se si pensa alla salute, la scelta vegetariana o una riduzione fortissima di carne e pesce, in primo luogo, è un passo imprescindibile. Chi vuole andare oltre una visione strettamente individualistica/utilitaristica personale, troverà che le ragioni che sostengono l’importanza di avvicinarsi ad un nuovo stile alimentare sono anche sociali, ambientali (in un report del 2010 delle Nazioni Unite viene evidenziato come il consumo di carne, pesce, latticini sia una delle cause primarie di impatto ambientale, inquinamento, effetto serra e spreco di risorse) ed etiche (in ordine di drammaticità: il maltrattamento degli animali su tutti i fronti, dalla nascita alla morte, negli allevamenti intensivi e non solo; lo sfruttamento di altre vite per l’abitudine ad un piacere del palato). La domanda di fondo è: se possiamo vivere in salute, maggior vigore e benessere senza far del male a nessuno, perchè non farlo?

A proposito: il palato, superata una prima fase di normale “adattamento” (specialmente se si sceglie di introdurre alimenti nuovi come alghe, hamburger vegetali, tempeh e, con misura, tofu e seitan) non patirà. Si può provare, cominciare un po’ alla volta. E non è che sia solo un'”insalatina”: c’è tutto un proliferare on line di ricette veg, a partire da quelle suggerite dalla Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana, lasagne e polpette di miglio incluse. Per un buon appetito.