Il problema dell’esposizione ai campi elettromagnetici è estremamente diffuso e sta diventando pericolosamente importante per la crescente influenza che ha su moltissimi aspetti della vita quotidiana, soprattutto in città.
Nella vita urbana di oggi, infatti, si registra un continuo aumento esponenziale (boom dal 2008-2009) dell’esposizione a radiofrequenze e a microonde, dovuto al sempre maggiore utilizzo di sistemi di trasmissione più potenti e invasivi, che di conseguenza provocano effetti più gravi e dannosi sulla salute delle persone e degli altri essere viventi; questi sistemi che comunemente utilizziamo tutti i giorni sono ad esempio il telefono cellulare, il bluetooth, il wi-fi.
Inoltre ci sono una serie di esposizioni delle quali non siamo coscienti ma che agiscono continuamente su tutti noi; le sorgenti di queste pericolose emissioni di onde elettromagnetiche sono ovunque intorno a noi, li incontriamo tutti i giorni qualunque cosa facciamo, in qualsiasi posto andiamo, senza nemmeno accorgercene; basti pensare ai sistemi antitaccheggio all’uscita dei negozi e dei supermercati (che rappresentano un pericolo soprattutto per chi ci lavora a causa della lunga durata dell’esposizione), ai body scanner degli aeroporti, ai telepass in autostrada, ai sistemi di allarme a microonde, a tutti i tipi di radar (civili, militari, meteorologici, di controllo della velocità della polizia), alle antenne telefoniche, radio e tv, all’irraggiamento satellitare (che colpisce tutto e tutti), ai GPS civili e militari, ai sistemi di apertura dei cancelli e di apertura telecomandata delle serrature delle automobili, a tastiera e mouse senza fili dei computer, ai microchip per cani, agli skipass magnetici e alle onde convogliate ad alta frequenza sulla rete elettrica (se prendiamo due calamite e le facciamo passare una di fronte all’altra si genera un campo elettrico ed è proprio sullo sfruttamento di questo principio fisico che funzionano le turbine di generazione dell’energia elettrica). Si può quindi affermare che siamo in un ambiente in cui il campo elettromagnetico è forse il sistema più inquinante che utilizziamo, anche rispetto agli inquinanti chimici.
Ma perché le onde elettromagnetiche sono così pericolose per gli esseri viventi?
L’esposizione ai campi elettromagnetici artificiali (prodotti dall’uomo) induce negli organismi delle correnti elettriche che le cellule non sanno come gestire, dato che non sono preparate dal punto di vista evoluzionistico a sopportare questo tipo di pressione ambientale (come invece l’adattamento evolutivo ci ha predisposti alla tolleranza del campo elettromagnetico naturale della terra, che però è estremamente meno intenso); quindi, queste correnti indotte vagano all’interno dell’organismo passando principalmente attraverso le sierose che ricoprono gli organi, entrano nelle strutture cellulari e vanno a scombinare tutto il sistema metabolico e di regolazione delle cellule, che provano a difendersi alterando meccanismi e funzioni interne in modo da catturare quanto più possibile questi elettroni vaganti, fino a quando però non riescono più a immagazzinarli e a gestirli e si ammalano: questo è il motivo per cui se ci si espone per lungo tempo, in maniera cronica, a campi elettromagnetici, le correnti indotte da questi ultimi producono legami chimici tossici per le cellule.
I target cellulari su cui incidono queste correnti possono essere diversi, infatti ogni frequenza di pulsazione colpisce un target diverso; i sistemi più colpiti sono quello della membrana cellulare (responsabile della comunicazione tra l’interno e l’esterno alla cellula) e il sistema di regolazione dell’attivazione genica all’interno del nucleo della cellula, che provoca l’espressione o la repressione incontrollata di geni con conseguenze gravi e dannose per la vitalità cellulare, come l’espressione di geni che fanno morire la cellula o quella di geni della sopravvivenza cellulare che invece fanno duplicare le cellule danneggiate in maniera incontrollata, rendendole così cellule cancerose: è per questo motivo che nel 2001 lo IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) decise di classificare i campi elettromagnetici come “possibili cancerogeni”, cioè sostanze che possono essere cancerogene e che vanno perciò utilizzate con un principio di precauzione.
Numerosi studi hanno confermato l’effettiva pericolosità delle onde elettromagnetiche, come quelli sull’elevato tasso di insorgenza della leucemia nei bambini che vivono in abitazioni dove all’esterno della casa è appeso uno dei trasformatori della corrente elettrica (qui in Italia i trasformatori vengono generalmente messi su pali isolati, in campagna, mentre negli Usa sono attaccati ai muri delle case) o quelli che hanno dimostrato che gli utenti di cellulare hanno una probabilità quattro volte maggiore rispetto ai non utenti di sviluppare un tumore della glia (sostanza fondamentale del cervello); sono stati trovati dati significativi anche a riguardo lo sviluppo di un altro tipo di tumore, il neurinoma del nervo acustico, sempre da parte degli utenti dei cellulari, che però presentano una probabilità di ammalarsi maggiore solo sul lato dove si utilizza solitamente il cellulare.
Un’altra serie di dati interessanti riguarda le sintomatologie vicino alle antenne telefoniche: una prima osservazione è stata che quando si installano le antenne telefoniche, l’esposizione cronica a 900 MHz provoca alterazioni della funzionalità della tiroide nella popolazione che vive in un raggio di circa 150 metri dall’antenna; i sintomi denunciati aumentano al diminuire della distanza dalle antenne.
Inoltre un problema emergente che si sta osservando in seguito a questa crescente esposizione elettromagnetica è quello dell’ipersensibilità elettromagnetica, ovvero lo sviluppo di una sorta di intolleranza ai campi elettromagnetici in soggetti particolarmente sensibili a questi ultimi: questo problema sta diventando drammatico in alcuni luoghi, tanto che cominciano ad essere create delle “isole” esenti da campi elettromagnetici (soprattutto in Francia e in Canada) dove le persone possono andare a recuperare la propria vitalità cellulare.
Quella dei campi elettromagnetici è quindi una realtà seriamente preoccupante e si ricollega ad una delle principali questioni su cui la società moderna deve riflettere: il conflitto tra progresso e sostenibilità. Come è emerso da quanto detto finora, molte delle moderne tecnologie di cui non possiamo più fare a meno possono arrecare danno a noi e a chi ci sta intorno; per questo motivo, per quanto alcune di esse siano ormai indispensabili, è necessario che tutti ne facciano un uso attento e corretto, al fine di limitarne i danni; sarebbe inoltre opportuno che il progresso seguisse la via della sostenibilità ambientale, in modo tale da salvaguardare l’ambiente e la salute delle persone e nel contempo garantire le tecnologie di cui la società ha bisogno: tuttavia, il cammino che porta a questo indispensabile compromesso è ancora lungo e chi dovrebbe indirizzare le scelte politiche, economiche e tecnologiche degli Stati lungo questa strada, finisce ancora per cedere alle pressioni delle aziende che guardano solo al profitto e ai loro interessi senza minimamente pensare al benessere dei cittadini.