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Home E-volver

Oggi è la “Giornata italiana della carne” con #bracioleallariscossa. I veg: “un buon segno”

di Anna Maria Cebrelli
5 Maggio 2016
in E-volver, Primo Piano
Tempo di Lettura: 5 mins read
25 2
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Oggi,  5 maggio 2016, in tutta Italia si celebra la prima “Giornata nazionale della carne italiana“. Brandendo l’hashtag #bracioleallariscossa, “per la prima volta scendono in piazza le ragioni del 90% degli italiani che consumano carne nonostante gli allarmismi infondati, le provocazioni e le campagne diffamatorie su un alimento determinante per la salute che fa parte a pieno titolo della dieta mediterranea, alla quale apporta l’indispensabile contributo proteico”.

Si tratta, afferma Coldiretti, di “una operazione verità sulla carne italiana ed i suoi primati qualitativi e di sostenibilità ambientale ma anche una occasione per aiutare con equilibrio e buonsenso a fare scelte di acquisto consapevoli e non cadere in pericolose mode estreme”. Un dossier, “Braciole alla riscossa”, parlerà della diversità della carne italiana e dei rischi della scomparsa degli allevamenti con gli effetti per l’economia, il lavoro e l’ambiente ma anche sul pesante impatto dell’allarmismo sui consumi e sull’atteggiamento degli italiani rispetto alla carne”.

(foto Pixabay.com)
(foto Pixabay.com)

Bisogna ammetterlo: questa iniziativa è, in fondo, una buonissima notizia. Ci dice che le scelte che possiamo fare, come consumatori, riescono a fare davvero la differenza, sono in grado di condizionare il mercato e farlo cambiare. Infatti, quando mai si è sentito il bisogno di indire una “Giornata nazionale della carne” (ovvero a protezione della stessa)? Non è un caso che succeda ora, non solo per il fatto che l’8% degli italiani è diventato vegetariano o vegano, in un trend che si dimostra in crescita, ma anche perchè – come riportato dal Rapporto Eurobarometro, i consumatori tengono al benessere degli animali in allevamento.

In altri termini, a prescindere dalle scelte alimentari si sta diffondendo una nuova cultura e consapevolezza, meno antropocentrica e più ecocentrica, in cui prevale il rispetto per ogni forma vivente, per la Terra e i suoi doni, che non sono visti solo più in un’ottica funzionale rispetto all’uomo ma con dignità e senso a sé stanti.

La realtà degli allevamenti intensivi in Italia
La realtà degli allevamenti intensivi in Italia

Per sostenere la “Giornata della carne”, poi, tra le altre cose si afferma:

* che “la carne è un alimento determinante per la salute“: VERO (nel senso che un consumo  costante NON è esattamente il massimo se – come affermano gli studi scientifici – si vogliono evitare malattie come il tumore) ma FALSO che il “suo contributo proteico sia indispensabile” in una dieta, né per gli adulti né – con le dovute attenzioni – per i bambini (lo dice l’ADA – American Dietetic Association);

cowspiracy

* i “primati qualitativi italiani e di sostenibilità ambientale“: naturalmente è un’affermazione “forte” e bisogna vedere a cosa ci si riferisce; la dott.ssa Luciana Baroni, in un’intervista, ha spiegato perchè gli allevamenti intensivi sono sempre incompatibili con la salubrità delle carni; sulla loro sostenibilità per gli animali, basta dare un’occhiata al video di Essere Animali pubblicato da “Il Fatto quotidiano” per rendersi conto della realtà drammatica delle loro vite: gli allevamenti sostenibili in Italia sono rari. Rari.  E a proposito dell’impatto ambientale, le conseguenze (ben raccontate dal film Cowspiracy) – in una lettura complessiva – sono devastanti;

La Farm Serenity Cow a Cavour (provincia di Torino)
La Farm Serenity Cow a Cavour (provincia di Torino)

* “i rischi della scomparsa degli allevamenti: effetti per l’economia, l’ambiente e il lavoro“: naturalmente è VERO. I cambiamenti richiedono anche questo: ristrutturazioni nella struttura produttiva, economica. Ma NON è un problema, piuttosto un’opportunità per andare verso una economia più etica, rispettosa e sostenibile per tutti. Non sono pochi gli esempi di chi ha già detto basta e cambiato stile di vita, come Fabrizio Bonetto in Piemonte o Bob Comis, che si è “arreso” davanti al dolore dell'”ultimo maiale“.

(foto Pixabay.com)
(foto Pixabay.com)

In termini concreti, gli allevamenti dunque possono cambiare; ognuno di noi – anche se non vuole avviarsi sulla strada dell’alimentazione vegetariana o vegana – può scegliere di diminuire il suo consumo di carne (a proposito, è evidente: non c’è spazio sufficiente per far mangiare carne ogni giorno a 60 milioni di persone e allo stesso tempo far stare bene gli animali) e di rendere più consapevoli i propri acquisti (scegliendo prodotti a km 0 di qualità e/o bio ed etici e solidali; rivolgendosi a macellai che – come il romano Roberto Liberati – vendono solo carne di animali almeno vissuti bene, liberi e felici).

steak-575806_1280La cultura carnista per potersi affermare ha “spersonalizzato” gli animali facendoli a pezzi (cosa vogliamo dire dell’hashtag #bracioleallariscossa?) e rendendoli “cose” (la coscia, la fettina) senza alcun collegamento con l’animale intero (essere senziente, dotato di emozioni, intelligenza, capacità di amare e soffrire, spesso con attaccamento e relazioni simili a quelli della nostra specie nonchè identica voglia di vivere); ovvio che ora non sia così d’accordo che si vadano a toccare i suoi equilibri e i suoi interessi. Per questo protesta, disperata, allertando braciole senza vita.

Santuario Gaia
Santuario Gaia

Al contrario, chiunque di noi si impegni nel suo quotidiano in qualunque dei modi sopra detti ma anche solo cominciando a riflettere, a conoscere, a comprendere – uscendo così dalla propria zona di comfort, data dalle abitudini – per fare scelte di acquisto e alimentari diverse, più consapevoli (fosse pure solo una riduzione del consumo di carne) o per dare una nuova svolta alla sua attività commerciale, al suo lavoro, porta il suo contributo di amore, rispetto, attenzione ed etica: in altre parole, aggiunge nuovi aneliti di vita e compassione nel mondo, mette la sua parte di mattoni perchè il futuro sia migliore per tutti.

Un passo alla volta si può.

E alla fine… stai a vedere che un giorno il 5 maggio resterà, sì, la “Giornata nazionale della carne” ma (magari con un altro nome) alla memoria, per ricordare e onorare e ringraziare, con rispetto, il sacrificio (e una vita di sofferenza e maltrattamenti negli allevamenti) di tutti gli animali che si sono fatti cibo per noi.

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Anna Maria Cebrelli

Anna Maria Cebrelli

Ex-giornalista, trainer olistico e love-life coach. I b-hop perché le "crisi" sono veri, autentici spazi di nuove possibilità. Tutto dipende dallo sguardo che abbiamo sulle cose e da come la nostra coscienza si connette alla Coscienza Universale. Bellezza, fiducia, consapevolezza sono gli ingredienti in un viaggio che è dentro di sè e nel mondo. E parte dall'amore.

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