(di Arnaldo Giaccio) – Muoversi nello spazio, lentamente, sentendo il corpo, aprendo i sensi. Si osservano i colori e le forme, si toccano gli oggetti apprezzandone il calore e la consistenza.
Ad occhi socchiusi, con la vista sfocata cerchiamo un posto,
il nostro posto dove ci sentiamo bene.
La scelta è istintiva il corpo segue. Occupiamo il luogo scelto e lasciamo andare il corpo giù, rilassato. Se ci addormentassimo il nostro corpo non cambierebbe posizione, se così fosse, nessun muscolo contrasterebbe la gravità.
Immaginiamo di fare un calco in gesso della parte del nostro corpo che poggia addormentato e di ricavarne un giaciglio: quello sarebbe la nostra impronta di piacere nell’ambiente.
Appropriarsi dello spazio vuol dire scoprire in esso tutti i punti adatti alla struttura del corpo.
Così possiamo iniziare ad arredare la nostra casa.
Lo scheletro è l’impalcatura che ci sostiene, muscoli e articolazioni si muovono accompagnati dal respiro, i sensi stabiliscono il confine tra l’intimità ed il mondo.
Nello spazio dove viviamo, è importante che ci siano punti di piacevolezza in posizione eretta, seduta e supina, dove poter camminare, mangiare, dormire, lavorare e giocare.
La postura in ogni occasione deve essere bilanciata e consapevole. La colonna vertebrale è verticale, poggia sul bacino decontratto e scarica sui piedi ben poggiati al terreno (per questo è utile praticare il tai-chi).
In questo stato siamo pronti ad organizzare il nostro spazio.
Iniziamo a camminare. Il percorso in linea retta o con dolci curve ci aiuta a mantenere la postura corretta durante il movimento.
Una seduta dura, per esempio di legno, è utile per sedersi mantenendo la colonna eretta, poggiando sulle ossa ischiatiche che spingono su fino alle vertebre cervicali, siamo seduti eretti e rilassati, il respiro è lungo e tranquillo.
Sedute morbide è bene che facilitino il respiro “aperto”, cioè non devono favorire la postura di chiusura del torace e della zona diaframmatica e addominale. La posizione semi sdraiata, come su una chaise-longue, ha bisogno di un pieno all’altezza dei reni per mantenere la colonna in asse e favorire il respiro addominale.
E’ bene toccare terra su un parquet o un tappeto per giocare, rotolare, sdraiarsi e stiracchiarsi così come ci piace.
Visitare gli interni di luoghi abitati da persone di diverse culture è utile per rendersi conto di quanto l’ambiente possa influire sul carattere, l’equilibrio psico-fisico e l’integrazione sociale.
In Medio Oriente, in Estremo Oriente fino al Giappone, la tradizione facilita il contatto con la terra.
Il corpo è chiamato ad accomodarsi verso il basso, assumendo posture stabili di radicamento al suolo. La maggior parte di queste culture sono antiche di millenni.
La scelta, nel tempo, ha dato ragione al contatto con la Madre. La Madre Terra, dalla quale veniamo e prendiamo energia, come le piante. Come i semi che prima si radicano e poi crescono e fioriscono.
Nei paesi più moderni come gli Stati Uniti e l’Europa, è favorita la postura verso l’alto. Questo da alle persone una capacità reattiva più veloce, si è pronti all’intervento, come se ci fosse un’urgenza.
La comodità, il rilassamento e l’introspezione, nel tempo, sono stati sacrificati a favore della velocità.
E’ buona norma recuperare l’atteggiamento antico che è in noi, integrando ed alternando la postura più alta e dinamica con la complicità della terra.
Alla ricerca dell’equilibrio, della piacevolezza del tempo.