(di Giulia Segna) – In una scuola primaria della periferia di Roma, l’istituto Viale dei Consoli in zona Quadraro, due ragazzi in Servizio Civile, Giulia e Gabriele, hanno affiancato gli insegnanti durante lo scorso anno scolastico, proponendo ai piccoli studenti lezioni sul rispetto e sulla solidarietà. Una bella esperienza da tenere presente, nei giorni in cui inizia l’anno scolastico 2018-2019 in molte Regioni italiane, con circa 8,6 milioni di studenti che torneranno sui banchi di scuole statali e paritarie.
Il Cipsi, coordinamento di associazioni e Ong di cui fanno parte, collabora con la scuola attraverso progetti di educazione alla cittadinanza.
Rosa Parks, Martin Luther King, Malala Yousafzai, Jane Goodall e tante altre le vite di straordinari personaggi sono state raccontate agli alunni per introdurli a tematiche quali i diritti umani, il rispetto della diversità culturale e della dignità altrui, l’amore verso le piante e gli animali.
Opinione diffusa è che bambini così piccoli non siano in grado di affrontare e comprendere temi così delicati, quasi che debbano esserne tutelati, ma gli eccezionali risultati ottenuti dal progetto hanno smentito totalmente.
“Mi fa arrabbiare che una donna nera non può sedersi dove vuole in un bus, solo perché ha la pelle più scura!” ha gridato forte Sara mentre ascoltava la storia dell’attivista afroamericana Rosa Parks.
“A me a volte non va di andare a scuola ma ora che conosco Malala mi viene voglia di venirci tutti i giorni” ha ammesso Giulio, un po’ rattristato per la brutta vicenda accaduta alla giovane pakistana, Premio Nobel per la Pace, che si batte per il diritto all’educazione.
“È importante rispettare e volere bene agli animali perché sono come dei nostri amici” ha ricordato Arianna a tutta la classe, dopo aver colorato il disegno che ritraeva l’etologa inglese Jane Goodall accanto a uno scimpanzè.

Attraverso i disegni, le favole, i colori, le poesie, e con un linguaggio semplice, alla portata di bimbi di 6-10 anni, i ragazzi in Servizio Civile hanno sensibilizzato i grandi del domani, un po’ più preparati – si spera – ad affrontare la società nella quale saranno immessi appena usciti da scuola, quando saranno più autonomi rispetto a mamma e papà.
Piccoli studenti che, nel susseguirsi delle lezioni, hanno imparato a osservare, a farsi domande, ad essere curiosi verso ciò che non conoscono, ad essere gentili e rispettosi, ad avere fiducia in sé stessi perché è importante avere dei sogni e crederci.
I lavori richiesti ai piccoli sono stati sia individuali, per far emergere le singole passioni e capacità, sia di gruppo, per educarli all’ascolto e alla collaborazione.
La grande presenza di bambini stranieri ha facilitato la trattazione di temi sulla bellezza dell’intercultura, del far vivere insieme lingue ed etnie, fonti di ricchezza e non di minaccia.
Di tanto in tanto è stato chiesto loro di condividere con i compagni qualcosa che ricordasse le proprie origini.
“È divertente scrivere i numeri in arabo, ci insegni anche delle parole?” ha chiesto Manuel a Yasin, tutto fiero di sé, con un gran sorriso stampato in faccia.
Anche Orsha, originaria del Bangladesh, è stata felice di raccontare alla classe di quando, a casa della nonna, ha messo a essiccare le foglie per preparare il tè tanto amato nella sua cultura, o di quando ha aiutato la zia a truccarsi con l’henné, prima di sposarsi.
“Ce ne porti un po’ così ci coloriamo la pelle anche noi?” l’hanno supplicata le vicine di banco. Omar e Sara, invece, hanno spiegato ai compagni che importanza avesse per loro il Ramadan e come procedesse il digiuno, suscitando un incuriosito stupore generale. “Ma come riuscite a farcela? Per me sarebbe impossibile!”
A concludere il percorso educativo è stato l’avvio del gemellaggio con una scuola primaria di Pikine est, in Senegal: uno scambio di disegni e letterine tra piccoli studenti, uniti, così, da un’amicizia d’oltreoceano che stimola la curiosità reciproca e l’empatia verso qualcuno che, pur essendo geograficamente distante, può avere molti interessi in comune.
I ragazzi in Servizio Civile hanno raccolto i lavori nelle classi romane, li hanno portati in Senegal e distribuiti personalmente agli alunni de l’Ecole III di Pikine.
“A me è capitato il disegno di Benedetta”, “Il mio amico italiano si chiama Andrea”, “A Simone piace la pizza come me!” I giovani studenti senegalesi, a loro volta, hanno realizzato i disegni “di risposta” ai compagni italiani.
L’idea è quella di raccontare, ognuno a modo suo, la realtà in cui vive, per farla conoscere a chi ne è estraneo: un gelato dopo la scuola, mentre si fanno i compiti, durante le vacanze con la famiglia, camminando per strada.
Attendiamo l’inizio del nuovo anno scolastico per veder realizzata la prima fase del gemellaggio interculturale tra Italia e Senegal; la volontà della scuola e del Cipsi, infatti, è di proseguire lo scambio negli anni.