L’associazione Campo Base Alfa si prefigge di far conoscere il fiume Tevere a chi lo ha osservato solo dalle sue sponde senza mai poterlo vivere veramente. Nasce e si sviluppa grazie ad un sogno di due ragazzi Fabrizio Montiroli e Alberto De Santis, che oltre ad essere amici nella vita sono accomunati da una grande passione: la canoa.

“Il nome Alfa – spiega Fabrizio Montiroli, presidente dell’associazione, che ha sede a Poggio Mirteto (Ri) -, al contrario di quanto si possa pensare, non è altro che l’unione dei nostri nomi: AL sta per Alberto e FA sta per Fabrizio. Non è stato per niente facile avviare questo progetto. Abbiamo investito molto tempo e molta fatica, soprattutto fisica, perché abbiamo dovuto bonificare noi la zona dove sorge adesso il pontile, nella zona di Poggio Mirteto Scalo, da cui partiamo per fare le nostre escursioni in canoa. Prima era vittima dell’abbandono e dell’inciviltà della gente, che ne aveva fatto una discarica a cielo aperto”.

“Ci siamo muniti di trattori – prosegue – e a poco a poco abbiamo liberato il terreno dalle spine, dalle erbacce, dalle gomme di automobili, dai ferri vecchi abbandonati ovunque. Dopo aver reso l’ambiente un po’ più accogliente ci siamo resi conto che finalmente era giunta l’ora di valorizzare la zona: aiutati e supportati dalle autorità locali, tra cui il Comune di Poggio Mirteto, il Comune di Torrita Tiberina e il direttore dell’Ente Parco Pierluigi Capone, ci siamo iscritti alla Camera di Commercio per fa nascere la nostra associazione”.
E poi cosa è successo?
“Tutti coloro che hanno deciso di partecipare all’associazione si sono autofinanziati per iscriversi al Coni, comperare le canoe, le attrezzature e tutto il materiale. Poi abbiamo iniziato con l’attività di sponsorizzazione, creando eventi con altre associazioni, tra cui Federtrek ed Emergency, e collaborando con l’Oasi Naturale di Nazzano Tevere-Farfa. Con nostro stupore ci siamo resi conto di quanta gente non conosca per niente il fiume, anzi lo tema. Grazie al lavoro di squadra siamo riusciti a coinvolgere persone di tutte l’età, dal bambino al sessantenne. Insomma una bella scommessa, che personalmente ho vinto portando in canoa perfino mia madre”.
“In questo modo – grazie all’entusiasmo della gente che di volta in volta partecipava agli eventi, al passaparola e al nostro portale web, durante l’estate siamo riusciti ad organizzare i nostri primi corsi a pagamento e costituire addirittura una squadra di 22 persone che gareggia con un’imbarcazione denominata “Dragon boat”, partecipando a vere e proprie gare sul fiume. Ci muove solo l’amore per lo sport all’aria aperta e il senso di appartenenza all’associazione”.

Quali sfide vi aspettano?
“Tantissime. Innanzitutto vogliamo creare un vero e proprio campo base con una rimessa per le canoe, da affittare; poi un parco avventura, per scoprire le continue meraviglie che il fiume ci offre. Per quanto riguarda gli obiettivi a lungo termine, vorremmo costituire un vero e proprio polo turistico costituito da campi di beach volley, percorsi di trekking, aree ristoro e ovviamente visite guidate sul fiume. E’ una sfida ambiziosa ma grazie alla nostra tenacia, buona volontà e ai nostri sostenitori siamo in grado di vincerla”.
Cosa consiglieresti a chi vorrebbe unirsi a voi ?
“Mettersi nella semplice ottica di poter remare tutti insieme per raggiungere un unico obiettivo, un po’ come accade nella vita: se non fai squadra non riesci ad ottenere nulla”.