“Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi…” dice l’androide morente nel fondamentale Blade Runner, suscitando nello spettatore immagini poetiche e struggenti. Peccato che molto spesso la fantasia non vada d’accordo con il rigore scientifico e anche un ipotetico scienziato in carne e ossa potrebbe alzare gli occhi al cielo, dire: “ne ho viste cose…” e recitare sconsolato, se non proprio colpito a morte, una lista di errori più o meno grossolani presenti nelle pellicole di fantascienza.

Certo, per poter godere di un film di fantascienza, è d’obbligo quel patto tra regista e spettatore che si chiama sospensione dell’incredulità. Si tratta della volontaria rinuncia alle nostre conoscenze che porta a ignorare errori (soprattutto quelli di poco conto) per poter godere serenamente dell’opera di fantasia.
Pensate, per esempio, alle comunicazioni tra la Terra e le astronavi in viaggio a zonzo per il sistema solare. A rigor di scienza i messaggi richiederebbero diversi minuti (o anche intere ore) per arrivare a destinazione e altrettanto per ritornare, rendendo impossibile lo svolgimento di qualsiasi trama.
O pensate ancora alle scarse conoscenze astronomiche che si avevano nel 1902, l’anno in cui Georges Mélies sbalordiva gli spettatori con il suo “Viaggio sulla Luna” il capostipite di tutti i film di fantascienza.
Il rigore scientifico ha certamente pochissima importanza di fronte ai primordiali effetti speciali del geniale regista francese a base di scoppi, razzi che si infilzano nell’occhio del nostro satellite, incontro con alieni e astronomi saltellanti in marsina e cilindro sulla superficie lunare.
Nei nostri anni di computer grafica e di nuovissime frontiere fisiche, invece, diventa difficile distinguere l’errore vero e proprio dalle possibilità surreali, eppure rigorosamente scientifiche, offerta dalla Meccanica Quantistica e della Relatività.
Nulla di quello che si vede nel complesso Interstellar è al momento realizzabile, ma non è escluso che in un futuro neanche troppo lontano sia possibile raggiungere velocità simili a quelle della luce o attraversare un buco nero per utilizzarlo come scorciatoia per raggiungere mondi lontanissimi.
Gli errori più ingenui quasi sempre presenti nei colossal quali Armaggedon, Star Trek o Guerre stellari, quindi, rimangono quelli relativi al comportamento del suono o della luce.
Tra sparatorie, meteoriti che si avvicinano minacciose alla Terra e duelli fra astronavi, la presenza del suono nello spazio è presente in moltissime scene di film, anche per esigenze spettacolari. Peccato, però, che nel vuoto del cosmo il suono non possa propagarsi perché alle vibrazioni manca il supporto fisico che le trasporta fino all’orecchio umano (come per esempio l’aria o l’acqua sulla Terra).
Anche le spade laser, vere icone della saga di Guerre stellari, non dovrebbero emettere rumore e, a volerla raccontare tutta, non dovrebbero essere nemmeno visibili all’occhio umano come qualcosa di statico e solido tipo la lama di una spada tradizionale. Il raggio laser, infatti, non è che un fascio di luce che, allo stato attuale delle nostre conoscenze, non si può imbrigliare a nostro piacimento.

Un terzo e comunissimo errore riguarda la presenza di fuoco nello spazio in occasione di battaglie o guasti alle astronavi. In assenza di ossigeno, infatti, è impossibile assistere a esplosioni e fuoco nell’universo, anche se questo significa dover dare ragione a chi sostiene le ragioni truffaldine della poesia e rinunciare alle “astronavi in fiamme al largo dei Bastioni di Orione”.
Un’ultima curiosità riguarda il monolitico 2001 Odissea nella Spazio di Stanley Kubrick. Si tratta di un film quasi inattaccabile dal punto di vista scientifico e che, anzi, basa la sua impressionante forza emotiva e intellettuale sui silenzi e l’assenza di effetti speciali ridondanti. Eppure il rigorosissimo Kubrick ha commesso un errore (inevitabile) che serve anche a smontare le ipotesi di complotto lunare.
Come si sa, alcune persone sostengono che le missioni Apollo destinate a portare l’uomo sulla Luna siano state una messa in scena e che la NASA abbia affidato a Stanley Kubrick la regia di questa truffa.
Si tratta di teorie ampiamente smentite, che non hanno nessun credito nel mondo scientifico e su cui Kubrick e i suoi familiari hanno anche ironizzato. Se ci fosse bisogno di una ulteriore prova di questo, basta osservare la discesa sul suolo lunare dell’astronave immaginata da Kubrick in 2001 Odissea nello Spazio, visibile a questo link.
Come si può notare i motori del razzo producono un getto di polvere che produce delle volute, poiché la scena è girata, ovviamente, in uno studio. Il comportamento della polvere nel vuoto, invece, è ben diverso e la porta a ricadere immediatamente al suolo, senza movimento. Si può osservare questo comportamento dal filmato girato sulla Luna durante la missione Apollo 16 che riprende il rover in moto sulla superficie lunare.
Appare chiaro, quindi, quanto sia dura la vita dei film di fantascienza nel difficile equilibrio tra spettacolo, scienza, sospensione dell’incredulità e botteghino.
Non a caso delle migliaia di pellicole prodotte da Mélies ai nostri giorni, solo poche sono sopravvissute all’avanzare delle conoscenze scientifiche, per le restanti il destino è stato quello di perdersi nel tempo, come lacrime nella pioggia.