di Marianna Mandato – La pandemia ha cambiato molte modalità di intervento anche nel Terzo settore, nell’associazionismo sociale e culturale e nel mondo del volontariato.
Non si perde né si è persa la voglia o la necessità di mettersi a disposizione degli altri ma sicuramente sta prendendo un’altra forma il modo per poterlo e volerlo fare. Necessità fa virtù.
Fare volontariato oggi non è più soltanto l’essere fisicamente presenti laddove occorre ma anche un poter esserci in modo alternativo, con la possibilità di offrire la propria disponibilità in modalità digitale, a volte interamente on line.

Sempre più si stanno sviluppando piattaforme in grado di fare da ponte tra i cosiddetti volontari digitali, che mettono a disposizione il proprio tempo e le proprie competenze, e le associazioni o le organizzazioni no profit che ne facciano richiesta.
Occorre andare al passo coi tempi.
Alcune piattaforme lavorano su base nazionale altre su base regionale o locale. Ognuna ha modalità proprie per la selezione dei volontari e per la successiva gestione delle richieste.
L’iscrizione è generalmente gratuita.
Con una gestione a livello nazionale vi è l’associazione Happy Angel.
Nasce nel 2021 da un’idea di Stefano Grini, manager aziendale con la passione per la programmazione web. Grini mette in opera il progetto di volontariato digitale avvalendosi esclusivamente di canali on line, anche per il reclutamento dello stesso team che gestisce attualmente la piattaforma. Sono volontari a loro volta, operanti quasi tutti da città diverse, con strumenti digitali. Oggi conta oltre 430 volontari e più di 120 associazioni.
Si tratta di una grande community che conta al proprio attivo sia volontari giovanissimi, appartenenti alla Generazione Z, ai Millennial, sia professionisti adulti, anche freelance, che lavorano già da tempo nel mondo del Digital. Tutti sono desiderosi di mettere a disposizione parte del loro tempo oltre che le proprie capacità e competenze.
I giovanissimi sono spesso spronati dalla possibilità di arricchire il proprio curriculum, le proprie esperienze personali e mettere alla prova le capacità acquisite durante la propria formazione.
“Spesso la scelta di avvicinarsi al mondo del volontariato digitale è legata alla volontà di contribuire alla creazione di un impatto positivo sulla società”,
spiega a B-Hop magazine Isadora Casadonte, responsabile del Progetto di volontariato digitale di Happy Angel.
“Le giovani generazioni – prosegue – sono molto sensibili e interessate ai temi della sostenibilità sia sociale che ambientale, e quindi avvicinarsi al mondo no profit, magari attraverso un’esperienza di volontariato digitale, può significare anche
prendere parte attiva alla realizzazione di progetti che creano valore per la comunità, per la società”.
I professionisti, invece, grazie al volontariato digitale, spesso riescono a coltivare con costanza la loro passione, in qualche modo a tenersi sempre aggiornati, allenati. Poter donare le proprie competenze ha significato molto specialmente in un periodo come quello appena trascorso, di arresto o rallentamento di alcune particolari attività professionali.
L’offerta gratuita di volontari motivati e preparati, sprona le organizzazioni non profit a rivolgersi alla piattaforma.
Svolgendosi da remoto, l’incontro avviene in questa grande “piazza virtuale” – come la definisce Isadora Casadonte – in grado poi di mettere nella giusta relazione le associazioni/organizzazioni richiedenti e i candidati volontari. Essere un buon tramite è fondamentale per incoraggiare nuove e sempre proficue relazioni future.
La possibilità di venire in contatto con persone geograficamente molto distanti tra loro ma in grado di risolvere le più svariate esigenze digitali, rappresenta il grande potenziale di Happy Angel.
Abbattimento delle frontiere e passione sono le parole chiave.
E questo momento storico sicuramente ne costituisce lo speciale humus in cui germogliare.
“Penso proprio che sia così – conferma Isadora Casadonte –
“la sensibilità verso il mondo del digital e la consapevolezza della sua importanza sta crescendo moltissimo nel Terzo settore.
Il Covid-19 ha reso ancora più evidente il potenziale del web per comunicare. Alle organizzazioni medio-piccole mancano spesso il budget e le risorse umane da dedicare alle attività digitali ed è proprio per questo che il volontariato delle competenze è così importante”.
Di fatto, Happy Angel si propone come “uno strumento per fare people raising e individuare quei ‘donatori di tempo’ che non sempre le piccole e medie organizzazioni riescono a trovare da sole. Happy Angel semplifica la possibilità di metterli in contatto”.
La Community di Happy Angel è portavoce di storie bellissime da raccontare sul successo del volontariato digitale. Esperienze e progetti realizzati che arrivano ad emozionare per la loro capacità di generare valore pratico e umano.
Emblematica la storia di Barbara Callegari, una volontaria che ha saputo unire competenze estremamente specifiche, disponibilità, capacità e passione, abbattendo le frontiere della distanza fisica. Dalle Canarie è riuscita a soddisfare le richieste di una onlus di Napoli che sostiene donne e bambini in Africa, specie nel Benin.
Con una gestione a livello più locale, regionale, si distingue da molti anni la piattaforma RomAltruista.
È una Onlus nata nel 2011 e rappresenta ormai una realtà piuttosto consolidata su territorio, contando più di 25.000 volontari.

RomAltruista nasce con una “natura digitale”, giacché da sempre promuove cultura e volontariato tramite una piattaforma digitale.
I volontari si iscrivono alla piattaforma in modo semplice e veloce, mettendo a disposizione il loro tempo e le loro competenze. Anche i soci, i membri del Consiglio direttivo e lo staff, sono tutti volontari digitali.
Con l’arrivo della pandemia, RomAltruista ha modificato solo in parte il proprio modo di operare.
Di fondo, spiega a B-Hop Melina Monteforte, responsabile rapporti con le associazioni presso RomAltruista, “la pandemia ci ha solo rallentati e messi in difficoltà nel periodo del lockdown e in quello immediatamente successivo, quando le associazioni non potevano svolgere attività in presenza. Ci ha cambiati solo per un aspetto. Mentre prima la stragrande maggioranza delle attività che proponevamo erano tutte all’insegna della flessibilità, della mancanza di specifiche competenze ed escludevano l’assunzione di un impegno continuativo, ora abbiamo aperto alle competenze e all’impegno continuativo”.
Anche a RomAltruista, così, è approdato il volontariato digitale, col suo tempo in digitale e le sue competenze specifiche, non in presenza ma da remoto, in grado di sopperire a una richiesta sempre più robusta di esperti digitali in organizzazioni no profit.
Sostanzialmente, comunque, il volontariato non perde la propria identità. Come sottolinea anche Melina,
“non trovo assolutamente differenze, entrambe le modalità di volontariato, quella in presenza presso un’associazione e quella online magari a casa propria,
sono comunque il frutto di una volontà ben precisa: essere di aiuto a qualcuno, sposare una causa sociale, sentirsi partecipi di un progetto e soprattutto non credere che tanto ci pensa qualcun altro a risolvere i problemi, grandi o piccoli che siano”.
Anche RomAltruista si fa portavoce di storie positive e particolari che fanno capire l’importanza di questa nuova forma di volontariato digitale. Basta dare un’occhiata al progetto Map for Future, che da iniziale progetto in loco, mirante a coinvolgere un sostanzioso numero di volontari in presenza, si è trasformato in un progetto vincente interamente on line.
Infine, tra le realtà locali, va fatto un riferimento anche al servizio Trovavolontariato nato nel 2019 e gestito dal Centro Servizi per il volontariato della Regione Lazio. È un’ottima realtà, ma meno digitale. I volontari sono più presenti sul posto in modo tradizionale. La realtà da remoto è sfruttata per ora solo in parte.