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Un decalogo di buone abitudini per salvare l’Amazzonia

Lo propone l'ong Cospe con il Manifesto "Io mangio il giusto": cambiare gli stili alimentari per fermare la deforestazione e lo sfruttamento dell'Amazzonia

di Patrizia Caiffa
3 Ottobre 2022
in Buenvivir
Tempo di Lettura: 4 mins read
29 0
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Adriano Karipuna - (foto Cospe)

Adriano Karipuna - (foto Cospe)

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di Patrizia Caiffa – Cambiare i consumi alimentari e gli stili di vita per fermare la distruzione della foresta amazzonica. E’ la proposta e l’obiettivo del Manifesto “Io mangio il giusto” a cura dell’organizzazione di cooperazione internazionale Cospe. Un decalogo di buone abitudini a partire dal cibo, azioni concrete da mettere in pratica nella vita di tutti giorni, presentato in occasione della sedicesima edizione del Festival della Biodiversità.

Secondo la Fao, tra il 1990 e il 2020 sono andati persi a causa della deforestazione 420 milioni di ettari di foresta, un’area più grande dell’Unione europea. Si stima che i consumi dell’Ue rappresentino circa il 10% della deforestazione globale.

Consapevole di quanto sta accadendo il Parlamento europeo ha recentemente approvato la sua posizione sulla proposta della Commissione europea di un regolamento sui prodotti privi di deforestazione, utili a combattere il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità a livello globale.

“I dati parlano chiaro: il 90% delle terre deforestate nelle aree tropicali diventano pascoli e piantagioni di soia, per garantire carne ai consumatori cinesi, europei, nordamericani e super-profitti a tutti gli attori di questa economia predatoria”,

spiega Eleonora Migno, vicepresidente di Cospe.

“In Amazzonia, nella prima metà del 2022 sono stati perduti in questo modo 3.988 chilometri quadrati di foresta. Se ne sta andando così, verso il punto di non ritorno che ne farà una savana, la foresta pluviale più grande del mondo. Non c’è più tempo. Tutti siamo chiamati a fare qualcosa e a dare il nostro contributo con le scelte che facciamo a tavola. Cambiare i nostri stili di vita alimentare non è più solo possibile, è necessario”.

L’Amazzonia non è solo il “polmone verde” del mondo ma ha un patrimonio unico e insostituibile di biodiversità. Nei suoi 7 milioni di chilometri cubi ospita 350 popoli indigeni e una varietà infinita di specie animali e vegetali che rischiano l’estinzione.

“La disuguaglianza razziale e ambientale che esiste in Amazzonia e che colpisce i popoli indigeni è frutto delle politiche di governo che stanno favorendo questa iniquità”,

denuncia Adriano Karipuna, attivista ambientale e leader indigeno del popolo Karipuna dello stato brasiliano della Rondonia. Cospe sostiene i Karipuna con la campagna “AMA la Terra, AMA te stesso, AMAzzonia”.

foto: Cospe

I Karipuna stanno proteggendo 153mila ettari di foresta amazzonica, ma di recente la foresta di Karipuna ha subito un altro attacco da parte di taglialegna illegali e garimpeiros (cercatori d’oro e preziosi) e sono stati appiccati numerosi incendi”.

“Nel territorio Karipuna – prosegue il leader indigeno – ci sono popolazioni isolate che stanno correndo il rischio di essere sterminate. Di fronte a questi disastri, chiediamo attenzione e un sostegno economico per riuscire a proteggere ciò che ancora rimane nella biodiversità della foresta amazzonica”.

Ecco il decalogo della campagna del Cospe:

✔ Meno carne
Non più di 350 grammi di carne a settimana, compresi salumi e insaccati, per centrare la soglia di sostenibilità di 20kg annui a persona stabilita per l’Ue, con una riduzione del 20% rispetto al consumo attuale di 80 Kg annui .

✔ Più alimenti biologici
Gli alimenti biologici, carne pesce e vegetali, e quelli provenienti da produzioni agro-ecologiche: fanno bene alla salute, sono ricchi di sostanze nutritive, privi di pesticidi e metalli pesanti. Contribuiscono alla conservazione della biodiversità e della fertilità del suolo, la protezione delle falde acquifere, la riduzione delle emissioni di gas serra e il risparmio energetico.

✔ Solo frutta e verdura di stagione
Frutta e verdura di stagione fanno bene alla salute nostra e a quella della biosfera. Quella prodotta, in serra o importata usa una quantità più alta di input chimici, consumano molta energia, e contribuisce all’emissione di CO2. Se ne può fare a meno, e anche il gusto ci guadagna

✔ Solo alimenti provenienti dai territori
Per garantire un’alimentazione sana per tutte le persone, rispettando l’ambiente, dobbiamo restituire il potere sul cibo ai territori che lo producono. Acquistando sia da quelli vicini, che ci offrono l’opportunità di un contatto diretto, sia da quelli più lontani, che attraverso filiere garantite e controllate, fanno arrivare sulla nostra tavola sapori e storie di altri luoghi.

✔ Meno alimenti trasformati
I cibi lavorati e confezionati, come merendine e cibi pre-pronti, usano molta acqua ed energia in fase di trasformazione, e sono molto poveri di fibre, vitamine, antiossidanti, mentre sono ricchi di sale, grassi zuccheri e additivi artificiali (coloranti, dolcificanti e aromi). Meglio non mangiarli.

✔ Meno alimenti imballati
I materiali di imballaggio per alimenti costituiscono il 63% dei rifiuti solidi urbani . Acquistare prodotti distribuiti in contenitori riciclabili o sfusi contribuisce alla riduzione delle emissioni. Evitare assolutamente la plastica!

✔ Solo acqua del rubinetto o dei distributori comunali
Consumare acqua del rubinetto e portare sempre con se borracce in alluminio consente di contribuire a garantire un risparmio stimato tra 50/60 e i 100 euro all’anno e a ridurre il numero di bottiglie di plastica prodotte e destinate alle discariche o disperse in mare, il consumo di energia e le emissioni.

✔ Meno cacao, tè, caffè, frutta tropicale, spezie: e tutto di qualità certificata!
Si può, acquistando solo prodotti provenienti dal circuito del commercio equo e solidale biologici, ottenuti nel rispetto di standard ambientali e sociali, promuovendo le coltivazioni sostenibili e contribuendo a migliorare la vita di chi ci lavora. Con parsimonia perché la quantità di CO2 legata al trasporto di questi prodotti è altissima.

✔ Meno gas ed energia per la cottura degli alimenti
Accendere il forno per cucinare richiede molta più energia che accendere un fornello. Cucinare piatti a crudo, a cottura breve o a basso uso di energia, usare la pentola a pressione e coperchi durante la cottura riduce la dispersione inutile di energia

✔ Niente sprechi alimentari
Acquistare il cibo nelle giuste quantità evitando il superfluo e creare ricette utilizzando il 100% degli alimenti (bucce, gambi e foglie sono ricche di vitamine e fibre), reinventandole con il cibo avanzato.

Per sostenere la campagna anche sul sito dell’organizzazione: https://www.cospe.org/partecipa/campagne/amazzonia/sostieni/.

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Patrizia Caiffa

Patrizia Caiffa

Direttrice responsabile di B-hop magazine. Giornalista professionista, lavoro dal '98 all'agenzia Sir. Laureata in Lingue e letterature straniere moderne, scrivo anche libri e viaggio (tanto) nel Sud del mondo. Curiosa di nuove avventure, dentro e fuori di me, ho voluto B-hop per portare bellezza, fiducia e consapevolezza nel mondo dell'informazione.

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