di Samantha Lattaro – Con l’insegnamento “dell’arte di fare la pizza” lo spirito creativo di Napoli entra anche nel carcere Canton Mombello di Brescia. Grazie all’impegno di Ciro Di Maio, un giovane pizzaiolo napoletano che ha lanciato un progetto ideato nel 2019, sospeso a causa della pandemia e ora finalmente al via.
Per due mesi il pizzaiolo sta svolgendo lezioni teoriche e pratiche due volte a settimana per insegnare a sette detenuti a fare la pizza.
Dopo aver scontato il periodo ridotto di detenzione previsto per reati minori, a seguito della partecipazione a questo corso professionale di quaranta ore,
i detenuti potranno essere inseriti nel mondo del lavoro e ricominciare una nuova vita.
Il giovane pizzaiolo nasce nel 1990 a Frattamaggiore, un comune della città metropolitana di Napoli. Dopo aver deciso di lasciare gli studi per seguire la sua passione, nel 2015 trova lavoro come pizzaiolo in Lombardia ponendo le basi per realizzare il progetto della pizzeria “San Ciro”, un ristorante a Brescia dove lavorano circa quindici persone.
Sia il menù alla carta, sia le sue pizze rispettano la tradizione napoletana, dalla scelta degli ingredienti alla preparazione dei piatti. I giocatori del Brescia Calcio sono di casa in questa pizzeria, molto amata anche dai vip, come dimostrano le tante foto in evidenza sulle pareti del locale.
A seguito del suo successo, dopo essere riuscito a superare anche la sfida del periodo di grande crisi dovuto al Covid, Ciro Di Maio decide di condividere i suoi segreti con chi è stato meno fortunato nella vita.
“Un ragazzo che finisce in carcere, magari per reati minori, poi ha una difficoltà enorme nel reinserirsi nel mondo lavorativo – afferma -. Lo so per esperienza personale, ho visto molti amici finire male. Per questo ho deciso di impegnarmi in prima persona per aiutarli. In questo momento storico, tra l’altro, c’è una richiesta sempre maggiore di pizzaioli e di persone che si vogliono impegnare nell’ambiente della ristorazione.
Abbiamo pensato di proporre un corso di questo tipo proprio per garantire in modo quasi automatico l’assunzione alle persone che seguiranno il corso”.
Come afferma Luisa Ravagnani, Garante dei diritti delle persone private della libertà personale a Brescia, che ha collaborato all’ideazione del progetto: “Imparare un mestiere in carcere rappresenta una concreta possibilità di utilizzare il tempo della pena per prepararsi a un futuro lontano dalle scelte devianti che in precedenza hanno condotto al carcere”.
L’iniziativa è stata accolta positivamente dai detenuti, come informa la direttrice del carcere Francesca Paola Lucrezi: “Il corso di pizzaiolo nella Casa Circondariale di Brescia ha riscosso sin da subito moltissimo apprezzamento tra i detenuti, che hanno chiesto, in numero di gran lunga superiore ai posti disponibili, la partecipazione. L’attività professionalizzante, oltre a conferire competenze è particolarmente ‘appetibile’ per la spendibilità nel mondo del lavoro. È senz’altro auspicabile la ripetizione dell’attività all’interno del carcere e
sarebbe un importante risultato se altri pizzaioli accettassero la proposta di Ciro di consorziati in tal senso: fare sistema garantisce efficacia e tenuta nei risultati”.
“La ristorazione ha bisogno di lavoratori – aggiunge Ciro Di Maio -, e vogliamo aiutare chi vuole crearsi una seconda opportunità. Se altre pizzerie vogliono partecipare al progetto, sono le benvenute”.
L’invito del ristoratore è di estendere il progetto alla partecipazione di altri pizzaioli, che potrebbero replicare la stessa iniziativa innescando un circolo virtuoso in altre realtà.
Lancia perciò un appello ai colleghi che lavorano nella ristorazione: “Vorrei fondare
un’associazione di persone per aiutare gli ex detenuti a reinserirsi con una nuova professionalità. In questo periodo nel quale mancano lavoratori è un modello positivo per tutti”.
Una risposta concreta per lottare contro la criminalità, per creare nuove opportunità sostenendo chi sta pagando per gli errori commessi ma può avere la possibilità di vedersi offrire un’altra opportunità nella vita.