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Home Buenvivir

Ultrablu, uno spazio per artisti neurodivergenti (e non solo)

La sede è a Roma, vicino San Pietro. E' atelier, libreria, bar, spazio per eventi e corsi di formazione

di Nicola Gagliardi
4 Maggio 2022
in Buenvivir
Tempo di Lettura: 3 mins read
48 1
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di Nicola Gagliardi – Ultrablu è un’organizzazione no profit con sede nel centro di Roma, (piazza Americo Capponi 7, vicino San Pietro). Il progetto nasce dalla visione di Virgilio Mollicone e Monica Nicoletti, con l’obiettivo di costruire uno spazio artistico e sociale, nel senso più ampio del termine, in cui valorizzare la dimensione neurologica di ogni artista, al riparo da etichette, (pre)giudizi e condizionamenti di ogni tipo. 

In questo luogo speciale lavorano fianco a fianco artisti neurodivergenti, cioè ai quali sono stati diagnosticati disturbi pervasivi dello sviluppo, come l’autismo o la sindrome di Asperger, e artisti neurotipici, che invece non sono caratterizzati da questi disturbi. 

Le opere di Elena Santori
Alcune opere dell’artista Elena Santori (fonte foto: Facebook)

L’idea di base è che ogni persona vive una dimensione neurologica unica e particolare e la trasforma in arte a modo proprio.

Ultrablu va quindi a superare le finte differenze che le etichette vorrebbero creare tra gli artisti e le persone, privilegiando invece la collaborazione, la contaminazione e l’arricchimento reciproco. 

In questo modo, Ultrablu rappresenta un vero e proprio rifugio artistico, dove chiunque si può esprimere senza costrizioni, dove si può essere liberi e pienamente se stessi. 

Ma è anche, se vogliamo, un rifugio di vita, al riparo da un mondo dove la competizione e il giudizio spesso sporcano l’esperienza dello stare insieme e dove al contrario ci si confronta, ci si forma e si cresce come comunità. 

Ultrablu fa tutto questo attraverso una sede ampia e variegata (c’è anche un bar con prodotti di qualità scelti con cura), che non è fissa nella sua rigidità formale, ma si adatta alle esigenze e ai progetti delle persone che la vivono, crescendo in questo modo insieme a loro, come un organismo vivente. 

C’è quindi innanzitutto un Atelier, che mette a disposizione degli artisti strumenti sempre nuovi e aggiornati, pronti a servire la loro creatività, sia per quanto riguarda le arti visive (disegno, pittura, incisione, fotografia, illustrazione, animazione, cinema, oreficeria, arte tessile e plastica) che quelle performative (musica, teatro, performance). 

Ritratto di Pasolini dell’artista Andrea Calcagno (fonte foto: Facebook)

Oltre a offrire un luogo dove potersi esprimere, Ultrablu propone anche dei corsi di formazione, tra cui disegno, fumetto, animazione e fotografia.

Missione: imparare a padroneggiare le tecniche e gli strumenti delle diverse forme d’arte, diventare artisti professionisti e magari assicurarsi un futuro, facendo della propria passione un lavoro.

C’è poi uno spazio dedicato alle esposizioni e agli eventi, che ha l’obiettivo di mettere in contatto l’arte prodotta nell’Atelier con il pubblico e il territorio circostanti.

Ma anche, viceversa, quello di far entrare all’interno il mondo e le influenze esterne, attraverso presentazioni ed eventi, in un clima di continuo e reciproco scambio. 

Altra componente fondamentale di Ultrablu è la libreria, da sempre fonte di conoscenza e di ispirazione per la creazione del nuovo.

Particolare, per la libreria, “è l’approccio ‘diversalista’ utilizzato per l’organizzazione delle risorse, che la rende viva e cangiante, mai statica e in continuo divenire”, spiega a B-Hop Eleonora Sole Mollicone, tra i responsabili di Ultrablu. 

La libreria diversalista di Ultrablu (fonte foto: Facebook)

A coronare il progetto c’è poi Ultrablu Publishing, una casa editrice indipendente che si pone l’obiettivo di diffondere presso il pubblico la ricchezza che deriva dalla neurodivergenza a livello artistico, comunicativo e conoscitivo.

Le opere pubblicate da Ultrablu spaziano dalle riviste agli albi illustrati ai prodotti animati e sono caratterizzate da una forma di editoria gentile e non invasiva, in cui al centro di tutto ci sono sempre e solo l’artista e la sua opera.

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Nicola Gagliardi

Nicola Gagliardi

Ciao, mi chiamo Nicola e scrivo da dove Cristo non è mai arrivato. Racconto storie, con parole e disegni, da prima ancora di imparare a farlo. Per me la narrazione è sempre stata catarsi, riflessione, distrazione dal mondo. Ma anche un modo per rivelare ciò che di buono in quel mondo è rimasto e perfino (perché no?) per costruire una realtà migliore. Io B-Hop perché è un 'luogo' in cui si può stare bene, senza compromessi, con quello che siamo e che vogliamo essere.

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Direttrice responsabile: Patrizia Caiffa
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