di Agnese Malatesta – Cominciano ad arrivare gli aiuti anche nelle zone rurali, quelle più remote dell’isola di Haiti, colpita dal terremoto del 14 agosto scorso, e finora quasi del tutto inaccessibili. Dopo circa due settimane dal drammatico sisma, gli operatori della ong Avsi sono riusciti a raggiungere piccole comunità a tre ore da Les Cayes, la capitale del dipartimento. Ma non è stato affatto facile.
“Per arrivarci – ha detto Guido Calvi, responsabile progetti emergenza dell’organizzazione – bisogna fare una strada che è un letto di un fiume che si è ingrossato”.
Un percorso complesso, un grosso corso d’acqua da attraversare, aggravato poi dal recente passaggio del ciclone Grace. Proprio per facilitare l’accesso agli aiuti, sono al lavoro squadre che possono riabilitare la strada, renderla percorribile, così che anche fonti d’acqua possano arrivare alle persone, soprattutto ai bambini. Infatti, uno dei problemi più diffusi e più preoccupanti nelle aree dell’isola caraibica colpita dal sisma è la mancanza di acqua potabile, con il rischio di possibili epidemie che si possono verificare, come già avvenuto in passato.
“E’ stato sempre difficile raggiungere queste zone. Gli aiuti – ha affermato Calvi – sono arrivati sempre più limitatamente ma ora siamo riusciti ad arrivare e stiamo cercando di portare un primissimo aiuto in termini di tende per chi ha perso la casa e di fornitura di kit igienici”.
Avsi sta riorganizzando inoltre la presenza fisica a fianco della popolazione terremotata:
“Anche di questo hanno bisogno le persone. Hanno bisogno di essere accompagnate, hanno bisogno di un sostegno psicologico e psicosociale, sia i bambini sia gli adulti”.
In particolare, per i bambini “stiamo organizzando attività educative e di gioco per dare loro anche un senso di normalità dopo questa crisi. I bisogni – ha concluso l’operatore umanitario – sono ancora tantissimi e soprattutto in queste zone difficilmente raggiungibili, l’aiuto di tutti è ancora molto necessario”.