C’era una volta una regina che si chiamava Nivea ed era anche la donna più bella del reame e ogni giorno si ammirava nel suo specchio magico, per averne la conferma. Un giorno però lo specchio le disse che sì, lei era bella ma ce n’era anche un’altra, molto bella e decisamente più giovane, dalla carnagione bianca come la neve. Anzi, bianca come la Neve Cosmetics. Così le fece causa.
Le fiabe, si sa, sono racconti inventati anche se in realtà poi si scopre che parlano di noi, della nostra vita. Ma partiamo dall’inizio. Nella realtà imprenditoriale della nostra Italia c’è una bella storia, nata forse un po’ per caso, sicuramente per passione: quella di Trucco Minerale.it. Siamo nell’anno del Signore 2008, è il 16 settembre. In provincia di Torino, quattro persone si mettono insieme e con un investimento iniziale di appena 10 mila euro decidono di “buttarsi” in un mercato di nicchia, quello dei pigmenti, delle terre e polveri micronizzate per un make up di altissima qualità: un settore completamente nuovo per l’Italia.

“Inizialmente – spiega Marco Aghem, socio e amministratore delegato – acquistavamo all’estero e rivendevamo poi in Italia questi prodotti senza petrolati, senza addensanti, senza parabeni, senza siliconi. Poi poco per volta siamo cresciuti, grazie anche alle recensioni postate su YouTube; ci siamo resi conto che la possibilità di crescita era reale e abbiamo iniziato a sviluppare i nostri prodotti. Il secondo step è stato poi affiancare articoli più tradizionali per la cosmesi e la cura della pelle, mantenendo sempre la nostra qualità naturale”.
Così nel 2009 nasce la società Neve Cosmetics srl e vengono depositati all’Ufficio Marchi e Brevetti i marchi “Neve” e “Neve Make Up”. La sfida, su cui Aghem e gli altri tre soci (d’età compresa tra i 35 e i 69 anni) sono impegnati, è ricavare da queste polveri, da questi pigmenti naturali del trucco minerale, una gamma sempre più vasta di prodotti biologici e performanti. Ci stanno riuscendo: in pochi anni sono passati da 20 alle quasi 400 referenze attuali.

“Per noi è più difficile fare un cosmetico – abbiamo pochi ingredienti “buoni” del Bio-Dizionario e una black-list importante -, i costi di conseguenza sono maggiori ma la nostra scelta è produrre articoli di qualità, che rispettino il benessere di tutti. Non investiamo in testimonial e pubblicità, preferiamo puntare su ricerca e sviluppo: tutti i prodotti nascono nei nostri laboratori e sono green, bio, di alta qualità, con buone o ottime performance e un prezzo accessibile”. E coloratissimi. Già – oltre ai pigmenti puri – sono nati ombretti pressati in cialde, matite, correttori, primer, mascara, blush, ciprie, fondotinta, creme: tutti naturali, per lo più vegetariani-vegani (quindi senza derivati della macellazione animale) e ovviamente cruelty-free. Tutti acquistabili solo on line o in poche selezionati punti vendita bio.
“Ci divertiamo lavorando – racconta Marco Aghem -, rendiamo commerciale quello che ci piace e contiamo di migliorare un po’ il mondo anche grazie al nostro lavoro. Noi piccoli, ‘sfigati gioiosi’, portiamo sul mercato il nostro life style, colorato e appassionato. Oggi diamo lavoro ad una decina di persone; ci siamo sempre autofinanziati, reinvestendo i guadagni. Non abbiamo mai chiesto un prestito alle banche”. Non solo, ma il loro “Cuore di Neve” ha donato – negli ultimi tre anni – 35mila euro a favore di associazioni animaliste.
Tutto bene, dunque. Anzi no. Perchè Nivea, il marchio di proprietà della multinazionale tedesca Beiersdorf fa causa a Nivea Cosmetics e – dopo oltre tre anni di udienze -, pochi giorni fa, il giudice del tribunale di Milano ha stabilito che «la parola “neve” non può essere utilizzata come marchio nel settore cosmetico in quanto confondibile con Nivea” perchè i due nomi “derivano etimologicamente dal latino niveus/nivea/niveum ossia “bianco come la neve” e proprio il richiamo alla neve di Nivea che rende illecito l’uso di “Neve” da parte dei concorrenti nel settore dei prodotti di bellezza».

Quelli di Neve informano garbatamente che ricorreranno in appello ma anche moltissimi consumatori non ci stanno. Sono partite una campagna di solidarietà on line con hashtag #iostoconneve oppure #stoconneve e una petizione. Forti perplessità vengono espresse anche da chi, di diritto commerciale, ne sa qualcosa. Commenta lo Studio Legale Fiorenza: “Quale consumatore dei beni dell’azienda Nivea potrebbe confonderli con quelli dell’azienda Neve? Si tratta di prodotti per la cura del corpo, è vero, ma ove l’una produce per lo più saponi, bagnoschiuma e creme, l’altra produce prevalentemente makeup e trucco minerale; la prima viene venduta nella grande distribuzione, la seconda in erboristerie e negozi specializzati in bio cosmesi e online; e infine, la motivazione più importante, il pubblico che acquista da Neve è un pubblico molto attento a ciò che si spalma sulla pelle e, salvo che un consumatore di Nivea venga folgorato sulla bio via di Damasco, non c’è alcuna possibilità che faccia confusione tra i due marchi”.

L’aspetto positivo è che, comunque vada, grazie a questa vicenda (tutt’altro che conclusa) una piccola azienda del nostro bel Stivale si è fatta conoscere da un più grande pubblico, sensibile e informato, e ha aumentato rapidamente i suoi clienti; più di 1000 persone hanno partecipato al Birthday Party, per i sette anni dell’azienda, prenotando la propria adesione online e rendendo l’evento sold out in una manciata di giorni.
Ogni giorno, in ogni ambito, le nostre scelte – incluse quelle d’acquisto – fanno la differenza: hanno un impatto economico e sociale oltre che sulla qualità della nostra vita personale. Per questo è bene prendersene cura: e questa, davvero, non è una favola nè un gioco.
Io #stoconneve perchè è italiana ed è un esempio concreto di nuova imprenditorialità sostenibile: si impegna nella ricerca e nello sviluppo, dà occupazione, è bio (senza petrolati, siliconi e via discorrendo) e cruelty free; perchè ha un cuore no-profit e offre prodotti pieni di colore e cura naturale della pelle. E tu?