Da settimane in libreria troneggia sugli scaffali delle occasioni imperdibili, altrimenti dette ‘se non ce l’hai non sei nessuno’, un piccolo libro cartonato compatto, delicatamente vestito di bianco con titolo verde chiaro, elegantemente proposto al lettore curioso di ineffabili novità come un piccolo sussidiario di eleganza. Il magico potere del riordino edizioni Vallardi, è quanto l’autrice Marie Kondo, una ragazza giapponese che ha fatto dell’ordine e dell’estetica ontologica del riordino i suoi principi di vita (ed anche una notevole fortuna letteraria) ha donato alle masse.
Come tutti i giapponesi che si rispettano, Marie ha deciso di eliminare dalla sua vita qualsiasi cosa sia inutile o superfluo e per farlo comincia dal suo armadio che, in breve tempo, diventa il luogo di catarsi dal quale- novello tempietto del pagano dio della quiete- detta le regole per una vita ordinata e quindi sana, libera dal peso della roba (verghianamente condannata ad essere la zavorra della nostra iconoclastica infelicità). Se in principio c’era il caos, adesso ci sono centinaia di ragazze, donne, massaie (convertita anche la casalinga di Voghera?) decise a fare spazio nell’armadio delle emozioni, bandendo i vecchi maglioni infeltriti, esiliando trucchi e parrucchi, cestinando ricordi ed orpelli. In questo libro viene spiegato come liberarsi dai vestiti e dalle cose che non ci servono più, oggetti della nostalgia e ricettacoli di negatività; si dettano nuove regole di ecumenismo domestico dove il caos deve fare posto alla pace dei sensi e degli scaffali.
La Kondo afferma che «vivere in ambienti ordinati ci permette di guardarci dentro, affrontando le nostre paure. Ed apprezzarci di più». La nostra cultura occidentale, ammorbata dalla compulsività dell’accumulo, lontana dallo zen e dal sorriso, ci ha in effetti un po’ (tanto, direi) allontanati dalla visione essenziale delle cose. Imparare, o semplicemente riscoprire, il valore delle piccole cose, saper fare a meno di certi oggetti finanche alienarli è un primo passo verso l’allegria e la leggerezza, la pace e la riscoperta del benessere e dei valori. Alcuni studiosi affermano, però, che le persone disordinate sono quelle più creative. Come conciliare queste differenti istanze? Il segreto pare essere quello di trovare un buon equilibrio tra la propria natura e la riscoperta di cosa sia davvero necessario. Tutto il resto è…polvere!