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Ruanda, al via produzione di moto-taxi elettrici per ridurre l’inquinamento

L’obiettivo è ambizioso: nei prossimi 5 anni dovrebbe riguardare la maggioranza dei moto-taxi

di redazione b-hop
17 Novembre 2021
in Buenvivir
Tempo di Lettura: 2 mins read
33 1
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di Cornelia Toelgyes, Africa-express –  Per districarsi nel caotico traffico delle grandi città africane, il mezzo più veloce per arrivare in tempo a un appuntamento importante, come un’udienza in tribunale o quant’altro, gran parte delle persone utilizzano i boda-boda, i moto-taxi, mezzo ideale per le brevi distanze. Anche a Kigali, la capitale del Ruanda, circolano quasi 25mila boda-boda (denominazione locale dei moto-taxi), guidati da giovani autisti. Da poco transitano anche una sessantina di moto-taxi all’avanguardia: hanno un motore elettrico, volto a ridurre l’inquinamento.

Un giovane autista di boda-boda ha raccontato che inizialmente ha trovato un po’ di difficoltà nella guida del mezzo elettrico. “Si fermava all’improvviso. Ora ho imparato come utilizzarlo e devo dire, che riesco a mettere da parte molti più soldi.”

Da diversi anni Ghana, Etiopia e Ruanda, hanno superano il limite di PM (acronimo per Particular matter, cioè le polveri sottili) stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Il Ruanda corre ai ripari e per ridurre l’inquinamento dell’aria ha dato il via alla produzione di motociclette elettriche. Ampersand, una società statunitense, ha iniziato l’attività in Ruanda nel 2018 e ora 150 parti delle moto vengono assemblate nel Paese dalla Ampersand Rwanda Ltd, con sede a Kigali, dove hanno trovato occupazione 73 persone tra operai e impiegati. Dunque non è una semplice piattaforma tecnologica. La società gestisce ora 5 punti di ricarica e vende anche pezzi di ricambio.

Il governo ruandese svolge ovviamente un ruolo importante nel passaggio al trasporto elettrico. Pur tenendo conto di una perdita di entrate fiscali sul carburante, i benefici sono ben maggiori.

Visto che le fonti di energia elettrica vengono prodotte localmente, verranno abbattuti notevolmente i costi di importazione del carburante e, giacché che i mezzi vengono assemblati nel Paese, saranno creati anche nuovo posti di lavoro.

Recentemente Ampersand ha ottenuto un prestito di 9 milioni di dollari dalla US International Development Finance Corporation (IDFC) per espandere le sue operazioni in Ruanda e anche in Kenya. L’accordo rappresenta il primo prestito dell’IDFC per la mobilità elettrica e ciò significa una crescente fiducia degli investitori nel settore in Africa.

Il direttore esecutivo di Ampersand, Josh Whale ha sottolineato che in Ruanda il carburante è caro. Il costo della benzina che si consuma in un anno è superiore al prezzo di una nuova motocicletta.

L’obiettivo della società è ambizioso: spera e sogna che nei prossimi 5 anni gran parte delle moto saranno elettriche.

“In questa parte del mondo – ha concluso Whale – rappresentano il 50 per cento dei veicoli in circolazione”.

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Direttrice responsabile: Patrizia Caiffa
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