di Carla Chiuppi – E’ da poco passato il 17 gennaio, giorno in cui si festeggia, Sant’Antonio abate. In Umbria meridionale è stato sempre una giornata ricca di simboli, riti, speranza.
La mia famiglia non seguiva molto le feste religiose, ma come per la maggior parte delle persone, alcune cose si “dovevano fare”: era una questione sul filo tra religione, superstizione e tradizione.
Nel rito di Sant’Antonio c’è l’offerta della “ciambella”, pane devozionale arricchito con semi di anice, in questo caso, salato.
C’è poi una canzone che cantava mia nonna, in realtà canticchiava solo alcune strofe, alcune parole, ed io insistevo perché volevo saperla tutta, fino a farle perdere la pazienza. Trovai, anni dopo, un libro con la canzone che conservo gelosamente.
Le ciambelle si confezionavano a casa e spesso si portavano al forno a cuocere; per riconoscerle, nonna, ci faceva dei segni.

Le ciambelle, come gli animali e le sementi che gli si davano da mangiare, venivano benedetti.
Davanti al sagrato delle chiese, gli animali, infiocchettati venivano fatti sfilare, per ricevere la benedizione, così come le ceste piene di ciambelle.
Era una cosa seria, del resto gli animali facevano da sostentamento alla famiglia. Cura tanta, rispetto per il loro lavoro e gratitudine al momento del loro sacrificio.
Della ciambella benedetta se ne custodiva un pezzetto nella dispensa, in un sacchetto di tela e veniva data come cibo in caso di piccoli malanni.
Insomma qui di superstizione e riti “magici”, si parla. Il potere taumaturgico dato al segno, al simbolo è una cosa che mi fa ancora emozionare, al di là della religione.
La sera si ballava perché in questa data, “entra” il carnevale.
Ecco la ricetta:
Ciambella di Sant’Antonio
- 1 kg di farina
- 2 uova
- 30 gr di anice
- 1 bicchiere d’olio
- 25 gr. di lievito acqua ½ bicchiere,
- un pizzico di sale

Preparazione:
- Sciogliere il lievito nell’acqua tiepida, unirlo a 100 gr di farina e lasciare per una intera notte a lievitare in luogo caldo.
- Il mattino seguente unire il lievito alla farina rimasta, aggiungere tutti gli altri ingredienti, formare una palla morbida ma non appiccicosa e lasciar lievitare ancora 2 / 3 ore. Suddividere l’impasto e formare dei cilindri lunghi per ricavare le ciambelle.
- Lessare le ciambelle in abbondante acqua salata, una alla volta (altrimenti si attaccano tra loro).
- Muoverle con delicatezza, aiutandovi con una spatola larga, perché l’impasto è morbido e si rompe facilmente.
- Lasciarle asciugare su carta forno per una notte.
- Mettere le ciambelle in una teglia coperta con carta forno e cuocetele a 180°C per 45 minuti, fino a completa doratura. Se desiderate che l’interno della ciambella rimanga più morbido, cuocetele a 200 °C per un tempo inferiore.
Per velocizzare la preparazione è possibile saltare la fase della bollitura, passando direttamente al forno, dopo averle fatte lievitare ancora per un’ora sulla teglia. La bollitura conserverà le vostre ciambelle più a lungo.
Aiutaci a migliorare B-hop! Compila il questionario per i lettori entro il 15 febbraio 2022 cliccando a questo link:
https://forms.gle/zEFEBqG7YqrfgnHG9
Grazie, il tuo parere è prezioso.