Sabir è stato per diversi secoli il nome che ha designato una lingua franca parlata in tutti i porti del Mediterraneo come mezzo di comunicazione per intendersi tra cristiani, musulmani ed ebrei, senza ricorrere a traduttori.
Nel XXI secolo Sabir è diventato il nome di un Festival diffuso delle culture mediterranee promosso da ARCI, Caritas italiana, A buon diritto, Asgi, Carta di Roma e ACLI. Partendo dall’esperienza della prima edizione tenutasi a Lampedusa nel 2014, quest’anno gli organizzatori hanno deciso di portare l’evento dal 12 al 15 maggio a Pozzallo, dove negli scorsi giorni è avvenuta la presentazione alla presenza del Sindaco della città Luigi Ammatuna, dal responsabile immigrazione dell’Arci Filippo Miraglia e del responsabile immigrazione di Caritas Italiana Oliviero Forti.

La formula di Sabir sarà quella collaudata a Lampedusa, che vedeva attività culturali e laboratori interattivi, musicali e teatrali alternarsi con incontri internazionali a cura di ARCI, Caritas, ASGI e Carta di Roma con l’obiettivo di costruire una rappresentazione pubblica alternativa della società civile del Mediterraneo.
Tra le attività in programma destano grande interesse la presenza della Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, che incontrerà gli studenti di Pozzallo, il laboratorio teatrale curato da Cantieri Meticci che si sposterà sul territorio del paese per raccogliere storie e realizzare un evento teatrale itinerante, il workshop di Graphic Journalism tenuto da Gianluca Costantini, il laboratorio di musica Rap e Hip hop, le mostre, i momenti formativi che si rivolgono a operatori dell’informazione, legali e dell’accoglienza SPRAR, il sistema nazionale di accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati.
Cultura e spettacolo saranno garantiti dallo scrittore Paolo Nori, dai Modena city Ramblers, da artisti rap del panorama italiano e da Ascanio Celestini che proporrà un suo spettacolo inedito.
Sabir si concluderà domenica 15 maggio con “No ai muri, sì all’accoglienza”, una manifestazione per la chiusura degli hotspot voluti dall’Unione europeoa, a sottolineare come l’accoglienza dei migranti non può essere impostata all’insegna della detenzione, dei respingimenti e della chiusura delle frontiere.