di Anna Radice Fossati – A Milano, dopo lunghe trattative, battute d’arresto e polemiche, la Casa delle Donne ha vinto il bando del Comune e può rimanere, con un contratto in comodato d’uso per sei anni, nella sua sede storica nel cuore della città.
Il progetto dell’associazione era stato inizialmente escluso dal bando a causa di un cavillo burocratico. Dopo otto anni di attività – finalizzata alla valorizzazione e alla trasmissione di esperienze e conoscenze tra donne di ogni età, estrazione sociale, orientamento sessuale e cultura – la Casa, ormai un punto di riferimento per le donne sia a Milano che a livello nazionale, rischiava lo sfratto.
Due anni fa, il contratto in comodato d’uso per lo spazio di Via Marsala 8/10 è infatti scaduto e sono iniziate le trattative con l’Amministrazione Comunale di Milano perché riconoscesse l’importanza di un luogo delle donne e ne garantisse la continuazione.

Le negoziazioni si sono sbloccate il 30 dicembre 2020 quando il Parlamento, grazie all’iniziativa di molte deputate, ha approvato nella Legge di Bilancio n.178 alcuni articoli che demandano alle Amministrazioni di concedere “l’utilizzo collettivo di beni immobili appartenenti al patrimonio pubblico in comodato d’uso gratuito alle associazioni che promuovono la libertà delle donne”.
L’Amministrazione di Milano, tuttavia, ha scelto di mettere a bando gli spazi di Via Marsala, anziché assegnarli per via diretta alla Casa delle Donne di Milano.
Via Marsala 8, oltretutto, non è stata messa a bando come luogo politico finalizzato alla promozione delle libertà delle donne, ma come semplice immobile, sminuendo così la dimensione politica della gestione degli spazi da parte dell’Associazione.
Il 28 gennaio 2022 le buste amministrative del bando per lo spazio di via Marsala sono state aperte e, a causa di un vizio di forma facilmente sanabile, il progetto dell’Associazione è stato escluso dalla gara senza esser stato letto.
Le donne della Casa non si sono tuttavia perse d’animo e hanno continuato a lottare: “Questa è la Casa delle Donne– afferma a B-Hop magazine Parisina Dettoni, del Consiglio Direttivo della Casa – qui ci sono otto anni della nostra vita”.
Grazie alla forza del movimento delle donne di tutta Italia, l’Associazione viene riammessa al bando e il 4 febbraio 2022 finalmente arriva la conferma: il progetto della Casa – messo a punto insieme ad altre importanti Associazioni di donne della città (Casa delle Donne Maltrattate, Onlus Cerchi d’Acqua, consultorio laico CED, Casa delle Artiste) – ha vinto.

“Voglio una casa, la voglio bella, piena di luce come una stella, piena di sole e di fortuna. E sopra il tetto spunti la luna, piena di riso, piena di pianto, casa ti sogno, ti sogno tanto”: questo desiderio (ben espresso dalle parole della canzone della cantautrice Lucilla Galeazzi) di creare una Casa prese forma nel 2011.
In settembre Anita Sonego, presidente della Commissione Pari Opportunità nella Giunta comunale appena costituita dal sindaco Giuliano Pisapia, invitò le donne di Milano a presentare le loro proposte alla città, attraverso alcuni Tavoli di lavoro. Uno di questi, il Tavolo Spazi, lancia l’idea di creare a Milano una Casa delle Donne, in cui promuovere forme di cittadinanza attiva al femminile:
“Volevamo che Milano avesse una Casa delle Donne – spiega Dettoni – come ce ne sono a Roma e in molte altre città europee e non. Volevamo un luogo in cui poterci ritrovare ”
Così, l’Associazione – trovata la sua dimora nel 2013 all’interno degli spazi di un’ex scuola superiore situata in via Marsala – l’8 marzo 2014 ha aperto finalmente i battenti.
A distanza di otto anni sono state sviluppate innumerevoli iniziative. Tra queste, ad esempio, sono stati creati sportelli per sole donne di orientamento ai servizi e alle opportunità che offre la città di Milano.
È stata istituita, inoltre, la scuola di lingua italiana per donne migranti “Francesca Amoni”, dove l’insegnamento è finalizzato a facilitare i processi di integrazione ed emancipazione femminile.
Nel 2017, inoltre, è stata inaugurata la bibliomediateca “Laura Lepetit Maltini” che, con i suoi 3000 volumi, intende approfondire e diffondere la produzione culturale femminile.
Le attività della Casa non si fermano qui. Ogni donna, infatti, può partecipare a corsi di benessere e movimento – come Yoga, Ginnastica, Qi Gong, Biodanza – a corsi d’arte e teatro oppure può unirsi al coro della Casa in cui si intonano canti popolari e di lotta delle donne.
In tutte le stanze risuonano musica, canti, racconti e performance di donne provenienti da tutto il mondo e sulle pareti si possono ammirare le opere di alcune artiste.
Finalmente l’Associazione potrà rimanere nella sua sede, continuando a lavorare per i suoi obiettivi, per essere lo spazio nella città di Milano dedicato alle donne.
Resta tuttavia con l’Amministrazione Comunale di Milano una battaglia aperta: quella per lo statuto dei luoghi delle donne perché “la promozione della libertà femminile non può essere ridotta ad un fatto burocratico”.