di Massimo Lavena – Essere poliallergico: una sfida continua. Guardandoci intorno da ogni angolo possono spuntare babau affamati dei nostri anticorpi! Che si chiamino acari, che si chiamino peli del gatto, che si chiamino paraidrossibenzoati, che si chiamino betacarotenoidi o fragole portano seco asma, pomfi, orticarie, spasmi, prurito, dolori articolari, diarrea, vomito, e quando agiscono in maniera violenta aprono le porte anche alla triste Signora con la falce.
Davanti a questo come può difendersi un poveretto che si trova a dover combattere con attacchi da allergeni di differente natura? Tra il serio ed il faceto vediamo dieci punti imprescindibili per sopravvivere ai danni ed alle privazioni imposte dalle allergie, magari sorridendo al pensiero di Igor quando dice al barone Frederik Frankenstein “potrebbe andare peggio…. potrebbe piovere”!
Decalogo strutturato su fatti di vita subita.
1) Nel dubbio diffondi a quante più persone la lista delle tue allergie. Ti assicurerai per lo meno di non star male se vai a casa di amici. Non sottovalutare mai le piccole dosi, e quando sai che dovrai andare a cena a casa di persone nuove, mettiti l’anima in pace: ci sarà sempre qualcuno al quale avrai stilato l’elenco cartaceo preciso al millesimo, al quale avrai detto e ripetuto mille volte che se sei allergico all’aglio che davanti al tuo sniffare interdetto ed alla tua domanda “scusa, hai per caso fatto il soffritto per la carne?” ti guarderà stupito e ti risponderà “no, l’ho tolto subito”. E tu dentro te avrai in corso una carica dei 600 di Balaklava, un attacco dei carri Tigre verso Bastogne, mentre placido dirai “non importa, ce l’hai un pezzo di formaggio?”.
2) Quando esci non andare in un locale a mangiare al buio, ma previamente fatti dire dove andrai. Telefona. Chiedi. Anche le domande più banali del tipo: “mi scusi ma l’olio che usate per friggere cos’è?” o “mi scusi l’impasto usa anche farina di soia?”. Se avete organizzato voi e le risposte includono cose che vi possono accelerare nella corsa verso un pronto soccorso ospedaliero fate ancora in tempo a cambiare, scegliendo un locale di vostra fiducia e conoscenza. Se non avete organizzato voi, delle due l’una: o digiunate o domandate di farvi qualche cosa categoricamente solo per voi, come volete voi. Se non ve lo facessero, meglio il digiuno. E una pietra tombale non su voi, ma sul locale.
3) Se a vostra precisa domanda: “scusi come è fatto il sughetto delle mazzancolle?” il cameriere nicchiasse e rispondesse “non lo so” voi insistete perché dovete saperlo. Se al suo ritorno fa ancora l’evasivo, salutate e andatevene. Non vi potete fidare che ciò che mangiate sia cucinato in assenza di ciò che vi fa male.
4) Prima di tutto la chiarezza: le vostre allergie non sono contagiose, mentre ciò che vi fa star male si può evitare. Ditelo ai vostri amici, se per esempio siete molto allergici alla forfora del cane o al pelo di gatto, che non andate a casa loro perché altrimenti vi spacchereste dagli starnuti, vi verrebbe l’asma ecc. ecc. Incontratevi o a casa vostra o all’aperto. Sarà bellissimo lo stesso.
5) Anche se è una impresa di Sisifo, leggete sempre i bugiardini delle medicine che dovrete assumere, controllate i componenti e se ve lo consiglia il medico ditegli con fermezza “prima vediamo cosa ha tra gli eccipienti?”. Già, gli eccipienti ne ammazzano più del diavolo. Fate attenzione: quando dovete mettere nel conto un intervento chirurgico, spendete il vostro tempo migliore per informare alla perfezione medici, capisala, addetti alle cucine ed infermieri.
Altrimenti l’operazione sarà pure andata bene, ma se siete allergici all’arachide e l’insalatina che vi portano il giorno che potete riprendere a mangiare è condita con olio d’arachide o di semi vari, poi vi troverete con molta facilità a gestire uno shock anafilattico non previsto. O se vi viene data una medicina che contiene un eccipiente che vi porterebbe a passeggiare sulle praterie di Manitù rifiutatevi categoricamente di prenderla, soprattutto se avete segnalato i vostri problemi al reparto dove siete ricoverati.
6) Non arrendetevi al prurito, è una valvola di salvezza perché disturba molto e pone domande. Abituatevi a controllare come e quando vi viene; dove vi viene; quanto tempo dopo un ipotetico contatto con l’allergene. Abituatevi a stilare liste di ciò che mangiate, di ciò che toccate, dei prodotti chimici che usate. Vi aiuteranno nel momento in cui vi deciderete ad andare da un allergologo. che deve essere serio e preparato. Deve ascoltarvi. Deve leggere i vostri appunti. Solo dopo deciderà il da farsi. Il prurito è un ottimo indicatore di una situazione compromessa.
Non abbiate paura di usare sotto controllo medico degli antistaminici ma essi non risolvono il problema, lo placano apparentemente. Lo stesso dicasi del cortisone di cui in passato, ed in certe situazioni, ancora si fa uso e abuso: ma di vite ne salva tante in casi acuti e gravi. Per rallentare il prurito esiste un sistema antico ma efficacissimo: riempite il lavandino o il bidet d’acqua fredda e scioglieteci 4 o 5 cucchiai di bicarbonato di sodio. Realizzerete una specie di emulsione quasi gelatinosa. Immergete le parti pruriginose e aspettate che l’effetto calmante sopraggiunga. Poi sciacquatevi ma non abbassate la guardia.
7) La miglior difesa è l’attacco, nel caso di un poliallergico si chiama “eliminazione totale”. Non esistono mezze misure. L’allergene farà la bua sempre e comunque. Se con il pile la mano fa la scintilla e si gonfia come un palloncino, evitate sempre di entrare in contatto con quel tessuto di derivazione plastica! Se qualche alimento vi fa male, cancellatelo. Se cucinate per altri usate i guantini di lattice. Se siete allergici al lattice copritevi le mani con il cellophane!
8) Uscite sempre con un cartellino che metta a chiare lettere ciò che vi fa stare male. Nel caso che, per un disgraziato accadimento, vi troviate incosciente con dei soccorritori, almeno, se siete allergici ad un determinato antibiotico o ad un farmaco acclarato non ve lo spareranno per endovena!
9) Non sottovalutate indizi importanti, come l’insorgere di prurito dopo l’assunzione di una noce, o l’uso di un nuovo detersivo. Possono anche non essere reazioni immediate, ma se compaiono allora c’è qualche cosa che non va. E non parlate di intolleranze. Mai
10) Attenzione, per concludere: i medici delle allergie si chiamano allergologi. Purtroppo molti altri campi specialistici tendono a sminuire le allergie. Prima di farvi fare diagnosi sbagliate, andate alla fonte.
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