Il “baby food”? È un’invenzione del marketing. Il cibo industriale per bambini – dal latte di crescita agli omogeneizzati – è un business, il cui valore stimato è di circa 30 miliardi di dollari Usa. Ma è un genere di alimentazione corretta per i nostri bambini? A fare luce su questo mondo è un libro della giornalista Laura Bruzzaniti “Non aprire quella pappa!” (Altreconomia) che sarà in vendita dall’11 febbraio.
Il volume esplora l’universo del baby food, spiega chi sono le multinazionali “padrone della pappa”, i meccanismi del “baby marketing” e il ruolo controverso dei pediatri. Ma soprattutto che cosa c’è davvero dentro a vasetti e confezioni, e come i genitori possono imparare a difendersi e ad interpretare correttamente le etichette.
L’autrice racconta – a partire dall’invenzione del “cibo in scatola” per bambini (1927, Usa) – come funziona l’attuale mercato del baby food, dominato da tre grandi corporation: Kraft-Heinz Company, Danone e Nestlé. Il marketing per gli alimenti dell’infanzia va alla conquista dei “target” mamma e bambino, spesso muovendosi su un crinale scivoloso tra informazione e pubblicità ingannevole. Una pubblicità invadente, che instilla sensi di colpa nei genitori e non teme di mostrare commistioni tra industria e ricerca, associazioni pediatriche, singoli medici.
Ma il cibo industriale è sano? E perché – a partire dall’introduzione degli alimenti complementari, dopo i sei mesi di vita – dovrebbe essere preferito al cibo che mangia tutta la famiglia? L’autrice spiega perché il baby food industriale non è (quasi mai) adatto ai bambini e soprattutto quali siano gli “ospiti indesiderati” che si siedono a tavola con noi e i nostri figli: zucchero, sale, farine raffinate, grassi “cattivi”, additivi e aromi, spesso in quantità eccessive, sono infatti nella lista degli ingredienti dei cibi “dedicati” ai bambini. Molti studi recenti collegano l’aumento dell’obesità tra i più piccoli proprio alle cattive abitudini alimentari rinforzate dalla pubblicità, dalle bevande gassate alle merendine ipercaloriche.
Questo libro è anche un vademecum per imparare a leggere e interpretare le etichette dei prodotti, dal latte di crescita agli yogurt, dai formaggini ai succhi di “frutta”, dalle merendine ai piatti pronti a base di “carne” e “pesce”.
Numerosi e autorevoli i pareri degli esperti: l’epidemiologo Adriano Cattaneo, tra gli estensori del documento “Alimentazione dei lattanti e dei bambini fino a tre anni: raccomandazioni standard per l’Unione europea” che spiega ai genitori quali “buone prassi” seguire, Paola Negri di Ibfan Italia – sul tema dei sostituti del latte materno – e la psicologa Francesca Romana Puggelli.