(di Agnese Malatesta) – Imparare la felicità. Non si tratta di uno slogan né di un’illusoria ricetta ma di un progetto di formazione. Coinvolti al momento circa 200 studenti delle scuole superiori romane (e non solo), alcuni dei quali – primo banco di prova – si confronteranno al colloquio del prossimo esame di Stato proprio sulla scienza e sulla cultura della felicità.
La sperimentazione, ispirata dalla Libera Università dei Diritti Umani (Lunid), prende il via in cinque scuole i cui docenti stanno predisponendo specifiche Unità di Apprendimento (Uda). Intanto la Lunid e le scuole si sono ‘associate’ nella rete Felicitas, convinte della necessità di impegnarsi in percorsi formativi con al centro la cultura della felicità e dei diritti umani.
“Vogliamo sdoganare il concetto di felicità come approccio edonistico e consumistico – ha detto l’antropologa culturale Gioia Di Cristofaro Longo, presidente dalle Lunid, in una conferenza stampa alla Camera dei Deputati –. Vogliamo invece recuperare il suo vero significato che è la ricerca del bene e quindi il suo significato culturale”.
“La felicità è e deve essere una scienza e in quanto tale richiede formazione”.
La necessità di un approccio in tal senso parte anche dalla constatazione di una sorta di “patologia culturale” nei mass media che privilegia la violenza e la morbosità di fatti di cronaca nera.
“Una situazione – ha precisato Longo Di Cristofaro – che alimenta immaginari angosciosi”.
L’obiettivo di Felicitas è invece costruire “esperienze di felicità ora non raccontate. Felicità come scelta del bene”.
“La cultura della felicità può trovare nella scuola un luogo privilegiato di formazione”.
La cultura della felicità prenderà linfa dal raffronto con l’esempio positivo e dall’approfondimento dei diritti umani. Necessaria la ricerca, le sperimentazioni e le esperienze positive. La ricerca della felicità deve avere come oggetto lo studio dei diritti umani agiti e azionabili, come tensione al bene a cui aspira ogni individuo; come ricerca emotiva al bene comune, al benessere non solo individuale ma della comunità.
“Per i primi studenti maturandi, la cultura della felicità – ha reso noto l’esperta che da anni si occupa della materia – si inserisce nel solco del colloquio obbligatorio all’esame di Stato di cittadinanza e Costituzione.
Felicitas, aperta ad altre scuole che fossero interessate, muove così i primi passi. E’ una bella avventura e una bella scommessa”. Le scuole aderenti a Felicitas: Liceo Statale Maria Montessori di Roma, IMS Margherita di Savoia di Roma, Liceo classico Statale E. Q. Visconti di Roma, Liceo Statale Niccolò Machiavelli di Roma, Liceo De Magistris di Sezze (Lt).
Fra le altre iniziative promosse dal progetto, la prossima pubblicazione di un bando di concorso rivolto alle scuole con oggetto il Messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che affronta il tema dei valori, dei diritti, della solidarietà e della felicità come fondamentali indispensabili di una comunità.