di Agnese Malatesta – Accesso ai processi della democrazia partecipata per le ragazze e i ragazzi di circa un comune su due in Sicilia.
In 170 amministrazioni (il 43% del totale), infatti, anche i minorenni possono votare nel rispetto di un meccanismo introdotto con la legge regionale n. 5/2014 secondo la quale i comuni siciliani sono tenuti a spendere il 2% dei fondi che ricevono dalla Regione con forme di democrazia partecipata, quindi coinvolgendo i cittadini nella scelta dei progetti da realizzare con questi fondi.

Lo racconta Spendiamolinsieme.it, il progetto della no profit Parliament Watch Italia che si concentra su un buon uso dei fondi per la democrazia partecipata in Sicilia.
L’applicazione di queste norme dalla forte valenza di innovazione sociale e culturale, una vera e propria lezione di civismo, ancora non riguarda l’intera regione.
Ma dove hanno trovato cittadinanza, i sedicenni, i diciassettenni, anche a volte i quindicenni, possono vivere l’esperienza unica di poter votare a pari merito con gli adulti e in grande anticipo rispetto alle elezioni regolati dalle norme nazionali che prevede la maggiore età.
Dei comuni che hanno questa attenzione verso i giovani, ci sono anche cinque città di rilievo, Agrigento, Caltanissetta, Ragusa, Siracusa e Trapani. La democrazia partecipata ai minorenni si ritrova, ad esempio, in 23 comuni nell’area dell’Agrigentino, 17 nel Nisseno, 26 nel Catanese, 8 nell’Ennese, 27 nel Messinese, 35 nel Palermitano, 6 nel Ragusano, 16 nel Siracusano, 12 nel Trapanese.
La questione solleva interesse ma anche dibattiti e contraddizioni.
Per esempio, a Capizzi (Area Metropolitana di Messina) le cose vanno avanti tra alti e bassi ma dal 2017 è in corso una sperimentazione, a riprova che operare nel solco della democrazia partecipata suggerisce innovazioni e idee. Quell’anno il Comune insediò il Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze e scelse di riservare a questa “mini aula” una cura speciale.
I Ragazzi e le Ragazze ebbero modo infatti di presentare una propria proposta cui il Comune destinò il 20% dei fondi della democrazia partecipata.
E mentre gli adulti propendevano per interventi sulle strade, i più giovani vollero la realizzazione di una targa commemorativa in onore di tutti i caduti per mano della mafia e interventi di manutenzione dell’arredo di un parco adiacente alla scuola primaria.
A Gela (Libero Consorzio di Caltanissetta), Giardini Naxos, Brolo, Malfa e Santa Teresa di Riva (nel messinese) e Aci Bonaccorsi (Area metropolitana di Catania) il regolamento per la democrazia partecipata prevede che ad essere coinvolti nel processo siano i cittadini dai 16 anni in su ma negli avvisi la partecipazione è riservata ai maggiorenni.
E sempre di contraddizioni si tratta, ma esattamente al contrario, a Militello Rosmarino (Area metropolitana di Messina) e Sutera (nel Nisseno). In questi casi i regolamenti (datati entrambi 2019) consentono la partecipazione dei soli maggiorenni e gli avvisi, invece, la consentono anche ai sedicenni e diciassettenni.
“Nulla quaestio, è una scelta – sostiene il gruppo di lavoro di ‘Spendiamoli Insieme’ – ma la scelta dovrebbe essere presa con coerenza.
Regolamento e avviso non dovrebbero essere in contraddizione”.
Una scelta, tra l’altro, che ha un senso preciso, spiega il sindaco di Misterbianco, Marco Corsaro (37 anni), che è anche educatore sportivo per ragazzi:
“È un modo per responsabilizzare i giovani rispetto alla cosa pubblica,
ma è anche, anzi soprattutto, un modo per consentire alla loro sensibilità e alla loro visione del futuro di entrare in gioco da protagonisti, perché questa sensibilità e questa visione sono utili, necessarie, alla crescita dell’intera comunità”.
E il prossimo anno, anticipa il primo cittadino, la pubblicazione dell’avviso sarà accompagnata da assemblee pubbliche in tutti i quartieri.