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Home Buenvivir

Da Aleppo a Roma, la passione di Ghiath per il giornalismo e l’integrazione sociale

di Agnese Malatesta
10 Maggio 2021
in Buenvivir
Tempo di Lettura: 2 mins read
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 di Agnese Malatesta – Ghiath Rammo è un curdo siriano, in Italia dal 2012. Un archeologo che ora nel nostro paese lavora nella comunicazione web attenta ai temi sociali, in particolare a quelli dell’integrazione. Ed è nel nostro paese che ha imparato il mestiere.

Ghiath, laureato ad Aleppo, 37 anni, sposato con una collega italiana, è infatti una delle 162 persone introdotte al giornalismo sociale e alla comunicazione interculturale dal settimanale online ‘Piuculture’ che quest’anno compie dieci anni di attività.

Un giornale-laboratorio che accoglie e forma a questo tipo di informazione italiani e stranieri, collegato all’omonima associazione di volontariato – attiva già dal 2009 nell’inclusione a scuola e sul territorio degli stranieri presenti nel II municipio di Roma – con la convinzione che la comunicazione  è un mezzo per promuovere una società pluralista e multiculturale.

In questa redazione si sono finora alternati, come volontari, 56 redattori; di questi, 14 sono diventati pubblicisti.

La redazione di PiùCulture

Ghiath è uno dei primi stranieri ad essere stato formato al giornalismo sociale da ‘Piuculture’ con il quale collabora sui temi relativi alla cultura araba e curda; lavora poi per un’agenzia di web marketing e organizza visite guidate a Roma in lingua araba.

L’interesse per il giornalismo sociale  – spiega in un italiano perfetto a B-Hop magazine – “nasce perché sono convinto che può rispondere a bisogni di vita, può

dare voce alle persone emarginate e focalizzare l’attenzione su una parte della società che raramente viene ascoltata e ne favorisce la sua conoscenza. Può quindi dare un contributo ad un migliore vivere sociale”.

Il  giornalismo sociale, sottolinea Ghiath, ha anche un ruolo importantissimo per gli stranieri che è l’informazione di servizio: “le nostre notizie sono spesso occasione per soluzioni a problemi quotidiani”. Lui stesso era uno degli stranieri che consultava regolarmente il sito di  ‘Piuculture’  ed è lì che è venuto a conoscenza del corso di giornalismo.

Questa è stata una tappa importante per la sua vita, tanto da permettergli di contribuire – apprese le tecniche della scrittura e del giornalismo sociale – a ciò che lui sente come mission: l’integrazione sociale.

Il suo sguardo d’azione è per la multiculturalità:  “attraverso questo spazio redazionale ho conosciuto tante realtà straniere a Roma, ho modo di confrontarmi con i colleghi sia sul piano professionale che culturale. E’ nato un dialogo con loro. Ciò che cerco di fare in questo lavoro è di non seguire il trend del momento, la moda mediatica.

Nel raccontare e nello scrivere cerco di andare oltre senza cedere alla spettacolarizzazione e alla banalizzazione”.

La sua attenzione è concentrata  “all’interno di una comunità, ad  un aspetto da approfondire e poco conosciuto. Mi interessano i piccoli pensieri, insomma la microcultura”.

Ghiat Rammo

“Credo – aggiunge – che non ci si debba dimenticare da dove veniamo ma che vanno rispettate le leggi del paese in cui si vive, e dove si sceglie di stare. Fra appartenenza ed integrazione, scelgo quest’ultima. E’ necessario avere un’apertura reciproca fra persone.  Ecco che la comunicazione contribuisce a questo scambio positivo di vita in comune”.

Per Ghiath, “due culture sono un’opportunità.

Se c’è rapporto e dialogo fra persone di nazionalità diverse, tutto il resto diventa molto facile”.

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Agnese Malatesta

Agnese Malatesta

Giornalista professionista. Per trent’anni cronista all'Ansa, mi piace raccontare fatti e persone ‘comuni’. Scrivo su B-hop perché quelle storie, forse semplici ma non scontate, e comunque vitali e positive, di solito non fanno la storia del momento ma arricchiscono le vite di tutti. Mi piace pensare che questo sia un modo per contribuire al vivere civile. Sempre attratta dai temi sociali – laureata, più o meno consapevolmente, in Sociologia – guardo con passione alle novità in questo ambito. Ho una predilezione per i fiori, le rose in particolare, e per le scrittrici donne.

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