di Margherita Vetrano – “Siamo pronti a partire non appena migliora la situazione Covid!”: a parlare è Vassili Bosi, direttore della palestra di arrampicata sportiva Mondi Verticali 4.0 a San Nicolò a Tordino (TE): “Al momento l’attività è ferma e potremo riaprire al pubblico solo con un nuovo DPCM“.

L’arrampicata sta diventando uno sport sempre più frequentato e parlarne con Vassili è entusiasmante: “L’attività inizia tra il 2000 e il 2003 – racconta a B-hop magazine – quando abbiamo messo in piedi l’Associazione Mondi Verticali. Avevamo un piccolo spazio in via Pepe, a Teramo. Era un garage malsano sporco e freddo; col tempo ci siamo spostati ed ingranditi e adesso siamo alla palestra Mondi verticali 4.0 perché è la quarta che abbiamo aperto. E’ una vera e propria attività commerciale con quasi 160 iscritti. La svolta è di pochi mesi fa quando abbiamo preso uno spazio più grande dove c’era un parco giochi per bambini, triplicando la superficie, passando dai 200 a 600 mq.

Fra i soci possiamo vantare la presenza di Lorenzo Angelozzi, tracciatore di terzo livello, il valore aggiunto della palestra 4.0″.
La palestra è solo la punta dell’iceberg. Poliedrico e super attivo, Vassili ricopre altri incarichi di responsabilità. Si è sempre dedicato all’attività outdoor in montagna e la sua vita avventurosa è garanzia di qualità.
“Vivo a Teramo con la mia compagna Alessandra ma lavoro buona parte dell’anno in montagna. Di recente ho accettato anche l’incarico di Capostazione del Soccorso Alpino e Speleologico di Teramo con base a Prati di Tivo. Sono tecnico di elisoccorso per conto del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino con l’Asl Abruzzese e Guida Alpina.”

Se il personale sanitario è addestrato per il soccorso, l’elisoccorso si occupa di condurli nei percorsi difficili. Traffico o terreno impervio c’è la responsabilità della gestione dei sanitari, medico e infermiere da accompagnare sul luogo d’intervento.
I tecnici si prendono cura di chi si prende cura!
“La situazione più rocambolesca l’ho vissuta quest’estate quando siamo finiti dentro ad una forra. Una persona si era fatta male durante una discesa e sono stato verricellato all’interno con il medico. Per uscire abbiamo impiegato più di quattro ore. Faceva molto freddo, eravamo bagnati e non adeguatamente vestiti. Il medico era stremato ed anch’io, nonostante l’allenamento, sono uscito provato per la complessità della situazione.”
Allenarsi ad un lavoro così non è semplice: “Ci vuole un pò di predisposizione, un pizzico di follia e tanti anni di conoscenza della montagna. E’ una missione; devi avere una spinta interiore perché salvi la vita alle persone. Non ci si abitua mai ma devi essere molto freddo e non farti prendere dall’ agitazione perché sei un cardine importante.”
“Non c’è un percorso istituzionale che formi a questo tipo di attività . Lavoriamo su turni per 365 giorni all’anno, comprese le domeniche, in modo molto più organizzato che in passato. La formazione è continua!” Vassili parla con molta semplicità e modestia della sua attività che nasconde un impegno fisico e psicologico costanti.

Molti lavori in uno, tutti all’aria aperta.
Decidere quale sia il preferito è difficile ma quella del soccorritore è l’attività che Vassili predilige “perché non presti solo un soccorso ma ti metti a disposizione delle persone!
E’ un’attività molto gratificante sotto l’aspetto umano, perché hai la responsabilità delle vite che sei chiamato a salvare. E’ una spinta che devi sentire dentro condita da una buona dose di coraggio.
Ci sarà un momento in cui si faranno i conti con la paura ma la devi mettere da parte ed usare in modo costruttivo. La paura ti aiuta a rimanere concentrato e attento, aiutandoti a non superare quella soglia che ti può far commettere errori fatali”.
Oltre ad accompagnare fisicamente le persone il ruolo consente altre attività occasionali come la formazione ai maestri di sci per la sicurezza.
“La formazione in aula coinvolge temi come la conoscenza della neve e del rischio valanga. Recuperare il travolto è un intervento tempo-dipendente: entro i primi 18 minuti si ha non più del 93% di probabilità di successo, dopodiché la probabilità di trovarlo in vita si affievolisce” spiega Vassili.
“La montagna è sempre più frequentata ed in particolare quest’estate, c’è stato il picco dei soccorsi. Sono aumentati del 40% rispetto al 2019 perché le persone hanno voglia di libertà, fanno meno attenzione ma è anche un problema legato al numero; andando più persone in montagna c’è una maggiore possibilità che si facciano male”.

In un’attività professionale totalizzante c’è spazio anche per l’amore ma…: “Ci vuole tanta pazienza. Non sono un tipo facile. Quando scatta l’emergenza, di giorno o nel cuore della notte, la mia compagna attende anche diverse ore prima di ricevere mie notizie”, confida Vassili “ma la cosa più bella è tornare a casa da lei!”