“Una radio in valigia” è il progetto di crowdfunding proposto da Produzioni dal basso per la rete radiofonica AMISnet, con l’obiettivo di raccogliere i fondi necessari alla costruzione di un piccolo studio radiofonico trasportabile.
“La radio in valigia si sente meglio quando si muove” è il motto su cui si basa la filosofia e l’intento del progetto. Dare voce a chi non ha voce, nei luoghi stessi dove si svolgono gli eventi, siano essi convegni, manifestazioni o treni di pendolari. Una radio itinerante che riesca a portare nelle nostre case non solo le opinioni le idee le voci come in uno studio, ma anche i rumori, i suoni come colonna sonora imprescindibile, portandoci direttamente nei luoghi dei fatti, lì dove avviene ciò che si racconta.
“L’idea di costruire questa radio” dice a b-hop Andrea Cocco della redazione di AMISnet “nasce dal desiderio di creare luoghi di comunicazione non convenzionali, possono essere treni o campi con braccianti agricoli, come scriviamo nella presentazione del progetto, oppure laboratori nelle scuole, eventi in associazioni. Produrre dei reportage sociali che abbiano una partecipazione diretta, senza il filtro di uno studio e con una flessibilità che apre spazi infiniti”.
La Rete AMISnet è un’agenzia radiofonica indipendente che dal 1998 realizza e distribuisce gratuitamente programmi di approfondimento ad una rete di radio comunitarie e locali italiane. Da sempre è orientata a proporre notizie e racconti che faticano a trovare spazio nei grandi media. Come membro dell’Associazione Mondiale delle radio Comunitarie (AMARC) si è impegnata negli anni a promuovere progetti di sostegno al diritto all’informazione, contribuendo alla nascita di radio in Paesi come Tunisia, Congo, Palestina. Già dal 2000 in Giordania AMISnet (con il contributo dell’UNESCO) ha aperto il primo centro di produzione radiofonica indipendente del Medio Oriente, progetto quanto mai attuale e necessario in questo delicato periodo storico. In Italia con il progetto Radio Ghetto dal 2012 realizza reportage multilingue stagionali insieme ai braccianti agricoli del Gran Ghetto di Foggia.
Da queste e da altre esperienze ecco l’esigenza di “Una radio in valigia”, un vero studio radiofonico autosufficiente, composto da mixer, microfoni, personal computer, fino ad un kit solare che ne consenta una maggiore autonomia all’aperto. Il tutto progettato e realizzato con Officine Zero, una fabbrica romana riconvertita in centro di riciclo e riuso. Perché tutta l’attrezzatura sarà realizzata con il principio del rispetto dell’ambiente e della sostenibilità, usufruendo dell’esperienza e del lavoro di Braingasm che fornirà microfoni artigianali rigenerati e di Reware, una cooperativa che si occuperà della parte informatica attraverso il recupero di materiale elettronico. Il tutto avrà un peso di circa 6 chilogrammi, trasportabile quindi ovunque e subito funzionale.
“Abbiamo riscontrato un grande interesse per l’iniziativa” prosegue Andrea Cocco “molti ci hanno espresso apprezzamento ed entusiasmo. La raccolta è a circa metà delle risorse richieste e proseguirà fino al 20 di marzo. “
Questa radio non è solo un’idea: nonostante sia ancora in cerca di risorse per essere realizzata nella sua forma completa, con solo pochi componenti, è già in parte venuta alla luce ed ha dato prova di sé ad esempio al Mandillo dei semi, manifestazione tenutasi a gennaio nel genovese.
Una radio in valigia, quindi, una valigia sinonimo di sogni (da realizzare o mancati), di un viaggio tra le vite di chi, troppo spesso silenziosamente, è passeggero anonimo del nostro percorso, per far si che non resti sconosciuto.