di Kenji Albani – Ridere fa bene, soprattutto se si vive un disagio fisico o psichico, e i clown che frequentano le corsie d’ospedale lo sanno molto bene. E’ questo lo scopo della clownterapia.
A Roma l’associazione Viviamo In Positivo (VIP Roma odv) forma i volontari perché, con il naso rosso e il trucco e parrucco vadano nei luoghi dove la gente ha più bisogno di ridere per distrarsi dai propri mali e superare il malessere.

“L’associazione Viviamo In Positivo Roma ODV opera sul territorio romano dal 2004”, spiega a B-Hop Maria Anna Garcea, membro del direttivo dell’associazione – È composta da circa duecento clown che prestano servizio volontario, ogni weekend, negli ospedali e nelle RSA convenzionate. Durante la pandemia l’attività si è fermata ma adesso stanno riprendendo gradualmente”.
La VIP Roma odv ha intenzione di riprendere le attività negli ospedali e nelle scuole oltre che tornare ad effettuare alcune missioni in Italia come in passato, ad esempio a Torre del Greco. In questo periodo prende parte al progetto “Scintilla” di Scampia.
I volontari clown sono stati anche all’estero come in Costa d’Avorio, Tanzania e Romania. Altri progetti dell’associazione sono “La stanza dei sogni”, ossia la progettazione di stanze più accoglienti per ragazzi con forti disabilità e “Clown at home”, in cui i clown frequentano le case private di ragazzi con problemi simili.
Ma cos’è esattamente la clownterapia?
“Si tratta dell’uso di tecniche clownistiche e circensi a favore di chi patisce un disagio fisico, psichico o sociale – prosegue la volontaria -. Possono essere utilizzate da qualsiasi persona che operi in aree di sofferenza e di disagio.
Ridere, specialmente nelle situazioni critiche, fa liberare una serie di mediatori e neurotrasmettitori endorfinici che sono in grado di capovolgere emozionalmente le situazioni più drammatiche”.
E continua: “L’intuizione che ridere è una ‘terapia’ utile per accelerare il processo di guarigione anche di mali fisici è recente. Secondo alcuni studiosi l’uomo nasce con una naturale tendenza verso il divertimento, ma quando si diventa adulti l’inclinazione è sostituita da paura, ansia o depressione.
Ridere cambia l’atteggiamento mentale ed è per questo che fra le nuove terapie che coadiuvano la medicina tradizionale è nata la ‘clownterapia’,
un metodo che ha le sue basi nella gelotologia (‘gelos’ in greco antico vuol dire ‘riso’), ma anche nell’immunologia neuro-psichica e nella medicina psicosomatica”.
Non mancano però le difficoltà: “Bisogna allenarsi con costanza e volontà, essendo appunto una scelta volontaria quella di formarsi per riuscire a portare il sorriso là dove c’è bisogno – precisa Maria Anna Garcea . L’impegno del gruppo e di ogni singolo clown è volto sia verso i servizi, sia al miglioramento personale e del gruppo stesso, che è il punto di forza della VIP Roma odv. Gli allenamenti sono mensili e servono per sviluppare capacità d’improvvisazione e acquisire tecniche di giocoleria e di teatro.
Durante gli allenamenti ci prepariamo alle avversità e al rifiuto che il clown può incontrare durante l’attività terapeutica”.
Chi ha letto “Il nome della rosa”, non può che ripensare alla discussione tra Guglielmo di Baskerville e Jorge da Burgos in cui quest’ultimo diceva che il riso è demoniaco, che Gesù Cristo non rideva mai e chi ride distorce i lineamenti del volto come se diventasse una scimmia. A quanto pare, Jorge da Burgos si sbagliava.
Anche la poetessa Alda Merini (1931 – 2009) era cosciente del potere della risata: un aneddoto la vede protagonista nel reparto psichiatrico di un ospedale. In questo aneddoto la poetessa legge il libro “Fantozzi” e scoppia a ridere dissipando il proprio mal di vivere.