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Clownterapia, quando ridere cura

A Roma l’associazione "Viviamo In Positivo" (VIP Roma odv) opera negli ospedali e nelle Rsa con circa 200 volontari

di Kenji Albani
30 Maggio 2022
in Buenvivir
Tempo di Lettura: 3 mins read
33 1
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Clownterapia: Associazione Viviamo in positivo di Roma

Clownterapia: Associazione Viviamo in positivo di Roma

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di Kenji Albani – Ridere fa bene, soprattutto se si vive un disagio fisico o psichico, e i clown che frequentano le corsie d’ospedale lo sanno molto bene. E’ questo lo scopo della clownterapia.

A Roma l’associazione Viviamo In Positivo (VIP Roma odv) forma i volontari perché, con il naso rosso e il trucco e parrucco vadano nei luoghi dove la gente ha più bisogno di ridere per distrarsi dai propri mali e superare il malessere.

Clownterapia: ridere cura
Clownterapia: ridere cura

“L’associazione Viviamo In Positivo Roma ODV opera sul territorio romano dal 2004”, spiega a B-Hop Maria Anna Garcea, membro del direttivo dell’associazione – È composta da circa duecento clown che prestano servizio volontario, ogni weekend, negli ospedali e nelle RSA convenzionate. Durante la pandemia l’attività si è fermata ma adesso stanno riprendendo gradualmente”.

La VIP Roma odv ha intenzione di riprendere le attività negli ospedali e nelle scuole oltre che tornare ad effettuare alcune missioni in Italia come in passato, ad esempio a Torre del Greco. In questo periodo prende parte al progetto “Scintilla” di Scampia.

I volontari clown sono stati anche all’estero come in Costa d’Avorio, Tanzania e Romania. Altri progetti dell’associazione sono “La stanza dei sogni”, ossia la progettazione di stanze più accoglienti per ragazzi con forti disabilità e “Clown at home”, in cui i clown frequentano le case private di ragazzi con problemi simili.

Ma cos’è esattamente la clownterapia?

“Si tratta dell’uso di tecniche clownistiche e circensi a favore di chi patisce un disagio fisico, psichico o sociale – prosegue la volontaria -.  Possono essere utilizzate da qualsiasi persona che operi in aree di sofferenza e di disagio.

Ridere, specialmente nelle situazioni critiche, fa liberare una serie di mediatori e neurotrasmettitori endorfinici che sono in grado di capovolgere emozionalmente le situazioni più drammatiche”.

E continua: “L’intuizione che ridere è una ‘terapia’ utile per accelerare il processo di guarigione anche di mali fisici è recente. Secondo alcuni studiosi l’uomo nasce con una naturale tendenza verso il divertimento, ma quando si diventa adulti l’inclinazione è sostituita da paura, ansia o depressione.

Ridere cambia l’atteggiamento mentale ed è per questo che fra le nuove terapie che coadiuvano la medicina tradizionale è nata la ‘clownterapia’,

un metodo che ha le sue basi nella gelotologia (‘gelos’ in greco antico vuol dire ‘riso’), ma anche nell’immunologia neuro-psichica e nella medicina psicosomatica”.

Non mancano però le difficoltà: “Bisogna allenarsi con costanza e volontà, essendo appunto una scelta volontaria quella di formarsi per riuscire a portare il sorriso là dove c’è bisogno – precisa Maria Anna Garcea . L’impegno del gruppo e di ogni singolo clown è volto sia verso i servizi, sia al miglioramento personale e del gruppo stesso, che è il punto di forza della VIP Roma odv. Gli allenamenti sono mensili e servono per sviluppare capacità d’improvvisazione e acquisire tecniche di giocoleria e di teatro.

Durante gli allenamenti ci prepariamo alle avversità e al rifiuto che il clown può incontrare durante l’attività terapeutica”.

Chi ha letto “Il nome della rosa”, non può che ripensare alla discussione tra Guglielmo di Baskerville e Jorge da Burgos in cui quest’ultimo diceva che il riso è demoniaco, che Gesù Cristo non rideva mai e chi ride distorce i lineamenti del volto come se diventasse una scimmia. A quanto pare, Jorge da Burgos si sbagliava.

Anche la poetessa Alda Merini (1931 – 2009) era cosciente del potere della risata: un aneddoto la vede protagonista nel reparto psichiatrico di un ospedale. In questo aneddoto la poetessa legge il libro “Fantozzi” e scoppia a ridere dissipando il proprio mal di vivere.

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Kenji Albani

Kenji Albani

Nato nel 1990 a Varese (il mio nome è giapponese, ma sono italiano). Appassionato di scrittura, ho pubblicato racconti con Delos Digital e numerose altre riviste letterarie. Laureato a pieni voti in Scienze della comunicazione all’Università degli Studi dell’Insubria, ho il diploma di sceneggiatore di fumetti conseguito nella Scuola del fumetto di Milano.

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