(di Margherita Vetrano) – Sicilia, terra di profumi e di aromi magici. E’ qui, tra Salemi e Santa Margherita di Belice, provincia di Agrigento, che la famiglia Gaudino inizia la sua avventura: un pastificio di alta qualità, che utilizza grani antichi siciliani lavorati a pietra, una sfida per “reagire alla vita che riserva tante sorprese, belle o brutte”.
“Ho fatto il liceo classico e mi sono laureato in legge a 23 anni. Non avrei mai immaginato di diventare un pastaio vero e proprio”, racconta a b-hop Roberto Gaudino, confidando dubbi e difficoltà nell’approccio ad un mercato sconosciuto ed antico. Senza esperienza, senza conoscenze tecniche, decide di aprire un pastificio: a Santa Margherita di Belice nasce C’è Pasta per te.
“Investo quei soldi che mi erano rimasti nel pastificio e acquisto qualche macchina – spiega -. I risultati non sono rassicuranti e gli incassi sono sempre bassi. Ci sono spese crescenti ma non mi dò per vinto: c’è in gioco tutta la mia dignità, tutta la mia famiglia, non posso abbattermi, debbo continuare a lottare. Come contrastare i grandi concorrenti? Come noi così piccoli, riuscire ad emergere in questa giungla? Ci rimane una sola arma: quella della qualità, della professionalità, della purezza dei nostri ravioli e dell’originalità”.
Così “C’è Pasta per te” si rivolge ai grani siciliani antichi, lavorati a pietra, in grado di conferire al prodotto finito grande qualità e freschezza, anche nella linea surgelati.
Ma cosa lo ha spinto ad un tale salto nel buio? Una famiglia serena: avvocato lui, maestra d’arte lei, un figlio, Riccardo e poi William, il più piccolo. Con la sua nascita arriva la prima doccia gelata: il bambino ha una carenza dell’ormone della crescita Gh, è affetto da Nanismo Ipofisario.

Si intraprende un percorso terapeutico ma parallelamente la famiglia si accorge che la sua scarsa alimentazione porta dei frutti se integrata con le “busiate” pasta tipica di Salemi che la zia Maria prepara apposta per lui. E’ l’uovo di Colombo!
La scarsa alimentazione di William dev’essere di alta qualità per fornirgli i migliori nutrienti possibili. Ma il mercato offre poco. Le multinazionali puntano al margine di profitto e la qualità ne fa le spese. William ha bisogno di un alimento puro, perfetto, e papà Roberto si fida solo di sé e della sua famiglia: saranno loro a produrre direttamente l’alimento per William e lo faranno in modo professionale.
Ecco l’idea: produrre pasta non solo ad uso domestico ma su larga scala, in modo che altri possano beneficiare dell’alta qualità.

Da qui l’esigenza di concentrarsi su un’ampia produzione di pasta che da alimento principe della dieta di William è diventato prodotto di punta di quel pastificio che papà Roberto ha improntato in anni di sacrifici e sconvolgimento familiare.
I Gaudino invertono quindi la rotta e ripiegano su William per curarlo ma anche per aiutarlo ad avere un futuro: s’inventano pastai.
“La cultura del mangiare sano e genuino si sta trasmettendo di giorno in giorno a molte persone. Nei nostri ripieni non ci sono addensanti, non ci sono emulsionanti, né addititivi, coloranti. Tutto è natura”. Ecco la formula vincente del pastificio: genuinità e natura nel piatto, non solo per esigenze terapeutiche ma anche per il rispetto del benessere personale.
Oggi le cose vanno bene, oltre alla ristorazione riforniscono anche alcuni depositi provinciali e limitrofi. Ma la loro ambizione resta quella di arrivare al nord Italia: “Mi piacerebbe portare fuori della nostra Sicilia i profumi ed i sapori che essa ci dà, racchiusi nell’originalità dei nostri ripieni. Sono convinto che si possano reperire le materie prime nella nostra terra ma vendere al Nord”.
Con la motivazione giusta, tutto “si può fare”!

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