Per aiutarvi a scoprire nuove mète estive mentre già siete in viaggio o in vacanza, b-hop ripropone in questi giorni alcuni articoli già pubblicati, sperando possano esservi utili. Buona estate di relax, serenità, fiducia e bellezza!
Una vacanza o un weekend low cost in una terra poco battuta e ricca di storia e tradizioni. Tra boschi e tratturi, paesini sulle rocce, fonti d’acqua e pecore, campane e silenzi. E’ l’Alto Molise, da scoprire a passo lento, assaporando le delizie eno-gastronomiche del luogo (vini, formaggi e salumi), accessibili a tutte le tasche.
La prima tappa è Pietrabbondante – il nome già rende l’idea della sua ubicazione – tra rocce maestose chiamate Morge e un tratturo poco lontano, una delle vie tracciate dai pastori che andavano dall’Abruzzo al Molise con le loro greggi.
Nei pressi, in cima ad una bella valle, c’è una interessante zona archeologica sconosciuta ai più: il santuario e teatro dei Sanniti, un popolo italico vissuto prima degli antichi Romani. La costruzione risale al IV secolo a.c.. Da queste parti è passato perfino Annibale con le sue truppe. Santuario e teatro, realizzati in travertino con fregi alati e statue di uomini in ginocchio che reggono le gradinate, sono collocati in linea retta perchè i Sanniti attribuivano la stessa sacralità ai momenti politici e agli eventi teatrali, Accanto c’è la zona delle botteghe e un tempio più piccolo scoperto dai Borboni.
Il paese più noto dell’Alto Molise è però Agnone, dove si costruiscono le campane. In Italia vi sono solo tre fonderie: Agnone, Vittorio Veneto e Castelnuovo dei Monti. Nel mondo sono venti.
Nella Pontificia Fonderia Marinelli – famosa per aver costruito la campana del Giubileo del 2000, 50 quintali di peso e 2 metri di diametro – sono impiegate una dozzina di persone. “Non c’è crisi nel settore – racconta a b-hop Antonio Delli Quadri, maestro campanaro da quattro generazioni che fa il mestiere da cinquant’anni -. Ci arrivano commesse dallo Sri Lanka, dalle Filippine, dai paesi africani. Dopo la fase in cui gli architetti costruivano le chiese senza campanili ora per fortuna c’è un ritorno alla campana, e tutti stanno sostituendo i congegni elettronici con campane medio-piccole”.
Per la realizzazione di una campana di bronzo ci vogliono tre mesi: il lavoro si realizza in una buca, con forno a legna e a gas, e un sistema di canali interrati per far defluire il tutto. Il metallo viene fuso a 1200 gradi in uno scheletro di mattoni e argilla chiamato “anima”. La falsa campana, con immagini di cera applicate sopra, è così pronta per essere rivestita dal “mantello”. Si fa un procedimento analogo per la maniglia, poi collocata sul mantello. Quando si solleva il mantello, la falsa campana viene demolita e il bronzo colato tra l’anima e il mantello.
La nascita della campana è un vero e proprio avvenimento solenne, accompagnato da preghiere e dalla benedizione del prete. Al grido “Santa Maria” si apre la bocca del forno: il bronzo liquefatto dirompe come da un vulcano nei canali, al ritmo delle litanie. Si libera la campana dal mantello, viene estratta dal fosso e svuotata dell’anima in mattoni. E’ il momento di procedere ai decori e alla lucidatura, si aggiunge il battaglio e si fa il collaudo musicale. Secondo regole che risalgono al 1500 il fonditore di campane deve essere in grado di riprodurre tutta la scala musicale. In Emilia Romagna, Veneto, Umbria ci sono delle vere e proprie scuole per suonatori di campane.
Una campana appena “sfornata” è color argento, ma con il tempo scurisce. Diventa verde chiaro al mare o marrone scuro nelle chiese vicino ai cimiteri, a causa della presenza del fosforo emanata dalle tombe, i cosiddetti “fuochi fatui”.
Sia ad Agnone, sia a Pietrabbondante ogni Natale si svolge il suggestivo rito della ‘nducciata, con torce appese alle porte delle case che illuminano a festa entrambi i paesi.
D’inverno l’Alto Molise accoglie gli sciatori nella stazione di Capracotta, (1400 m), mentre d’estate è possibile fare una stupenda passeggiata tra le faggete delle piste da sci di fondo a Prato Gentile. Proseguendo si possono visitare Pescopennataro e Rosello, arroccati su grossi massi di roccia. Pescopennataro è famoso per il Volo dell’angelo, un altro rito popolare con una bambina appesa su una fune in alto, fatta “volare” verso la Madonna. A Vastogirardi, invece, c’è un tempio italico di cui si sa poco, vicino alla fonte del Trigno, successivamente intitolato a S.Angelo indiano.
Più isolata, ma deliziosa e ben tenuta, è Civitanova del Sannio. Se si è fortunati, d’estate, si può incontrare un personaggio interessante e curioso: Felice di nome e di fatto, emigrato molisano in Canada, trascorre sei mesi l’anno a Montreal, facendo corsi di arteterapia e yoga alle mogli depresse dei connazionali italiani, e sei mesi a Civitanova, suo paese natale. Completamente calvo, berretto in testa e maglietta rossa, è un attivo promotore delle tradizioni paesane: cammina per strade e piazze annunciando con il megafono feste, balli e piatti tipici.
Da Civitanova si può finire in bellezza ammirando un panorama mozzafiato: dal pianoro di Montagnola si domina tutto il Molise, con boschi, pascoli, mucche e cavalli a 1400 metri di altezza.
Info: per dormire, Locanda del Parco, 50 euro a notte camera per due persone, Contrada Ciffuni, Carovilli (IS) 0865.832146. Per mangiare: Taverna dei Sanniti, 20 euro a persona, C.da S. Andrea – Pietrabbondante (IS), 0865.769007; Lo Scamorzaro, C.da Fonte Ginepri, 4, 66040 Rosello (Chieti) 0872.948441.