di Patrizia Caiffa – Un viaggio low cost nella Sicilia orientale e meridionale per scoprire alcuni tesori meno conosciuti: dalle stupefacenti Gole dell’Alcantara a due passi dall’Etna, ad una landa lunare con vulcanelli in eruzione, fino allo stupefacente biancore di Scala dei Turchi, a due passi da sapori e atmosfere della mitica “Vigata” di Andrea Camilleri e del commissario Montalbano.
Per arrivare in Sicilia a poco prezzo sono due le opzioni: un lunga traversata in automobile sulla Salerno-Reggio Calabria e sul traghetto da Villa San Giovanni a Messina, condividendo le spese con altri viaggiatori (Bla bla car); o un volo low cost su Catania, facilmente prenotabile. In questo caso è indispensabile noleggiare un’automobile, per cui il prezzo totale della vacanza aumenterà. Ma sarà compensato da una visita d’obbligo alla barocca Catania, percorrendo la via Etnea e ammirando l’elefantino u’Liotru davanti piazza del Duomo.
A 50 km a nord di Catania, all’ombra dell’Etna, la prima tappa è nella riserva naturale delle Gole dell’Alcantara, a 13 km dalla bellissima Taormina e da Giardini Naxos.

Qui scorre maestoso il fiume Alcantara (parola di origine araba che significa “ponte” e “acqua”), tra pareti di basalto grigio-nere alte 50 metri, laghetti e cascatelle. Un territorio di una bellezza impagabile, come solo la forza del fuoco, della terra e dell’acqua possono forgiare. Gli amanti del torrentismo e gli escursionisti conoscono bene queste luoghi e questi popoli, nascosti al turismo di massa e ancora veri.
La vera dritta è bypassare la struttura privata che gestisce le Gole come se fossero di sua proprietà (mentre sono collocate all’interno del Parco Fluviale Alcantara), con lo scempio edilizio dell’ascensore in cemento per scendere e salire, che reclamizza a suon di insegne, parcheggi e cartelloni l’ingresso a pagamento: si possono risparmiare almeno 14 euro a persona parcheggiando lungo la strada e cercando la piccola insegna sulla sinistra “Ingresso comunale”. Scendendo un centinaio di scalini si vede lo stesso scenario pagando 1,5 euro al comune di Motta Camastra e usufruendo di un bene pubblico, di tutti.

Tornando su si può comprare un originale souvenir dal mitico zio Tobia, trentino trapiantato in Sicilia da 30 anni, artigiano del legno e del cuoio che vi farà scoprire, con una bella passeggiata nella natura, i luoghi segreti delle Gole.
Per alloggiare a poco prezzo si trovano originali case vacanza nel paesino arroccato sulla montagna, Motta Camastra.
Invertendo la rotta verso Catania e scendendo a sud si possono visitare le più note città di Siracusa, Noto, Caltagirone, Ragusa e Modica fino ad arrivare nei pressi di Agrigento che oltre alla più famosa Valle dei Templi e alle atmosfere pirandelliane ha numerose chicche da non perdere nel poco valorizzato centro storico, tra cui il Museo diocesano con due quadri di Guido Reni e una antica biblioteca settecentesca. Si può alloggiare al B&B Liolà, ottimo rapporto qualità-prezzo, gestori molto accoglienti e colazione da leccarsi i baffi.
Nei dintorni, a 4 km dal borgo agricolo di Aragona, vi sono i vulcanelli di Macalube, un raro fenomeno geologico di “vulcanismo sedimentario”. E’ una riserva naturale integrale gestita da Legambiente, un luogo magico e suggestivo che ricorda molto i paesaggi lunari, alternato da prati salati e stagni mediterranei, con flora e fauna estremamente interessante.
L’attrazione principale sono i vulcanelli, alti pochi centimetri e continuamente in ebollizione. Dalle piccole bocche esce infatti gas metano, una manifestazione petrolifera superficiale di tipo gassoso ancora poco esplorata dagli studiosi.
La collinetta dei vulcanelli – che le leggende popolari pensavano fosse una città spinta nelle viscere della terra a causa di un offesa fatta alla divinità della collina, là dove ora scruta l’Occhiu di Macalubi – è sconvolta periodicamente da eruzioni esplosive con boati, espulsione di argilla, gas e acqua scagliati a notevole altezza. Purtroppo qualche anno fa due bambini siciliani vi hanno perso la vita per un tragico evento imprevisto. Verificare prima le condizioni di sicurezza.

Ancora una trentina di km più a sud, a Realmonte, dopo Porto Empedocle, si staglia la meraviglia bianca della Scala dei Turchi. Una imponente roccia ondulata a scaloni di argilla e pietra calcarea a picco sul mare, che cambia colore a seconda delle ore della giornata, con sfumature dal rosa all’azzurro.
Il nome del luogo è ispirato alla incursioni dei pirati turchi che qui sbarcavano per andare a compiere razzie nell’entroterra. Ora è meta estiva tra le più spettacolari e ambite, mentre in primavera capita spesso di incontrare le spose siciliane, che vengono con i mariti nuovi di zecca ad immortalare con foto e paparazzi il giorno più ambito.
Eppure non tutti i bagnanti dell’estate sanno che questa è zona anche di reminiscenze letterarie: la “Vigata” di Andrea Camilleri è in realtà Porto Empedocle, dove lo scrittore siciliano è nato e vissuto.
E proprio sulla spiaggia accanto c’è una villa centenaria con stanze a volta e finestre sul mare, mobili antichi e chicche di primo novecento come ghiacciaie e grammofoni. Qui veniva “Nenè”, come i locali chiamano ancora Andrea Camilleri, ad ispirarsi per ambientare alcune storie del suo Montalbano. Ce lo confida Maria Deleo, l’affascinante proprietaria della villa, una vera gentildonna d’altri tempi che dopo la morte del marito ha deciso di rimboccarsi le maniche e ha trasformato la casa al mare in un raffinato e accogliente B&B.

“Quando Nenè veniva a cena da noi guardava il golfo e pareva ‘affatatu’”, ricorda Maria, che offre agli ospiti imperdibili colazioni con granite fatte in casa e cannoli siciliani, con la stessa classe e cortesia di quando cucinava per Nené la pasta con l’aragosta e la “capunatina”. Per chiudere in bellezza.